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 ITALIA - ITALIA - Italia. Don Benzi e Pedrizzi uniti ancora dal solito vecchio filo comune...
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16 ottobre 2003 20:25
 
"Un figlio, anche se malato, e' sempre un dono stupendo": lo afferma don Oreste Benzi, presidente dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, in merito alla proposta di Alessandra Mussolini di permettere la distruzione degli embrioni malati.
"La produzione dei bambini in laboratorio rende l'uomo una merce" afferma don Benzi, che definisce "un obbrobrio" il fatto che "nell'anno dedicato ai disabili si voglia una legge che permetta di ucciderli all'alba della loro vita".
Il sacerdote lancia quindi un appello a "non buttare via gli embrioni umani" e afferma che ci sono "mamme stupende pronte ad accoglierli nel loro grembo".
Dello stesso parere anche il senatore di Alleanza Nazionale Riccardo Pedrizzi, responsabile del suo partito per la famiglia, che in merito al dibattito sulla fecondazione assistita ha ribadito il suo secco "no" ad un possibile dialogo con l'opposizione. "Chi ci offre il dialogo sa che basta un solo emendamento per far tornare tutto in alto mare. Questa legge deve essere blindata", sostiene il senatore in un'intervista a "L'espresso", nella quale spiega come guidera' la battaglia a cui il suo partito si sta preparando in vista del ritorno della legge, a meta' novembre, nell'aula del Senato.
"Quello che potevamo concedere l'abbiamo gia' concesso alla Camera. Abbiamo ingoiato il rospo di far accedere alla fecondazione le coppie di fatto, genitori che danno ben poche garanzie di stabilita'. Abbiamo ceduto perfino sull'adottabilita' degli embrioni".
L'esponente di An esclude che il centrodestra possa cedere sulla ricerca con le cellule staminali, nemmeno con il consenso di chi le ha prodotte, perche' non si possono fare "esperimenti sulle creature umane". Alla giornalista che gli chiede ancora come sia riuscito a far cambiare idea al presidente di AN, Gianfranco Fini, il quale aveva detto che la legge era una barbarie da modificare, per lo meno sull'obbligo della donna di farsi impiantare comunque gli embrioni, anche se malformati, Pedrizzi risponde: "Non e' stato difficile, con il ragionamento. La Mussolini l'aveva frastornato con i suoi discorsi sulla liberta' delle donne. Io gli ho spiegato che toccando quel punto si sarebbe scardinato lo spirito e la filosofia della legge, basata sul concetto che l'embrione e' una persona. Al momento dell'impianto la futura madre non sa e non deve sapere lo stato di salute dell'embrione". D'altra parte, ad avviso dell'esponente di AN, sarebbe "inaccettabile" introdurre la selezione degli embrioni prima dell'impianto, perche' essa "comporterebbe l'uccisione di quelli malati. Insomma, per consentire ai genitori di avere un bambino sano, dovremmo autorizzarli a uccidere i suoi fratelli. L'ombra dell'eugenetica, della selezione della razza si allungherebbe su di noi".
 
 
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