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 ITALIA - ITALIA - Italia. A Bari il congresso della Societa' italiana per la bioetica
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Notizia 
27 novembre 2003 18:44
 
Sono stati in particolare i temi relativi all'uomo, i confini della vita, il momento della nascita, della morte, della sofferenza, i momenti in cui l'uomo e' piu' debole, al centro del IV congresso nazionale della Societa' italiana per la bioetica e i comitati etici (Sibce) svoltosi a Bari.
Altri "nodi fondamentali" sono quelli dell'ambiente, che possono "indebolire la persona e quindi intervenire in modo negativo, in quanto -hanno rilevato i presidenti della Sibce, Adriano Bompiani e Filippo Boscia- l'uomo e' al vertice di una piramide anche ecologica e quindi interferisce con tutto il sistema ambiente per la ricerca del benessere".
Contrari alla manipolazione genetica dell'embrione e all'eutanasia, i componenti della Societa' per la bioetica, molti dei quali sono medici, motivano le loro posizioni basandosi sulla premessa che "l'attenzione all'uomo comincia sin dalle fasi piu' deboli". Per quanto riguarda l'embrione, precisano che "nessuno di noi puo' ignorare di essere stato zigote e di essere stato embrione a due o quattro cellule; esiste uno statuto dell'embrione sin dal primo momento della fecondazione". "Noi stiamo vivendo -ha rilevato Boscia- un momento molto particolare della nostra vita, nel quale l'embrione ha valore solo se desiderato; la nostra societa' da' valore allo zigote solo se i genitori lo desiderano ardentemente, ma un valore intrinseco ce l'avra' sempre".
Altrettanto precisa e' la posizione sull'eutanasia: "Noi la vediamo come una richiesta e un adempimento in un mondo che soffre e che forse non e' compreso nella sua sofferenza". "Se l'uomo e' abbandonato, se l'uomo e' solo, se l'uomo e' isolato, chiaramente per lui la vita non ha senso: ecco la richiesta di eutanasia viene da questa esigenza. Puo' venire dal dolore, ma il dolore e' curabile, il dolore e' trattabile e quindi l'impegno della medicina e della societa' deve essere proiettato in questa direzione".
Secondo gli aderenti alla Societa' per la bioetica, "laddove la scienza e' impotente, puo' essere potente nel sedare il dolore, nell'utilizzare quelle terapie cosiddette palliative per dare maggiore serenita', accompagnare in questo difficile ultimo cammino la persona". "L'eutanasia -ha concluso Boscia- e' una sconfitta della societa': quando non avremo mezzi, non avremo pazienza e non avremo possibilita' di seguire queste persone malate terminali, il problema lo risolveremo con l'eutanasia, ma sara' una sconfitta della societa"'.
 
 
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