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 ITALIA - ITALIA - Italia. All'Universita' di Udine il centro di medicina rigenerativa
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5 agosto 2004 18:24
 
"La Regione investa sulla creazione della Banca dei tessuti". Il Centro interdipartimentale di medicina rigenerativa (Cime) della facolta' di Medicina dell'Ateneo friulano, costituito lo scorso marzo e diretto per i prossimi tre anni accademici da Carlo Alberto Feltrami, fa un passo avanti. Sono state definite le otto unita' operative che costituiscono il comitato scientifico, sono stati individuati i progetti di ricerca e costituito il comitato dei revisori scientifici, di cui faranno parte anche esperti del calibro di Piero Anversa e Attilio Maseri.
L'attivita' del Centro entrera' nel vivo nel 2005 e la ricerca si concentrera' sullo sviluppo dei fattori di riparazione e rigenerazione tessutale e sullo sviluppo di una Banca dei tessuti, struttura che potrebbe entrare a far parte del Servizio sanitario regionale occupandosi della disponibilita' di organi, tessuti e cellule per i trapianti, e che attualmente e' assente in Friuli Venezia Giulia. Proprio su quest'ultimo progetto si rivolge uno dei maggiori auspici del direttore. Attualmente, infatti, la Regione investe fondi attraverso convenzioni con varie strutture extra-regionali.
"Potremmo avere una Banca dei tessuti a Udine da subito, visto che abbiamo le tecnologie necessarie. Chiediamo alla Regione un finanziamento iniziale per la sua creazione. La Banca, una volta costituita, si manterra' con i fondi che attualmente vengono dati all'esterno", spiega Beltrami.
Il comitato scientifico del Cime e' costituito da otto unita' operative: Geni, molecole, proteine, di cui e' responsabile Claudio Brancolini, Immunita' e tolleranza con il responsabile Carlo Pucillo, Cellule, tessuti e organi, con Francesco Saverio Ambesi Impiombato e Maurizio Marchini, Controllo qualita' con Francesco Curcio, Fornitura e conservazione tessuti con Renato Fanin, Divulgazione scientifica con Carlo Alberto Beltrami, Sperimentazione animale con Gianluca Tell, a cui si aggiunge il Mati (microgravity, aging, training and immobility), il centro di eccellenza dell'ateneo friulano per lo studio della plasticita' muscolare in condizioni di stress nell'uomo. Quest'ultima struttura e' rientrata anche nel consiglio direttivo, con il suo rappresentante, Irene Mavelli, accanto ai dipartimenti di Scienze e tecnologie biomediche, Ricerche mediche e morfologiche, Patologia e medicina sperimentale e clinica, Scienze chirurgiche. Pochi giorni fa, inoltre, si e' consociata al Cime anche l'Azienda sanitaria S. Maria della Misericordia di Udine, con il suo rappresentante in Consiglio direttivo, Ugolino Livi.
La valutazione della bonta' e della correttezza del lavoro svolto sara' effettuata da un Comitato dei revisori scientifici, che sara' costituito da 3 eminenti scienziati, e di cui gia' fanno parte Piero Anversa del New York Medical College (Usa), autorita' mondiale nel campo delle cellule staminali cardiache, e Attilio Maseri, cardiologo di fama internazionale del San Raffaele di Milano. "Nel lavoro del Cime -dice Beltrami- vogliamo coinvolgere scienziati di base e clinici, per realizzare una ricerca trasversale che porti le enormi conoscenze di base sul piano applicativo, riuscendo in questo modo a ottenere risultati concreti per il paziente".
In particolare, per quanto riguarda l'ingegneria tessutale, il Cime, partendo dalle selezione delle cellule staminali dell'adulto, cerchera', per ovviare al problema della scarsita' di organi disponibili per i trapianti, di arrivare alla crescita dei tessuti, e, in un possibile futuro, di organi interi. "Sembra fantascienza, ma a piccoli passi ci arriveremo. La Commissione Dulbecco nel 2000 ha raccomandato lo sviluppo dello studio delle cellule staminali dell'adulto per sopperire alle esigenze che ci sono nel settore dei trapianti. Dulbecco stesso afferma che in Italia ci sono intelligenze e capacita', ma se non ci si da' da fare rimarremo irrimediabilmente indietro".
La possibile Banca dei tessuti di Udine, utile ad esempio in caso di insufficienza epatica grave o nei casi in cui c'e' necessita' di mantenere in vita un paziente in attesa di trapianto, "potrebbe operare da subito nel campo del fegato, della cornea, del tessuto osseo e del cordone ombelicale". Le donazioni del sangue del cordone ombelicale, che puo' salvare la vita ai bambini colpiti da malattie tumorali, ematologiche, immunologiche o legate ad alterazioni del metabolismo, attualmente passano da Udine alla Banca di sangue di cordone della clinica di Oncoematologia pediatrica di Padova. "Trasferendo la Banca a Udine potremmo superare le difficolta' logistiche legate al trasferimento a Padova e migliorare, almeno quantitativamente in modo significativo, i risultati in questo ambito". Non solo. In altre nazioni d'Europa o negli Stati Uniti, molti genitori chiedono di conservare, anche pagando, il sangue del cordone ombelicale per il proprio figlio, per poterlo utilizzare per la cura nel caso di sviluppo, nel corso della vita, di una laucemia o altra malattia onco-ematologica. "Potremmo offrire questo servizio -conclude Beltrami- anche a Udine. E se lo rendessimo un servizio pubblico, non a pagamento, allora sarebbe il primo caso in Italia".
 
 
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