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 GERMANIA - GERMANIA - Germania. Ancora a proposito del premio a Ian Wilmut
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31 marzo 2005 21:02
 
(Intervista rilasciata dal virologo Bernhard Fleckenstein della Fondazione Paul Ehrlich a Der Spiegel)

La Sua decisione di onorare Ian Wilmut con il premio Paul Ehlich-Ludwig Darmstaedter ha suscitato vigorose proteste in Germania. Di recente Ian Wilmut ha ottenuto una licenza che gli permette di coltivare cellule staminali da embrioni umani clonati, mentre qui da noi la clonazione terapeutica non e' consentita. E tuttavia Lei continua a sostenere il conferimento del premio a Wilmut?
Quando Wilmut, per primo, e' riuscito a copiare un mammifero adulto, ha dato il via a una rivoluzione scientifica. E nel suo Paese ha ottenuto l'autorizzazione alla clonazione terapeutica, cosa che io giudico eticamente del tutto sostenibile. Viceversa, dovremmo chiederci come mai proibiamo con tanto di codice penale un'evoluzione cosi' importante. In Germania i ricercatori che si oppongono al divieto di clonazione rischiano addirittura la galera. In linea con l'opinione prevalente a livello mondiale, lo Stato dovrebbe tutelare con il Diritto penale le cellule embrionali solo quando siano attecchite nell'utero e non, come ora, l'ovulo appena fecondato.
Grossomodo il 40% dei 100.000 euro del premio provengono dal Governo. Come si giustifica che i soldi dei contribuenti finiscano in una sperimentazione che qui sarebbe vietata?
Ian Wilmut ha spiegato chiaramente che non utilizzera' i soldi del premio per clonare embrioni umani, bensi' negli esperimenti con i topi. Trovo encomiabile che spenda quel denaro nella ricerca anziche' per uso privato.
Come pensa di controllare l'impiego di quei soldi da parte di Wilmut?Non se ne parla proprio. Non spetta alla nostra commissione fare questo genere di verifica. Non siamo un organo di polizia.
 
 
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