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 ITALIA - ITALIA - Italia. Appello di Angelo Vescovi per la "vera ricerca"
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Notizia 
4 marzo 2004 20:00
 
Angelo Vescovi, condirettore dell'Istituto di ricerca per le cellule staminali dell'Universita' Vita Salute del "San Raffaele" di Milano, lancia un vero e proprio appello dalle pagine dell'Eco di Bergamo per la ricerca con le cellule staminali cerebrali e contro una certa informazione "scandalistica" che rischia di oscurare la ricerca.
"Clonazione: bluff che oscura la vera ricerca" era il titolo. Ne riportiamo uno stralcio.
"Fiocco azzurro in casa clonazione, o meglio fiocco rosa, visto che e' di embrione di sesso femminile di cui andiamo a parlare. La notizia della clonazione di un embrione umano e' letteralmente esplosa sulle maggiori reti televisive e testate giornalistiche mondiali la scorsa settimana. Ma che cosa c'e' di cosi' nuovo e straordinario? Nulla o quasi. Sicuro di essere subito tacciato di oscurantismo -attribuito immediatamente a chi osa dissentire da un uso, se non indiscriminato, quantomeno deregolato degli embrioni umani- mi accingo ad illustrare il perche' di questa mia affermazione.[.]
Quella pubblicata da Science non e' altro che la descrizione del superamento di limiti etici considerati invalicabili. Non sta allo scrivente decidere se questo sia lecito o no, ma deve essere chiaro che siamo di fronte solo ad un'efficace operazione mediatica. Per quanto riguarda le speranze in campo terapeutico, queste rimangono inalterate. Non siamo oggi ne' piu' vicini ne' piu' lontani da potenziali terapie, e ribadisco potenziali, basate su cellule staminali embrionali. E siamo egualmente confusi.
A valle di un dibattito durato anni, abbiamo scoperto che nulla e' cambiato, e le solite polemiche emergono trite e ritrite ancora una volta. Sappiano pero' i pazienti che e' sicuramente vero che le staminali embrionali offrono enormi possibilita' in ambito terapeutico, ma che non sono l'unica alternativa, come invece si vuol far credere. Sappiano i pazienti affetti da malattie neurodegenerative quali Alzheimer, Parkinson, Huntinghton e cosi' via (per cui si invoca la panacea delle staminali embrionali) che, lungi dall'essere le staminali embrionali umane pronte per i test pre-clinici e clinici, esistono delle cellule staminali cerebrali umane che potrebbero gia' venire impiegate in ambito clinico, quantomeno per alcune malattie che rimangono tristemente incurabili e mortali.
Perche' questo non e' ancora avvenuto? Perche' la preparazione di tali cellule cerebrali (come di altre) in un ambiente a sterilita' assoluta e garantita e' cosa assolutamente necessaria per operare sul paziente. Purtroppo questo ha dei costi elevatissimi, che finora non e' stato possibile affrontare. Fortunatamente la situazione e' andata migliorando negli anni piu' recenti e si comincia a scorgere la luce in fondo al tunnel. Ma per arrivare al "trial" su paziente e' necessario l'aiuto e l'attenzione di tutti.
Ben vengano dunque le discussioni sulle cellule staminali e sulla necessita' di esplorare tutte le possibili opzioni, incluse le cellule staminali embrionali. Ma se il proliferare dello stracciar di vesti in favore della clonazione umana ha come fine ultimo il bene dei pazienti -e non i benefici economici a favore delle compagnie che detengono i brevetti su queste procedure- mi chiedo: perche' nessun grido di dolore in favore di approcci che, come quello delle staminali cerebrali, sono pronti a trasferirsi dal bancone di un laboratorio al letto del paziente? Molti probabilmente sono all'oscuro di queste possibilita', spesso perche' si disperdono e si diluiscono nell'ambito di questioni piu' controverse, quali appunto quello della clonazione. O forse, tali approcci sono meno scottanti e quindi meno fruibili da un punto vista mediatico. Ma essi sono reali e prossimi ad uno sfogo in ambito di sperimentazione clinica compassionevole. Un piccolo grido di dolore in favore di queste tematiche sarebbe di grande aiuto, soprattutto per quanto concerne le speranze dei pazienti tutti, non solo di quelli affetti da malattie neurodegenerative. Per favore, che qualcuno cominci a gridare".
 
 
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