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Spagna. Un altro passo avanti per la malata che vuole morire
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Articolo di Rosa a Marca
28 febbraio 2007 0:00
 
Inmaculada Echevarria, la donna di cinquantun'anni malata di distrofia muscolare progressiva che chiede le venga staccato il respiratore che la mantiene in vita in un ospedale di Granada, ha superato quello che potrebbe essere l'ultimo ostacolo legale alla sua richiesta. Il 27 febbraio, la commissione permanente del Consiglio Consultivo dell'Andalusia ha infatti avallato la tesi formulata un mese fa da Comite Autonomico de Etica e cioe': la sua domanda si configura come "rifiuto di trattamento", un diritto riconosciuto dalla legge spagnola sull'autonomia del paziente. La Giunta dell'Andalusia aveva deciso di rivolgersi al Consiglio Consultivo -organo di consulenza legale del Governo autonomo- in seguito al parere espresso dal Comitato etico andaluso sulla petizione che la signora Echevarria aveva presentato il 20 novembre scorso. Il rapporto approvato dal Comitato etico enumerava otto garanzie cui i medici devono attenersi prima di staccare il respiratore, ma concludeva con un'affermazione essenziale: rispettati quei criteri, "non si vedono motivi etici che impediscano ai professionisti d'esaudire la richiesta di sospensione della ventilazione meccanica". Malgrado cio', la Giunta, volendo dare maggior forza giuridica alla sua risoluzione, aveva sollecitato anche il parere del Consiglio Consultivo. E' vero che non si tratta di parere vincolante, ma la responsabile andalusa per la Sanita', Maria Jesus Montero, in queste ultime settimane ha continuato a sostenere che se il Consiglio Consultivo ratificasse cio' che Inmaculada Echevarria chiede, ossia il riconoscimento del suo diritto a rifiutare un certo trattamento, Servicio Andaluz de Salud "e' obbligato ad adottare i mezzi adeguati per aderire alla sua richiesta".
Quando la Giunta avra' in mano il parere espresso ieri dal Consiglio Consultivo, dovra' decidere i passi successivi. Il primo sara' di dimostrare che saranno adempiuti i requsiti imposti dal Comitato Etico e che sara' accertata la volonta' della paziente. La Giunta e' gia' in possesso di una valutazione di psicologi e psichiatri dell'ospedale di Granada, i quali attestano che la signora Echevarria non soffre di depressione ne' di nessun'altra patologia mentale. Pero' varie fonti consultate confermano che la Consigliera della sanita' potrebbe chiedere di nuovo alla paziente di riconfermare la sua volonta'. Coloro che sono costantemente in contatto con lei, non dubitano delle sue intenzioni. "E' cio' che chiede da dieci anni, lo ha ben chiaro", insiste una persona a lei molto vicina. I termini sono quelli previsti dalla Giunta, ma si dovra' tener conto anche dell'ospedale San Rafael dove la signora Echevarria e' ricoverata da dieci anni. I responsabili di questo centro, che appartengono all'Ordine di San Juan de Dios, pur essendo associato al Servizio sanitario andaluso, avevano accettato la posizione della Giunta di attendere il parere del Consiglio Consultivo. Se ora la Giunta dovesse decidere di eseguire la richiesta della paziente, pero' l'ospedale non consentisse che si svolga nella sua struttura, la malata potrebbe essere trasferita all'Hospital Clinico di Granada, dal quale dipendono i medici che l'assistono al San Rafael.
 
 
 
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Inmaculada Echevarria, la donna di cinquantun'anni malata di distrofia muscolare progressiva che chiede le venga staccato il respiratore che la mantiene in vita in un ospedale di Granada, ha superato quello che potrebbe essere l'ultimo ostacolo legale alla sua richiesta. Il 27 febbraio, la commissione permanente del Consiglio Consultivo dell'Andalusia ha infatti avallato la tesi formulata un mese fa da Comite Autonomico de Etica e cioe': la sua domanda si configura come "rifiuto di trattamento", un diritto riconosciuto dalla legge spagnola sull'autonomia del paziente. La Giunta dell'Andalusia aveva deciso di rivolgersi al Consiglio Consultivo -organo di consulenza legale del Governo autonomo- in seguito al parere espresso dal Comitato etico andaluso sulla petizione che la signora Echevarria aveva presentato il 20 novembre scorso. Il rapporto approvato dal Comitato etico enumerava otto garanzie cui i medici devono attenersi prima di staccare il respiratore, ma concludeva con un'affermazione essenziale: rispettati quei criteri, "non si vedono motivi etici che impediscano ai professionisti d'esaudire la richiesta di sospensione della ventilazione meccanica". Malgrado cio', la Giunta, volendo dare maggior forza giuridica alla sua risoluzione, aveva sollecitato anche il parere del Consiglio Consultivo. E' vero che non si tratta di parere vincolante, ma la responsabile andalusa per la Sanita', Maria Jesus Montero, in queste ultime settimane ha continuato a sostenere che se il Consiglio Consultivo ratificasse cio' che Inmaculada Echevarria chiede, ossia il riconoscimento del suo diritto a rifiutare un certo trattamento, Servicio Andaluz de Salud "e' obbligato ad adottare i mezzi adeguati per aderire alla sua richiesta".
Quando la Giunta avra' in mano il parere espresso ieri dal Consiglio Consultivo, dovra' decidere i passi successivi. Il primo sara' di dimostrare che saranno adempiuti i requsiti imposti dal Comitato Etico e che sara' accertata la volonta' della paziente. La Giunta e' gia' in possesso di una valutazione di psicologi e psichiatri dell'ospedale di Granada, i quali attestano che la signora Echevarria non soffre di depressione ne' di nessun'altra patologia mentale. Pero' varie fonti consultate confermano che la Consigliera della sanita' potrebbe chiedere di nuovo alla paziente di riconfermare la sua volonta'. Coloro che sono costantemente in contatto con lei, non dubitano delle sue intenzioni. "E' cio' che chiede da dieci anni, lo ha ben chiaro", insiste una persona a lei molto vicina. I termini sono quelli previsti dalla Giunta, ma si dovra' tener conto anche dell'ospedale San Rafael dove la signora Echevarria e' ricoverata da dieci anni. I responsabili di questo centro, che appartengono all'Ordine di San Juan de Dios, pur essendo associato al Servizio sanitario andaluso, avevano accettato la posizione della Giunta di attendere il parere del Consiglio Consultivo. Se ora la Giunta dovesse decidere di eseguire la richiesta della paziente, pero' l'ospedale non consentisse che si svolga nella sua struttura, la malata potrebbe essere trasferita all'Hospital Clinico di Granada, dal quale dipendono i medici che l'assistono al San Rafael.
 
 
 
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