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 ITALIA - ITALIA - Italia. L'alternativa alle staminali per "risvegliare" le cellule nervose
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29 maggio 2003 18:12
 
Un cocktail di sostanze, fra cui il fattore di crescita delle cellule nervose (Ngf) scoperto dal Nobel Rita Levi Montalcini, per risvegliare le cellule bambine del cervello. Lo sta mettendo a punto il gruppo dell'universita' di Bologna diretto da Laura Calza', in collaborazione l'Istituto di Neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e il centro di Patofisiologia del sistema nervoso dell'Hesperia Hospital di Modena.
Lo studio, pubblicato sulla rivista dell'Accademia delle scienze degli Stati Uniti, Pnas, e' stato finanziato da Telethon ed e' dedicato a Rita Levi Montalcini.
"Il nostro obiettivo -ha detto Laura Calza'- e' proporre una via alternativa alla ricerca sulle staminali". Mentre oggi la maggior parte degli studi punta a isolare le staminali, farle differenziare e moltiplicare in laboratorio e quindi a reimpiantarle, il gruppo di Calza' ha deciso di scegliere una strategia diversa, che punta a stimolare la crescita delle cellule progenitrici dei neuroni direttamente nel cervello. "La nostra -ha osservato la ricercatrice- non vuole essere una via alternativa al trapianto cellulare. Riteniamo pero' che sul comportamento del tessuto adulto del cervello ci sia ancora molto da imparare". E' altrettanto importante, secondo la ricercatrice, conoscere tutti i fattori che creano un ambiente favorevole all'attecchimento e allo sviluppo delle cellule nervose.
Al momento il gruppo di Calza' ha scoperto che alcuni ormoni, citochine, acido retinoico e lo stesso Ngf possono esercitare un'azione efficace sui neuroni che controllano la memoria (colinergici), quelli che degenerano nella malattia di Alzheimer.
Sono positivi i risultati finora ottenuti dal gruppo di Calza' in due esperimenti condotti sui ratti. "La strategia che abbiamo seguito -ha detto la ricercatrice- riproduce quello che accade durante lo sviluppo embrionale". I ricercatori hanno cioe' mimato in laboratorio quanto accade realmente quanto le cellule dell'embrione cominciano a differenziarsi per formare il cervello: e' stato possibile cosi' isolare le sostanze che sembravano esercitare un'azione specifica sui neuroni della memoria (colinergici).
Nei ratti e' stata inizialmente indotta una lesione dei neuroni colinergici, ulteriormente verificata sottoponendo gli animali a test di apprendimento e memoria. Quindi i ratti sono stati trattati, somministrando loro in sequenza le sostanze identificate come "nutrienti" per i neuroni della memoria. "In questo modo abbiamo ottenuto un recupero funzionale significativo -ha detto Calza'- e sono migliorati i parametri biochimici". I neuroni danneggiati hanno cioe' ripreso a produrre l'acetilcolina, la sostanza che e' il vero e proprio motore della memoria.
E' invece "una frontiera ancora lontana" la formazione di nuovi neuroni colinergici per riparare le lesioni. Questo "e' un obiettivo che eventualmente si raggiungera' in futuro", ha detto Calza'.
Al momento, pero', e' comunque possibile fare un passo in avanti notevole verso una futura terapia di malattie neurodegenerative, come l'Alzheimer. "Puo' darsi che sia possibile favorire processi protettivi dei neuroni residui", ha osservato la ricercatrice. Vale a dire che le sostanze capaci di aiutare le cellule nervose possono riuscire a creare un ambiente favorevole, capace di proteggere dalla degenerazione le cellule ancora sane e di conservarle in buono stato.
Nelle nostre ricerche, ha concluso Calza', "siamo fortissimamente debitori alle idee scientifiche di Rita Levi Montalcini", dalle sue ricerche sono derivate "informazioni assolutamente fondamentali per il nostro lavoro".
 
 
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