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 AUSTRALIA - AUSTRALIA - Australia. La prima nascita dopo la diagnosi pre impianto
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Notizia 
20 gennaio 2005 18:59
 
Grazie alla diagnosi genetica pre-impianto e' avvenuta in Australia la prima nascita di una bambina sana da una coppia a rischio per una condizione del sangue che puo' dare incompatibilita' tra madre e feto ed essere fatale a quest'ultimo.
Il lieto evento, descritto sulla rivista Human Reproduction, risale al novembre 2003 e riguarda una bambina sana nata in seguito alla diagnosi pre-impianto eseguita dai ricercatori del Royal North Shore Hospital and Sydney IVF, che hanno selezionato gli embrioni prima di impiantarli nell'utero dell'aspirante mamma.
La donna non era sterile ma, per una proprieta' del suo sangue, in una gravidanza normale avrebbe rischiato di perdere il proprio bimbo o di provocargli una gravissima anemia. Il problema della donna, ha spiegato Sean Seeho, era il fattore RhD negativo (RhD-), il gruppo sanguigno di cui lei e' portatrice. Essere RhD- significa non possedere alla superficie dei globuli rossi l'antigene D, una molecola in grado di indurre una risposta immunitaria se riconosciuta nel corpo di un soggetto RhD-. Le donne RhD- il cui partner e' invece portatore di una copia del gene per l'antigene (RhD+) e di una del gene RhD- che semplicemente non produce antigene (individui detti eterozigoti RhD+/RhD-) possono concepire un bimbo nel cui sangue c'e' l'antigene. Questo non comporta alcun problema alla prima gravidanza ma, se durante il primo parto le cellule di difesa della neo-mamma entrano in contatto con l'antigene D, producono anticorpi anti-D. Alla successiva gravidanza queste cellule si ricordano del 'nemico', l'antigene appunto, e attaccano il feto RhD+ danneggiandone il sangue. Questo gli puo' procurare una forte anemia dall'esito anche fatale o puo' indurre un aborto o un parto prematuro.
Il fattore RhD- non e' poco diffuso, riguarda il 17% delle donne caucasiche, quindi puo' costituire un problema non di rado quando una coppia decide di avere dei figli.
E' il caso della donna australiana, il primo documentato secondo Sean Seeho, il coordinatore del gruppo che ha aiutato la coppia ad avere la bimba. La donna infatti aveva avuto una seconda gravidanza, con concepimento naturale, dando alla luce un bimbo RhD+ gravemente danneggiato dalla reazione immunitaria materna e non ha voluto rischiare una terza gravidanza per concepimento naturale, che sarebbe stata ancora piu' pericolosa.
I ginecologi non hanno fatto altro che selezionare, tra gli embrioni della coppia quelli RhD-. Alcuni di questi, impiantati nell'utero, si sono sviluppati permettendo alla donna di vivere la gravidanza in tutta tranquillita' e senza il rischio di una risposta immunitaria. Questo caso, ha concluso Seeho, e' l'ennesima dimostrazione dell'utilita' della diagnosi pre-impianto e della selezione embrionale, laddove vi sia per esempio il rischio di concepire un bimbo affetto da malattie ereditarie.
 
 
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