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Spagna. Queralt: una delle sfide di questa legislatura e' depenalizzare l'eutanasia
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Articolo di Joan J. Queralt
12 aprile 2008 0:00
 
Joan J. Queralt, titolare dell cattedra di Diritto Penale all'Universita' di Barcellona, auspica che in questa legislatura si depenalizzi "con le dovute garanzie l'eutanasia", evitando un linguaggio mistificatore della realta', per dire invece "pane al pane e vino al vino". In un articolo pubblicato su El Pais, Queralt ha spiegato che la secolarizzazione della societa' comporta l'abbandono della sofferenza inutile, che non e' un patrimonio se e' un sacrificio che non serve a nulla. E' consapevole della difficolta di liberarsi della religione e degli aspetti morali dei cittadini contrari all'eutanasia. E' arduo perche' bisogna affrontare un dibattito che diventa facile presa della demagogia e della demonizzazione da parte di coloro che pretendono che i cittadini siano cittadini dalla culla alla bara. Nel suo articolo il professore si e' riferisce anche alle parole della gerarchia cattolica, la quale, per settimane si e' dedicata a criticare sistematicamente l'eutanasia e l'aborto, per esempio usando l'argomento che "Cristo e' morto senza cure palliative". A suo giudizio questo e' un "esempio da seguire forse da altri redentori, ma non dai cittadini comuni".

Casi famosi


"I casi di Ramon Sampedro, Diane Pretty, Inmaculada Echevarria o Chantal Sebire hanno fatto il giro del mondo, sia per la drammaticita' della loro richiesta, sia per l'assenza di risposta giuridica, tranne che per Inmaculada, alla loro domanda di non patire la condanna di morire in vita". Giacche', secondo Queralt, "si dimentica" che chi chiede l'eutanasia lo fa perche' non ha via d'uscita alla propria situazione. Perche' e' incapace persino di togliersi la vita da se'.

"L'ultima decisione personale"

In quanto al suicidio, se "e' l'ultima decisione personale, non si vede la ragione di negare questo diritto, con le dovute cautele, a colui che trovandosi in uno stato di prostrazione indicibile e irreversibile, ma senza perdere un briciolo della propria cittadinanza in uno Stato sociale e democratico di diritto, chiede ai poteri pubblici di risolvere la sua uscita da questa vita". Secondo lui, si tratta di esercitare "in pieno l'esercizio della liberta' personale" e chiede che lo Stato garantisca "questa procedura pietosa".

"A favore dei sofferenti"

Queralt conclude che una delle sfide di questa legislatura consiste nel legiferare "positivamente" in tema d'eutanasia. E "coloro che vi si oppongono" non devono dimenticare che il nuovo diritto di cittadinanza rappresentato dall'eutanasia non e' contro di loro, bensi' a favore dei sofferenti che desiderano utilizzarlo.
 
 
 
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