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 ITALIA - ITALIA - Italia. Intervista a Elena Cattaneo: "Fare ricerca e' un dovere morale"
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11 dicembre 2003 21:09
 
In un'intervista rilasciata al quotidiano il Manifesto, Elena Cattaneo, docente associata di biotecnologie farmacologiche all'universita' di Milano, cerca di fare chiarezza sulla complessa situazione creatasi all'interno dell'Ue, in relazione alla discussione sui finanziamenti europei alla ricerca sulle staminali embrionali.
La Cattaneo spiega: "Tutto nasce dalla decisione del Consiglio e della Commissione europea dello scorso anno, di istituire una moratoria per tutto il 2003. Durante quest'anno tutte le ricerche che coinvolgessero l'uso di nuove cellule staminali embrionali non potevano essere finanziate nell'ambito del sesto programma quadro sulla ricerca della commissione europea. [.] In realta' le linee cellulari esistenti sono pochissime: in Europa ce ne sono un paio all'Istituto Karolinska svedese e in Inghilterra. Le altre sono quelle del NIH americano. Loro dicono che ce ne sono 74, ma in realta' quelle effettivamente disponibili sono 5 o 6. Le altre non sono state caratterizzate, cioe' non e' chiaro di che tipo di cellule si tratti".
Il problema infatti, non e' solo la scarsita' di linee a disposizione, ma anche i metodi con le quali sono state sviluppate. I cosiddetti "fattori di crescita", un tempo provenivano quasi esclusivamente da animali come i topi, e quelle stesse linee possiedono staminali di topo nel loro patrimonio biologico. "Per fare ricerca di base vanno comunque bene, ammesso di poterle avere, ma di certo non possono essere utilizzate per applicazioni sull'uomo: il rischio e' che assieme alle cellule murine ci siano anche virus del topo che potrebbero essere molto pericolosi. Non solo, tutte queste linee cellulari derivano da pochissime cellule progenitrici: quindi la varieta' genetica e' troppo ridotta per pensare a una loro efficace applicazione".
Ma torniamo all'Ue. "La Commissione proponeva di finanziare le ricerche che utilizzassero embrioni soprannumerari prodotti fino al luglio 2002. Poi il parlamento europeo l'11 novembre aveva approvato emendamenti ancora piu' liberali, togliendo ogni vincolo di data, di fatto raccomandando di rendere libero l'uso degli embrioni soprannumerari". Il Consiglio dei ministri ha deciso comunque per la sua strada. "Nessuno si aspettava uno stop. Da gennaio la Commissione potra' ricominciare a finanziare tutti i progetti, ma non avra' limite di nessun genere, se non di tipo procedurale. Noi vogliamo che queste ricerche siano finanziate con soldi pubblici perche' siano per tutti e possano essere piu' facilmente controllate. [.] Credo sia piu' razionale consentire la derivazione, con fondi e controlli pubblici, di nuove cellule embrionali da embrioni soprannumerari, sottoponendo tutto a regole comuni. Solo dopo, se (e sottolineo se) le terapie si renderanno disponibili, uno Stato laico potra' decidere di lasciare la liberta', a che avesse bisogno di terapie, di scegliere in modo informato se sottoporvisi o meno, sulla base delle proprie convinzioni".
 
 
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