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 FRANCIA - FRANCIA - Francia. Si' dal Governo alla ricerca con gli embrioni sovrannumerari
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11 dicembre 2003 21:35
 
Il Governo francese da' il via libera alla ricerca a scopo terapeutico sugli embrioni, anche se "in via eccezionale" e "per una durata limitata a cinque anni": sul tema ne discute dal 9 dicembre l'Assemblea nazionale.
La tormentata legge sulla bioetica sembra arrivata nella sua fase conclusiva dopo un iter di circa 10 anni. Sara' infatti promulgata l'anno prossimo dopo essere stata messa in cantiere nel 1994. Nel 1999 era pronta ma fu rinviata, poi nel 2002, prima delle presidenziali, il Governo dell'epoca fece soltanto a tempo a farla approvare in prima lettura. L'attuale ministro della Sanita', Jean-Francois Mattei, e' ripartito da quella legge proponendo numerose modifiche sia nel campo della ricerca sull'embrione, sia sulla procreazione assistita.
La novita' e' che la ricerca sull'embrione in Francia sara' consentita "in via eccezionale" e "per una durata limitata di cinque anni". Al quotidiano cattolico La Croix, il ministro Mattei spiega che si tratta di una "necessita' scientifica": "si tratta di poter studiare gli embrioni e curare persone colpite da malattie degenerative gravissime e oggi in gran parte incurabili. Spero che la ricerca sulle cellule staminali adulte consentira' di evitare il ricorso alle cellule embrionali". Mattei afferma che "i ricercatori sono praticamente unanimi nel ritenere che bisogna poter paragonare i due tipi di ricerca per essere in grado di fare la scelta giusta quando sara' il momento". Il ministro sostiene che, se sara' possibile evitare il ricorso all'embrione, "non avremo bisogno di ripristinare un divieto che non e' stato tolto". In caso contrario, "si potra' prolungare l'autorizzazione di altri cinque anni".
E' bastato questo punto, pur delicatissimo, a scatenare polemiche a non finire, anche perche' la disponibilita' degli embrioni per la ricerca e' direttamente legata ai cosiddetti "embrioni in sovrannumero" resi disponibili per volonta' delle coppie che fanno ricorso alla fecondazione assistita. Nella proposta infatti si prevede che le coppie potranno scegliere se distruggere gli embrioni in sovrannumero, se destinarli alla ricerca a scopo terapeutico oppure se donarli a un'altra coppia sterile.
Per monsignor Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, la deroga di cinque anni e' una "trasgressione senza precedenti" che "rischia di incoraggiare la produzione di embrioni in sovrannumero al solo scopo di farne degli oggetti di ricerca". "La riduzione utilitaristica di un essere umano nei primi stadi dello sviluppo" alla dimensione "di semplice materiale da laboratorio" e' "inaccettabile".
Di tenore esattamente opposto sono le critiche che arrivano dalla sinistra: il socialista Alain Claeys, relatore del progetto di legge del 2002, contesta anche l'ambiguita' della deroga, affermando che "o si risponde di si' alla domanda e lo si dice chiaramente, o si e' contrari alla ricerca, ma se ne assumono le responsabilita"'. Il rischio per il Paese e' perdere competitivita' nel campo della ricerca scientifica sulle biotecnologie.
Dal progetto di legge resta rigorosamente esclusa la clonazione, sia a scopo riproduttivo, sia a scopo terapeutico: per quest'ultima, si rischiano sette anni e 100.000 euro di multa in caso di violazione.
 
 
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