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 ITALIA - ITALIA - Italia. Le neurali adulte e la sclerosi, uno studio sui topi
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9 dicembre 2004 17:35
 
Ricercatori italiani hanno dimostrato che iniezioni di staminali neurali adulte in animali con una malattia del tutto simile alla sclerosi multipla umana curano i danni neuronali nel loro cervello migliorando le loro condizioni. E' quanto riferito in occasione del meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA) da Giuseppe Scotti del Dipartimento di Neuroradiologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano e preside della Universita' Vita-Salute San Raffaele di Milano.
La sclerosi multipla e' una malattia neurodegenerativa con aggravamento progressivo della prognosi, dovuta alla distruzione della 'guaina' isolante delle fibre nervose, la mielina, senza la quale il segnale elettrico alla base della comunicazione tra neuroni si disperde lungo la via. Man mano che la mielina e' persa i sintomi della malattia, che nel mondo colpisce 2.5 milioni di persone, per lo piu' donne tra i of 20 e i 50 anni e con 10 mila nuovi casi ogni anno, si aggravano e i pazienti perdono progressivamente le capacita' motorie.
I topolini usati negli esperimenti, ha spiegato Scotti, soffrono di una malattia del tutto sovrapponibile alla sclerosi umana per sintomi e decorso, dunque questi risultati ottenuti con le staminali sono molto promettenti per l'uomo.
I ricercatori italiani hanno preso cellule staminali neurali di topi e le hanno 'etichettate' con micro-palline di ferro per poterle seguire con la risonanza magnetica durante tutto il loro percorso dal sito di iniezione, nella vena della coda, alle regioni cerebrali lesionate. Le staminali giungono a destinazione gia' a 24 ore dall'iniezione.
Gli scienziati hanno dimostrato che queste cellule, raggiunte autonomamente le zone lesionate, sono capaci di trasformarsi in cellule 'gliali', ovvero quelle che producono la guaina mielinica. Non appena la mielina e' ricostituita, ha spiegato Scotti, la 'prognosi' dei topolini migliora.
Ma prima di pensare a una simile applicazione all'uomo, ha avvertito Scotti con estrema cautela, bisogna compiere ancora molti studi. "Sappiamo la potenziale azione terapeutica delle staminali e abbiamo grosse speranze ma non conosciamo ancora i possibili effetti collaterali".
 
 
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