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Urne sospette nel lago di Zurigo
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Articolo di Rosa a Marca
11 maggio 2010 14:52
 

Qualche settimana fa nel lago di Zurigo sono state rinvenute casualmente varie urne cinerarie, e subito il sospetto si è diretto su Dignitas. Sospetto avvalorato dall'intervista di un'ex collaboratrice dell'associazione d'assistenza al suicidio.
Ma procediamo con ordine.
Il 18 aprile, alcuni sommozzatori impegnati a recuperare una tenda da sole persa da un motoscafo della polizia hanno scoperto, in località Kuesnacht, 35 urne cinerarie anonime. E ne hanno informato Awel (ente per l'acqua, l'aria, l'energia, i rifiuti) e la Procura di Zurigo. Polizia e procura hanno subito avviato le indagini; da parte sua Awel ha dichiarato che sebbene le ceneri non rappresentino un rischio per le acque data la loro scarsa quantità, si tratta tuttavia di una modalità di sepoltura “inammissibile”. “Il lago di Zurigo è la nostra riserva d'acqua potabile e molta gente ci fa il bagno”, spiega il suo portavoce. Essendo intollerabile che qualcuno vi getti le urne, Awel ha sporto denuncia contro ignoti per “turbativa della quiete dei morti” -reato punito con pesanti sanzioni pecuniarie o il carcere.
Già nell'autunno 2008 nel lago erano stati rinvenuti cenere e frammenti ossei che facevano pensare a resti umani. E già allora Awel ebbe dei sospetti su Dignitas, non verificati ma tali da indurre l'ente a scrivere al suo fondatore, Ludwig A. Minelli, per informarlo che è vietato usare il lago come luogo di sepoltura, tranne i casi autorizzati di dispersione delle ceneri.
Nel frattempo è venuta alla luce una vicenda che alimenta ulteriormente le inquietudini. E' la storia di una signora tedesca di 81 anni, Martha H., che anni fa si era rivolta a Dignitas per porre fine alle sue sofferenze dovute a una forma acuta di artrite. Nell'estate 2003, all'insaputa della famiglia, la signora lasciò casa sua vicino a Kiel per trasferirsi a Zurigo dove, il 20 luglio, si suicidò assistita da Dignitas. Un mese dopo, la sua figliastra, Monika P., ricevette dall'esecutore testamentario vari documenti, compresa questa dichiarazione: “La sera dell'11 agosto 2003 le ceneri di Martha H. sono state affidate alle acque del lago di Zurigo nella Zehntentrotte a Kuesnacht”; firmato “Ludwig A. Minelli, Generalsekretaer” di Dignitas. Era la prova inequivocabile della sepoltura operata dall'associazione. Il fatto indignò i famigliari della defunta poiché nella lettera d'addio che Monika P. ricevette pochi giorni dopo la morte, la matrigna manifestava nei dettagli il desiderio d'essere sepolta a Kiel accanto al marito morto prima di lei. Secondo Martha H., Minelli sapeva di questa sua volontà, ma l'avrebbe disattesa per risparmiare i soldi e le noie del trasferimento in Germania dell'urna. Minelli, pur confermando l'autenticità della comunicazione da lui firmata, nega d'aver disatteso le ultime volontà della defunta. Spiega che in una lettera dell'aprile 2003 la signora scriveva di voler essere cremata e sepolta in un prato, ma che una volta giunta a Zurigo aveva acconsentito, verbalmente, a che l'urna fosse depositata nel lago di Zurigo; consenso di cui esiste anche prova scritta. Di tutto il resto non parla a indagini giudiziarie in corso. Ben più loquace la sua ex collaboratrice, Soraya Wernli, che ha fatto mettere a verbale quanto riferito al Consigliere Markus Kaegi: Minelli consiglia sempre la sepoltura nel lago, essendo meno onerosa. E in un'altra occasione ha spiegato che quando nella cantina di Minelli si accumulano dieci o dodici urne, lui provvede a buttarle nel lago, non prima d'aver tolto la targhetta del nome e la piombatura.
Vedremo il seguito.

 
 
 
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