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 BRASILE - BRASILE - Brasile. Mayana Zatz: il tempo corre e la ricerca deve andare avanti
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18 marzo 2004 19:17
 
Mentre prosegue il dibattito in merito alla Legge sulla Biosicurezza, approvata dalla Camera dei Deputati e ora al Senato, in cui si vietano sia la ricerca con gli embrioni che la clonazione terapeutica, il quotidiano Folha de S.Paulo ha dedicato un approfondimento curato da Leonardo Medeiros. In uno degli articoli viene intervistata la coordinatrice del Centro di Studi sul Genoma Umano dell'USP, Universita' di Paolo, Mayana Zatz.

E' un diritto della societa' decidere sulla direzione in cui deve andare la scienza e la conoscenza umana, e nel caso particolare decidere se e' corretto fare ricerche con embrioni umani?
Credo che sia molto importante la partecipazione della societa' nel prendere le decisioni, tuttavia io noto come ci sia molta disinformazione. Quando noi parliamo di embrioni, molta gente crede che noi ci riferiamo a feti con le gambine e le braccine. Ma noi in realta' ci riferiamo a grumi di cellule piu' piccole di una punta di spillo, ad embrioni che hanno un potenziale di vita bassissimo. La stessa cosa e' avvenuta quando si e' pensato di fare i trapianti di organi. Anche allora c'e' stata una rivolta nella societa', ma oggi molte vite sono salve grazie ai trapianti.

I gruppi religiosi difendono il divieto delle ricerche embrionali perche' credono che la vita cominci dal concepimento. Per la scienza, quando comincia la vita?
La scienza ha una visione, credo abbastanza interessante, secondo la quale non esiste un inizio o una fine: la vita sarebbe un ciclo. Cioe', un embrione si forma, si sviluppa e un giorno produrra' nuove cellule germinali che daranno origine ad un nuovo essere. Tenendo conto di questa filosofia, per un embrione congelato, che non ha le qualita' per formare una vita, il ciclo e' finito. Ma se, a partire da questo embrione, vengono estratte cellule staminali che possono curare, ad esempio, un bambino colpito da una malattia mortale, staremo mantenendo il ciclo vitale.

Se il Senato approva la legge come l'ha ricevuta dalla Camera, cosa significherebbe per la scienza?
Significa che non potremmo fare le ricerche con le cellule staminali embrionali. Poche settimane fa, un gruppo di coreani ha chiesto il brevetto perche' e' riuscito a fare delle linee di cellule staminali embrionali. Questo vuol dire che noi dovremmo pagare delle royalties se non riusciremmo a fare ricerca in Brasile.

L'attuale legislazione lascia aperte delle possibilita' per fare ricerca con le staminali?
La legislazione attuale non e' molto definita. Ma oggi non si puo' fare ricerca con le staminali embrionali. Le cliniche di fecondazione assistita gettano gli embrioni nella spazzatura, e non li cedono alla ricerca perche' temono di venire sanzionate.

Quali cambiamenti auspica la comunita' scientifica per il progetto sulla biosicurezza?
Due cose sono fondamentali. La prima e' il permesso per fare ricerca con le staminali embrionali e la seconda l'agilita' nelle decisioni. Non basta permettere la ricerca se poi i comitati di etica ci mettono tre anni per approvare qualsiasi progetto che gli viene sottoposto.

A che punto sono attualmente le ricerche con le staminali?
Il nostro gruppo sta lavorando con le staminali del cordone ombelicale. Ma per ora ci sono solo sperimentazioni, non le abbiamo testate nei pazienti. Intanto abbiamo visto i risultati di nuovi lavori fatti con le staminali embrionali che dimostrano la potenzialita' di queste cellule nel differenziarsi in qualsiasi tessuto. Io vorrei molto che le cellule del cordone ombelicale funzionassero perche' il problema si risolverebbe. Ma non possiamo fermarci nel testare le staminali embrionali perche' molti pazienti non hanno il tempo di aspettare se le staminali cordonali possono bastare. Dobbiamo lavorare su due ipotesi contemporaneamente.
 
 
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