testata ADUC
 ITALIA - ITALIA - Italia. 30 giorni di tempo per l'invio degli elenchi degli embrioni, e poi?
Scarica e stampa il PDF
Notizia 
18 marzo 2004 18:34
 
Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge sulla procreazione medicalmente assistita, la n.40 19 febbraio 2004, le strutture e i centri di fecondazione assistita devono trasmettere al ministero della Salute "un elenco contenente l'indicazione numerica degli embrioni prodotti a seguito dell'applicazione di tecniche di procreazione medicalmente assistita nel periodo precedente la data di entrata in vigore della norma" (vale a dire prima del 10 marzo 2004); nonche', nel rispetto delle vigenti disposizioni sulla riservatezza dei dati personali, "l'indicazione nominativa di coloro che hanno fatto ricorso alle tecniche medesime a seguito delle quali sono stati formati gli embrioni". Lo ha comunicato alle strutture e centri, oltre che ad assessorati alla Sanita' delle Regioni e Province autonome, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia.
Nella nota di Sirchia si precisa che le informazioni "possono essere fornite tanto su supporto cartaceo quanto su supporto magnetico"; devono, in ogni caso, "essere accompagnate da una nota di trasmissione, a firma del responsabile, della struttura o del centro", nella quale siano precisati denominazione, indirizzo, numeri telefonici, telefax, indirizzo di posta elettronica.

Una volta che sara' stato fatto questo censimento non e' comunque chiaro che cosa avverra'. Se una prima proposta era stata quella del ministro Sirchia di creare un'unica struttura in cui concentrarli, ora l'idea della "casa degli embrioni congelati", sembra trasformarsi nella "casa degli embrioni orfani". A poche ore dall'entrata in vigore della legge, il ministro -che si trovava a Milano per inaugurare un centro per i trapianti del Policlinico- ha cercato di chiarire la sua posizione.
"Non ho nessuna intenzione di portare a Milano tutti i 25.000 embrioni congelati in Italia, ma solo quelli che nessuno reclama piu' da tempo, quelli che vengono definiti orfani. Gli altri, quelli che possono essere ancora impiantati resteranno, finche' potranno essere usati, nei centri per la fecondazione assistita, a disposizione delle famiglie che cercano di avere un figlio". "Non c'e' ancora alcuna proposta su questo centro per la conservazione degli embrioni. E' solo una mia idea: ci sono embrioni che non vengono piu' reclamati da nessuno. Faremo il censimento, come prevede la legge. Rispettare la natura degli embrioni significa anche metterli in un luogo dove possano stare. A Milano c'e' gia' una banca nazionale finanziata che opera da 10 anni. Non li puoi distruggere, ne' utilizzare. Cosa farne? Li conservi fino alla loro scadenza o alla morte biologica".
"Non ho mai pensato di togliere gli embrioni ai rispettivi genitori. La casa e' una ipotesi, per il momento. Se si fara', raccogliera' solo quelli non piu' impiantabili perche' hanno perso i legittimi proprietari oppure perche' hanno madri troppo in avanti con gli anni per poterli utilizzare", spiega cosi' il ministro Sirchia alle coppie che con l'associazione "Figli del freddo" manifestavano proprio su questo argomento. Stefano Esposito, fondatore dell'associazione avrebbe accolto con favore le dichiarazioni del ministro, pur mantenendo un po' di scetticismo: "se e' veramente cosi', siamo contenti. Se davvero Sirchia ha cambiato idea sulla proposta di deportare a Milano gli ovuli fecondati e ancora utilizzabili, vuole dire che abbiamo vinto la nostra battaglia, che potremo usare le cellule che le nostre donne hanno prodotto a costo di grandi sacrifici e fatiche, dopo mesi di bombardamenti ormonali e dopo delicati interventi chirurgici per il prelievo degli ovuli". "Se vorranno prelevarli (dalla clinica dove si trovano, ndr), dovranno passare sopra il mio corpo".
Ma un'altra questione aperta e' proprio sul censimento e sull'indicazione del nome e cognome dei genitori da inviare al ministero. "Ci vogliono diffidare dal trasmettere queste informazioni riservate -spiega infatti Luca Gianaroli, responsabile del centro di fecondazione Sismer di Bologna-. Siamo preoccupati per le enormi difficolta' di applicazione della legge, in molti suoi punti. Pensiamo agli embrioni frutto di una fecondazione eterologa, con seme di donatore, dovremo specificare che padre o madre sono anonimi? E ancora, come comportarsi con il materiale appartenente a pazienti stranieri?".

Sulla vicenda e' intervenuto a distanza di alcuni giorni anche il vice-presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Elio Sgreccia: "riunirli avrebbe il solo vantaggio di poter controllare meglio e di evitare eventuali abusi. Altro scopo e altro vantaggio non vedo. Gli embrioni congelati sono esseri umani in un campo di concentramento di ghiaccio". Sono, ha rilevato Sgreccia, il frutto di un errore "che va riportato all'origine" e di conseguenza, delle tre ipotesi sul loro destino attualmente al vaglio, "nessuna e' buona".
La prima ipotesi, per la quale "gli embrioni vengono ridotti a merce", prevede di utilizzarli per la sperimentazione e il prelievo di cellule staminali. La seconda via prevede di scongelarli e lasciarli morire. La terza, che prevede di adottarli, per Sgreccia "sarebbe auspicabile, ma poco praticabile. Molti embrioni congelati non sono piu' adatti ad essere impiantati, non si sa se siano sani o se abbiano subito danni. L'adozione e' una strada idealmente bella, ma difficilmente percorribile". Non e' da escludere, quindi, che alla fine possa essere adottata la seconda via, di lasciar morire gli embrioni in sovrannumero e orfani scongelandoli.
 
 
NOTIZIE IN EVIDENZA
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS