Nell'ambito delle prime Assise della carta stampata e gioventu' che si sono svolte a Bordeaux il 13 marzo, e che hanno mostrato l'interesse degli studenti per i grandi temi d'attualita', il quotidiano Le Figaro ha organizzato un dibattito sulla clonazione. Il ginecologo Rene' Frydman e il genetista Axel Kahn hanno risposto alle domande dei giovani, talvolta colorate d'inquietudine, in merito a clonazione, procreazione medicalmente assistita, genetica e attuale crisi della ricerca.
Secondo i due ricercatori, l'annuncio del gruppo coreano relativo alla creazione dei primi embrioni umani clonati, notizia convalidata da una pubblicazione scientifica (Science), segna incontestabilmente una svolta. Per Rene' Frydman, uno dei padri del primo bambino in provetta francese (Amandine, nata nel 1982), la pubblicazione della notizia e' legittima in nome della conoscenza. Spettera' poi alla comunita' scientifica e ai politici vigilare sulle sue possibili applicazioni.
"Ho sempre detto che la prima volta che qualcuno mettera' a punto il metodo per ottenere un embrione e lo pubblichera', i primi ad utilizzarlo saranno persone come Antinori, Zavos o i raeliani che finora non avevano i mezzi da utilizzare", ha obiettato Axel Kahn. Ragion per cui il direttore dell'Istituto Cochin non ha visto di buon occhio la pubblicazione dei lavori coreani. Egli e' convinto che non ci sara' nessun malato guarito entro i prossimi dieci anni grazie a quest'esperienza, mentre scommette che tra due anni avremo un bambino clonato.
Su un punto i due sono d'accordo: quella che si chiama clonazione terapeutica non e' per domani. E infatti preferiscono usare il termine clonazione scientifica.
La clonazione riproduttiva puo' portare a produrre uomini su misura? Per Axel Kahn, non e' la biologia che puo' trasformare l'incubo del "migliore dei mondi possibili" in realta', bensi' l'ideologia, ha insistito, mentre l'eco degli attentati di Madrid era ancora negli animi dei presenti.