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 ITALIA - ITALIA - Italia. Cesare Galli: mi hanno chiesto di clonare i figli morti
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14 aprile 2005 20:06
 
"Mio figlio e' morto. Lei puo' aiutarmi a riaverlo?". Non sono soltanto gli allevatori a chiedere l'aiuto di Cesare Galli, il veterinario cremonese esperto nel campo della selezione delle razze (soprattutto bovine) e noto per essere riuscito, primo al mondo, a clonare un toro, poi un cavalla, e infine un cavallo campione di endurance, partendo dalle sue cellule della cute.
Richieste che danno i brividi, per il loro intrinseco contenuto ricolmo di grande sofferenza umana e per le enormi implicazioni etiche che pongono. Il professor Galli se ne rende conto e le rivela all'agenzia Ansa quasi con vergogna, parlando a bassa voce, guardando a terra. Ma e' cosi': "Tre di queste richieste mi sono state fatte per telefono, dall'Inghilterra, circa cinque anni fa, quando andai sui giornali ai tempi del toro 'Galileo'. Piu' avanti ho ricevuto la stessa richiesta anche per lettera, da un paese della provincia di Bari".
"Ma io mi occupo di zootecnia, lavorando per il Consorzio per l'Incremento Zootecnico (CIZ), che e' una societa' privata al servizio degli allevatori. E anche qui ho i miei problemi: ad esempio, abbiamo realizzato cloni di bovini particolari, ma il seme degli animali clonati non e' vendibile, anche se ci gli ultimi studi in Giappone escludono che possano esserci problemi per l'uomo che si nutra di questi animali".
Ma lavora anche sulle cellule staminali degli animali, il veterinario di Cremona, in collaborazione con l'Istituto Sperimentale Italiano Lazzaro Spallanzani di Milano. "Cerchiamo di ottenere negli animali cellule staminali immunocompatibili, per poter verificare negli animali che le cellule staminali possono essere utilizzate per riparare tessuti dello stesso soggetto senza essere soggette al rigetto da parte dell'organismo".
Una collaborazione anche con l'Istituto Neurologico Besta di Milano: "Abbiamo un progetto di ricerca per ottenere un bovino resistente al prione che e' causa dell'encefalopatia spongiforme bovina, la malattia della mucca pazza. Lo scopo non e' venderne il seme, perche' come ho detto, e' vietato dalla legge. Ma questi animali potrebbero essere utilizzati come donatori di tessuto biologico, come il collagene per l'industria cosmetica o anche per terapie chirurgiche particolari: laddove e' necessario, ad esempio, sostituire una valvola cardiaca, o anche in neurochirurgia, dove il pericardio bovino puo' essere usato per sostituire nel cervello la dura madre. Attualmente, per questi impieghi, si e' costretti ad importare bovini dalla Nuova Zelanda, dove la mucca pazza non c'e'".
Voi vi occupate di embrioni, di staminali, sia pur negli animali, la legge 40 sulla procreazione assistita vi tocca ugualmente? "Certo -e' la risposta di Galli- perche' si basa su una forma mentis che ci penalizza comunque: se riesce sugli animali, pensano, prima o poi qualcuno lo fa sull'uomo. Allora meglio che non riescano, e ogni finanziamento a questo settore scientifico viene osteggiato".
 
 
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