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 ISRAELE - ISRAELE - Israele. Coltivati reni umani nei topi, grazie alle staminali
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24 dicembre 2002 17:04
 
Nuovo storico traguardo sul fronte della ricerca medica mondiale: un'equipe di scienziati ha coltivato reni umani in miniatura nei topi da laboratorio utilizzando le cellule staminali. Si tratta di una vera e propria svolta, che accende la speranza di crescere in futuro organi umani per far fronte alla carenza cronica di donatori. L'esperimento, diretto dal Professor Yair Reisner, e' stato condotto da un gruppo di ricercatori dell'istituto scientifico israeliano Weizmann ed e' riportato sulla rivista medica britannica "Nature Medicine".
Per realizzarlo, sono state impiegate cellule staminali umane e suine progenitrici di cellule renali. Gli scienziati le hanno trapiantate in cavie da laboratorio e sia i tessuti umani, sia quelli suini sono cresciuti nella forma di reni perfetti, anche se a misura di topo. Nonostante le dimensioni, gli organi svolgono correttamente le proprie funzioni, inclusa la produzione di urina, e vengono irrorati dai vasi sanguigni dell'organismo ospitante diminuendo cosi' il rischio di rigetto in maniera consistente. I risultati dell'esperimento, secondo alcuni esperti, fanno pensare che i tessuti fetali umani o suini potrebbero analogamente trasformarsi in reni sani anche se venissero trapiantati direttamente nell'organismo umano. Per questo, i ricercatori sperano che le cellule staminali suine possano divenire una fonte di rifornimento di organi per i pazienti in attesa di un trapianto di rene. Lo studio indica anche il momento dello sviluppo embrionale durante il quale le cellule staminali hanno una maggiore probabilita' di formare reni sani minimizzando cosi' il rischio di rigetto: si tratta di quattro settimane per le cellule suine e sette/otto settimane per quelle umane. Se prelevati e trapiantati prima del periodo indicato, i tessuti potrebbero includere strutture non renali come osso, cartilagine e muscolo. Se l'operazione viene eseguita in un momento successivo, invece, il rischio di rigetto da parte del sistema immunitario sarebbe sostanziale. Dopo avere coltivato i tessuti staminali nei topi, gli scienziati hanno testato la reazione del sistema immunitario umano ai nuovi organi in caso di eventuale trapianto. Per farlo, hanno iniettato linfociti umani nei topi immunodeficienti. Dall'esperimento e' emerso che il tempismo e' fondamentale: se le cellule renali vengono trapiantate al momento giusto dello sviluppo embrionale, i linfociti non attaccano i nuovi organi.
L'equipe ha precisato che la ricerca e' ancora in fase di sperimentazione, ma se l'esito si dimostrasse positivo, un trattamento terapeutico potrebbe essere disponibile entro pochi anni.
 
 
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