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Testamento biologico. E se lo porto dal notaio?
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Articolo di Marco Bazzichi
11 aprile 2008 0:00
 
Il paziente agonizzante chiede pietà e vuole farla finita, un altro è in coma da 5 anni, in stato vegetativo. Ma i medici impediscono di staccare la spina. "Non è in grado di intendere e di volere" spiegano i ben pensanti, "nel dubbio lasciamo tutto così". Poi salta fuori un amico o un parente con una dichiarazione scritta, dalla quale risulta che lo stesso paziente, quand'era nel pieno possesso delle proprie facoltà, non avrebbe voluto né continuare a sopravvivere ridotto a larva o a pianta, né soprattutto prolungare il massacro affettivo e mentale di chi lo circonda. Quel documento non dà alcun vincolo a medici e magistrati, ma, se non altro, qualora risulti certificato da un notaio e da due testimoni, e magari sia depositato al registro dei testamenti, serve a stabilire l'identità e la volontà di chi l'ha redatto.

Per questo, è utile, e sicuramente non dannoso, recarsi da un notaio a depositare un semplice e chiaro testamento biologico, nel quale si ufficializzi la volontà di non continuare a sopravvivere attaccati per sempre ad una macchina o colpiti da un'irreversibile lesione cerebrale. Ma a quale notaio ci si può rivolgere? Per ora, fermo restando che questo genere di documento non è previsto ma nemmeno proibito dalla legge italiana, conosciamo soltanto il notaio Luigi Aricò che, nel suo studio in Piazza Strozzi a Firenze, accetta e ufficializza testamenti biologici alla cifra simbolica di un euro. "L'intervento del notaio -spiega Aricò- dà la certezza dell'identità personale". Già questo non è poco: "nessuno può contestare, in primo luogo, che sia un falso stilato da parenti, associazioni per l'eutanasia o che altro. L'intervento notarile serve a dare la certezza dell'identità delle parti. Il testamento biologico diventa così comunque un atto da esteriorizzare". Oltre all'identità si certifica anche la volontà: "dal punto di vista giuridico-notarile, il fatto che non vi sia un pubblico ufficiale che prenda in mano il testamento biologico", per via del vuoto legislativo,  "non crea particolari problemi". Addirittura, se qualcuno, in quanto notaio, lo prende in mano, "è obbligato, secondo la legge vigente notarile del 1913, a registrarlo, il che significa portarne una copia all'ufficio del registro". Perché proprio a un euro? "C'è chi dice che andrebbe registrato gratis e senza tassa, ma questo è da discutere. Tutte le volte c'è l'impiegato che non vuol saperne e si rifiuta di archiviarlo se non si paga una tassa anche minima." E' invece dal punto di vista medico e politico che si pone il problema di farlo rispettare, perché "se ne infischiano tutti", dice Arico'.

Mentre per i testamenti normali si può nominare un esecutore testamentario, "il problema nasce quando si arriva con questo testamento biologico, perché c'è il vuoto legislativo". Ad ogni modo non è proibito, anzi, è nel rispetto della legge che un notaio ufficializzi un testamento  biologico, "che ha valore al 100% fino a che non si arriva al medico che può dire: 'io me ne infischio'. E che gli fai? Per fortuna Riccio -il medico di Welby- è stato assolto".

Andare dal notaio e mettere nero su bianco, con tanto di testimoni, nella speranza che ci aiuti a uscire, il prima possibile, dall'agonia che Welby ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica: è un gesto che è utile, "nonostante il vuoto legislativo, perché non è detto che poi di fatto non venga rispettato e poi perché c'è una base per dare futuro sviluppo al testamento biologico, forzando la mano all'opinione pubblica e ai politici. Stiamo parlando di cose atroci -conclude Aricò- e a me pare che tenere per forza in vita è una crudeltà tremenda. Quanta più gente ne farà, tanto meglio potrà essere regolamentato".

Vedi anche:
Testamento biologico (facsimile)
 
 
 
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