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 FRANCIA - FRANCIA - Francia. A Villejuif si lavora su cellule staminali di embrioni umani
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11 dicembre 2003 21:24
 
In Francia esiste un solo laboratorio dove si fa ricerca con cellule staminali embrionali. E' il laboratorio di biologia delle cellule staminali umane del CNRS a Villejuif, nella periferia parigina, diretto da Jacques Hatzfeld. I grumi cellulari provengono da una delle due linee importate l'anno scorso dall'Australia nel quadro di un'autorizzazione governativa eccezionale, accordata in attesa della nuova legge.
Dopo i lavori pionieristici dell'Universita' del Wisconsin, nel 1998, diversi laboratori hanno perpetuato, in coltura, le cellule che compongono un embrione umano di pochi giorni. Sono cellule totipotenti, capaci di diversificarsi in ogni genere di tessuto umano. Il laboratorio di Villejuif e' oggi in grado di produrre cento "corpi embrioidali" alla settimana. Miliardi di cellule da un unico embrione, proveniente dalla fecondazione in vitro ma non utilizzato, e i cui genitori, in Australia, hanno donato per la ricerca. Le palline non sono affatto degli embrioni, insiste Jacques Hatzfeld. Qui, si e' ben lontani dal discorso magico delle cellule della speranza, che permettono di costruire organi di ricambio. Certo, numerosi gruppi nel mondo sono riusciti ad ottenere da cellule non specializzate altre cellule nervose o del fegato. Da un anno, i ricercatori di Villejuif hanno piu' modestamente imparato a coltivare queste cellule senza che riposino sul substrato tradizionalmente impiegato: cellule di topo. Una tappa importante.
Ma a cosa servono le cellule ricavate da embrioni? Nel maggio 2002, un articolo apparso su Nature, di Catherine Verfaillie, biologa belga dell'Universita' del Minnesota, creava l'evento: per la prima volta, essa era riuscita a ottenere cellule nervose, di cartilagine, di fegato a partire da cellule prelevate dal midollo osseo di un adulto. Un senatore repubblicano si approprio' subito di questi risultati per cercare di convincere come fosse inutile fare ricerca sugli embrioni quando si potevano ottenere gli stessi risultati con le cellule staminali adulte. Ma non e' cosi' semplice. Da allora "nessuno e' riuscito a riprodurre quell'operazione", assicura Jacques Hatzfeld.
Tra i molti argomenti a favore dell'interesse per le cellule staminali embrionali, il ricercatore del Cnrs spiega che e' nei primi giorni di sviluppo che si operano i rimaneggiamenti epigenetici: dei meccanismi che possono spegnere o accendere determinati geni e generare un cancro o un'altra malattia. Impossibile studiare questi meccanismi con le cellule adulte. Catherine Verfaillie insiste sul fatto che si debba perseguire nelle due vie di ricerca, cellule adulte e cellule embrionali, allo scopo di determinare quali cellule staminali siano le piu' utili per trattare questa o quella malattia.
 
 
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Dopo i lavori pionieristici dell'Universita' del Wisconsin, nel 1998, diversi laboratori hanno perpetuato, in coltura, le cellule che compongono un embrione umano di pochi giorni. Sono cellule totipotenti, capaci di diversificarsi in ogni genere di tessuto umano. Il laboratorio di Villejuif e' oggi in grado di produrre cento "corpi embrioidali" alla settimana. Miliardi di cellule da un unico embrione, proveniente dalla fecondazione in vitro ma non utilizzato, e i cui genitori, in Australia, hanno donato per la ricerca. Le palline non sono affatto degli embrioni, insiste Jacques Hatzfeld. Qui, si e' ben lontani dal discorso magico delle cellule della speranza, che permettono di costruire organi di ricambio. Certo, numerosi gruppi nel mondo sono riusciti ad ottenere da cellule non specializzate altre cellule nervose o del fegato. Da un anno, i ricercatori di Villejuif hanno piu' modestamente imparato a coltivare queste cellule senza che riposino sul substrato tradizionalmente impiegato: cellule di topo. Una tappa importante.
Ma a cosa servono le cellule ricavate da embrioni? Nel maggio 2002, un articolo apparso su Nature, di Catherine Verfaillie, biologa belga dell'Universita' del Minnesota, creava l'evento: per la prima volta, essa era riuscita a ottenere cellule nervose, di cartilagine, di fegato a partire da cellule prelevate dal midollo osseo di un adulto. Un senatore repubblicano si approprio' subito di questi risultati per cercare di convincere come fosse inutile fare ricerca sugli embrioni quando si potevano ottenere gli stessi risultati con le cellule staminali adulte. Ma non e' cosi' semplice. Da allora "nessuno e' riuscito a riprodurre quell'operazione", assicura Jacques Hatzfeld.
Tra i molti argomenti a favore dell'interesse per le cellule staminali embrionali, il ricercatore del Cnrs spiega che e' nei primi giorni di sviluppo che si operano i rimaneggiamenti epigenetici: dei meccanismi che possono spegnere o accendere determinati geni e generare un cancro o un'altra malattia. Impossibile studiare questi meccanismi con le cellule adulte. Catherine Verfaillie insiste sul fatto che si debba perseguire nelle due vie di ricerca, cellule adulte e cellule embrionali, allo scopo di determinare quali cellule staminali siano le piu' utili per trattare questa o quella malattia.
 
 
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