testata ADUC
Non c'e' pace per l'autore del "Manuale della pillola della pace"
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Pietro Yates Moretti
10 febbraio 2008 0:00
 
Da quanto il medico australiano Philip Nitschke, fondatore dell'associazione Exit International, promuove la legalizzazione dell'eutanasia, e' continuamente oggetto di procedimenti giudiziari e disciplinari.
Qualche anno fa, fu colpito da una legge ad personam del Parlamento australiano che lo obbligo' ad oscurare il sito Internet della propria associazione, sito che ha dovuto trasferire all'estero. In Nuova Zelanda ha dovuto affrontare un procedimento per aver praticato illegalmente la professione medica a seguito di alcuni seminari aperti al pubblico da lui tenuti sul suicidio medicalmente assistito -la sua abilitazione e' valida solo sul territorio australiano. In quell'occasione, fu prosciolto da ogni accusa solo dopo alcuni mesi, in quanto fu riconosciuto che per organizzare un seminario sul suicidio medicalmente assistito non e' necessaria l'iscrizione all'ordine dei medici. Successivamente i Governi neozelandese e australiano hanno vietato la pubblicazione e la vendita del suo ultimo best seller internazionale "Manuale della pillola della pace". Trovato in possesso di questo libro nella sua valigia, il medico era stato addirittura arrestato dalle autorita' aeroportuali neozelandesi solo pochi giorni fa.
Ora il quotidiano Sunday Star-Time ha accusato il medico australiano di aver aiutato un paziente depresso, ma non affetto da malattie terminali, a togliersi la vita nel marzo 2006 con un medicinale introdotto illegalmente nel Paese dal Messico.
La donna, 68 anni, avrebbe incontrato Nitschke prima di morire. Il medico ha nel frattempo negato ogni suo coinvolgimento nell'accaduto.
Il portavoce dell'associazione cristiana Right to Life, Ken Orr, ha detto di essere scioccato dalla morte della donna, accusando Nitschke di "insegnare alla gente come togliersi la vita e poi non subirne alcuna conseguenza".
Ma il filosofo Stuart Brock della Victoria University, in una lettera al quotidiano Weekend Herald, sostiene che il medico sia in realta' un "leader di moralita'".
Brock e' convinto che Nitschke non abbia alcuna responsabilita' nella morte della donna. Se vi deve essere un colpevole, questo e' lo Stato, che continua ad evitare la questione dell'eutanasia. "Non facciamo di Nitschke un capro espiatorio per il nostro Governo", scrive Brock. "Come societa', dovremmo avere a cuore il benessere di coloro che vi appartengono. Ed il modo di farlo e' aiutare le persone ad ottenere cio' che vogliono e che possano cercare la loro felicita'. Philip Nitschke sta facilitando questa possibilita'".
Ma gli attacchi a Nitschke non si fermano. Il presidente dell'Associazione dei veterinari, John MacIachlan, ha criticato il medico per aver suggerito in un seminario pubblico di trovarsi un veterinario amico per ottenere il medicinale utilizzato per togliere la vita agli animali (il Nembutal, un pentobarbiturico).
"Non e' ne' legale ne' etico che i veterinari offrano prodotti medicinali per uso umano e sono sorpreso che un membro della comunita' medica, anch'egli sottoposto al codice etico, possa fare una proposta del genere".
Per Maclachlan sarebbe un suicidio professionale per qualunque veterinario fornire il Nembutal ad un essere umano.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS