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 GRAN BRETAGNA - GRAN BRETAGNA - Gb. Staminali fetali per arrestare il danno cerebrale nei neonati
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16 settembre 2004 20:17
 
Le cellule staminali prelevate dal feto potrebbero essere utilizzate per riparare i danni cerebrali nei bambini prematuri e per curare difetti genetici di un bebe' quando questo si trova ancora nell'utero materno.
Huseyin Mehmet, uno scienziato della facolta' di medicina dell'Imperial College di Londra ha spiegato che, mentre nel 1993 il bimbo piu' prematuro rimasto in vita in Gran Bretagna era nato alla 27/esima settimana di gestazione, ora la scienza puo' salvare anche quelli nati alla 23/esima, non sempre pero' senza danni per il cervello del bambino.
I bambini nati normalmente alla 40/esima settimana possono subire incidenti durante la nascita che, interrompendo il flusso di ossigeno e sangue al cervello, causano la paralisi cerebrale. I bebe' nati prima della 30/esima settimana di gestazione hanno oltre l'80% delle possibilita' di sviluppare problemi neurologici come l'iperattivita', la difficolta' a stare attenti e la spasticita'.
"Per molti anni, e per troppo tempo in questo Paese, abbiamo sottovalutato l'importanza dei danni cerebrali nei neonati", ha detto Mehmet durante il festival della scienza presso l'universita' di Leicester. Lo scienziato, insieme al suo team presso l'ospedale di Hammersmith, e' riuscito ad elaborare un sistema per prelevare sangue e persino midollo osseo di un feto quando questo si trova ancora nell'utero materno.
"E' possibile trattare queste cellule, farle crescere trapiantarle al posto di quelle che sono state danneggiate", ha spiegato lo scienziato: "siamo riusciti a provare che queste cellule staminali possono integrarsi nel cervello.
Ricerche condotte sui topi hanno infatti dimostrato che le cellule staminali possono diventare cellule cerebrali. nel giro di cinque o 10 anni, ha affermato Mehmet, tale procedimento potrebbe essere realizzato su un essere umano.
La tecnica, infatti, e' ancora in fase sperimentale. I ricercatori devono utilizzare cellule sviluppatesi durante le prime settimane di gestazione e cio' puo' rappresentare un rischio per il feto.
I vantaggi che deriverebbero dall'introduzione di questo sistema sono molteplici. "Potremmo prelevare queste cellule da un paziente affetto da una malattia genetica. Non c'e' nulla che ci impedisca di prelevare le cellule a due mesi dall'inizio della gravidanza. Possiamo poi trascorrere gli altri sette mesi a manipolare le cellule in laboratorio per correggere i difetti genetici e per poi trapiantarle nel paziente dal quale sono state precedentemente prelevate", ha spiegato Mehmet.
 
 
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Huseyin Mehmet, uno scienziato della facolta' di medicina dell'Imperial College di Londra ha spiegato che, mentre nel 1993 il bimbo piu' prematuro rimasto in vita in Gran Bretagna era nato alla 27/esima settimana di gestazione, ora la scienza puo' salvare anche quelli nati alla 23/esima, non sempre pero' senza danni per il cervello del bambino.
I bambini nati normalmente alla 40/esima settimana possono subire incidenti durante la nascita che, interrompendo il flusso di ossigeno e sangue al cervello, causano la paralisi cerebrale. I bebe' nati prima della 30/esima settimana di gestazione hanno oltre l'80% delle possibilita' di sviluppare problemi neurologici come l'iperattivita', la difficolta' a stare attenti e la spasticita'.
"Per molti anni, e per troppo tempo in questo Paese, abbiamo sottovalutato l'importanza dei danni cerebrali nei neonati", ha detto Mehmet durante il festival della scienza presso l'universita' di Leicester. Lo scienziato, insieme al suo team presso l'ospedale di Hammersmith, e' riuscito ad elaborare un sistema per prelevare sangue e persino midollo osseo di un feto quando questo si trova ancora nell'utero materno.
"E' possibile trattare queste cellule, farle crescere trapiantarle al posto di quelle che sono state danneggiate", ha spiegato lo scienziato: "siamo riusciti a provare che queste cellule staminali possono integrarsi nel cervello.
Ricerche condotte sui topi hanno infatti dimostrato che le cellule staminali possono diventare cellule cerebrali. nel giro di cinque o 10 anni, ha affermato Mehmet, tale procedimento potrebbe essere realizzato su un essere umano.
La tecnica, infatti, e' ancora in fase sperimentale. I ricercatori devono utilizzare cellule sviluppatesi durante le prime settimane di gestazione e cio' puo' rappresentare un rischio per il feto.
I vantaggi che deriverebbero dall'introduzione di questo sistema sono molteplici. "Potremmo prelevare queste cellule da un paziente affetto da una malattia genetica. Non c'e' nulla che ci impedisca di prelevare le cellule a due mesi dall'inizio della gravidanza. Possiamo poi trascorrere gli altri sette mesi a manipolare le cellule in laboratorio per correggere i difetti genetici e per poi trapiantarle nel paziente dal quale sono state precedentemente prelevate", ha spiegato Mehmet.
 
 
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