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Iniezione letale in Usa con farmaco veterinario. L'indignazione....
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Articolo di Redazione
21 dicembre 2010 14:10
 
Essendo esaurito l'anestetico tiopentale sodico, un condannato a morte è stato ucciso con un narcotico veterinario. Grande l'indignazione, ma in realtà è un medicinale che si utilizza comunemente nel suicidio assistito.

In Oklahoma il medicinale usato per uccidere non era più disponibile. Così i boia statali si sono inventati qualcosa di nuovo. Per eseguire la condanna a morte di John David Duty, lo Stato federale ha mutato le norme dell'esecuzione capitale: al posto del tradizionale tiopentale sodico si può impiegare il suo stretto parente chimico, il pentobarbitale. E' quanto hanno fatto gli esecutori. Giovedì scorso hanno ucciso con quel mezzo il cinquantottenne Duty, in carcere dal 1978 per tentato omicidio e assassino conclamato dal 2001, quando ha ucciso un altro detenuto.
A ridosso dell'esecuzione si sono levate molte proteste contro il nuovo veleno. Il condannato potrebbe soffrire dolori tremendi, dicevano i suoi legali. Finora in Usa il "nuovo farmaco" è stato utilizzato solo per anestetizzare gli animali da macello. Eppure, per quanto si possa essere contrari alla pena di morte, fin che c'è, l'impiego del pentobarbitale non dovrebbe scandalizzare.
In Europa non sono poche le persone che, per togliersi la vita, assumono volontariamente questa sostanza, conosciuta da quasi un secolo. Le due organizzazioni svizzere d'assistenza al suicidio, Exit e Dignitas, usano da sempre il pentobarbitale; per Exit sono già 28 anni. Anche in Olanda è il farmaco più utilizzato dai medici che aiutano il paziente a morire. Dal 1985 l'associazione farmaceutica del Regno afferma che l'overdose di pentobarbitale è un mezzo "medicalmente appropriato". "Se fosse un modo disumano per morire, si sarebbe sollevato un grosso scandalo chissà da quanto", ha detto alla Sueddeutsche Zeitung un membro interno dell'associazione che vuole restare anonimo.
E' addirittura pensabile che con il solo pentobarbitale la morte sia più dolce rispetto agli effetti dei tre prodotti utilizzati in Usa. Nel procedimento a tre fasi, al condannato si somministra prima un sonnifero perché perda conoscenza, poi un paralizzante per impedire la contrazione dei muscoli, infine un'iniezione di cloruro di potassio perché il cuore cessi di battere. La cosa più importante affinché il condannato non soffra troppo durante la dolorosa iniezione di cloruro di potassio è l'anestetico. Talvolta capita che la quantità del sonnifero non sia stata calcolata bene e allora il condannato soffre terribilmente, come hanno denunciato alcuni anni fa su Lancet i medici che hanno analizzato i protocolli delle esecuzioni. Numerosi condannati hanno vissuto l'esecuzione pienamente coscienti, a detta di Leonidas Koniaris della University of Miami. E per colpa della seconda iniezione paralizzante non erano più in grado di farsi sentire. Questa terribile panne potrebbe essere evitata: il pentobarbitale, così come il tiopentale, può essere usato da solo. Se si adotta l'alta dose prescritta, il soggetto si addormenta dopo tre o cinque minuti, sostiene l'interlocutore olandese. Dopo sopraggiunge la paralisi respiratoria. Se per caso la dose non fosse adeguata, può solo capitare che il condannato sopravviva all'esecuzione.
In Oklahoma il pentobarbitale ha sostituito soltanto il tiopentale mentre la triplice procedura è rimasta uguale. E così, secondo quanto ha dichiarato il portavoce del penitenziario, Jerry Massie, il farmaco alternativo non ha dato problemi, o comunque di poco conto. Ad ogni modo, il condannato alla fine era "pronto ad andarsene", come ha detto. Legato nella lettiga e con una benda sull'occhio destro, ha chiesto perdono alla famiglia della sua vittima. "Spero che un giorno siate in grado di perdonarmi -non per me, ma per voi". E' spirato tre minuti dopo la prima iniezione.

(Articolo di Christina Berndt, pubblicato sul quotidiano, Sueddeutsche Zeitung del 17-12-2010. Traduzione di Rosa a Marca)
 
 
 
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