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 ITALIA - ITALIA - Italia. Il Nobel Dulbecco a favore della ricerca sulle staminali embrionali
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26 dicembre 2002 19:11
 
Pieno sostegno del Nobel Renato Dulbecco al progetto dell'Universita' caiforniana di Stanford per la clonazione umana terapeutica. "Approvo completamente il progetto", ha detto Dulbecco a margine della maratona televisiva Telethon destinata a raccogliere fondi a sostegno della ricerca sulle malattie genetiche.
"Nel 2000 la commissione istituita dall'ex ministro Veronesi aveva proposto esattamente di seguire una via analoga". Produrre cellule staminali da embrioni umani e' secondo Dulbecco, la via piu' produttiva da seguire in questo campo di ricerca: "le cellule staminali embrionali offrono di gran lunga le maggiori possibilita' di successo".
Quanto ai problemi etici, "molto dipende da che cosa si intende per embrione. E' chiaro che in ricerche di questo tipo si lascia sviluppare l'embrione per un periodo limitato, compreso fra una settimana e dieci giorni". A questo punto, ha proseguito il Nobel, l'embrione raggiunge lo stadio (chiamato blastocisti) nel quale si forma il cumulo di cellule destinato a dare origine all'embrione vero e proprio. Le altre cellule presenti a questo stadio sono invece destinate a formare la placenta. Nello sviluppo naturale dell'embrione, questo si annida nell'utero verso il 14/mo giorno. "Solo allora comincia la vera vita dell'embrione, grazie ai segnali che riceve nell'utero. Se invece questo non avviene, non c'e' alcun embrione. Solo fino al 14/mo giorno l'embrione e' autosufficiente, ma puo' proseguire nello sviluppo soltanto annidandosi nell'utero".
E' un errore vietare la clonazione di embrioni umani finalizzata alla produzione di cellule staminali a scopo terapeutico. "Piuttosto sarebbe opportuno ammettere la possibilita' dell'obiezione di coscienza". "Le persone che credono nella dottrina cattolica possono restare fuori da queste ricerche, se non le condividono dal punto di vista etico. Meglio ammettere l'obiezione di coscienza piuttosto che imporre divieti". Dulbecco e' anche piuttosto scettico riguardo al rischio, da molti temuto, che utilizzare nella terapia cellule immature embrionali possa generare tumori. "Molto dipende da come le cellule staminali embrionali vengono manipolate".
 
 
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