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Fine vita, alla Mayo Clinic i pazienti possono scegliere quando sospendere i trattamenti vitali
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Articolo di Pym
7 novembre 2010 10:15
 
La tecnologia medica offre incredibili opportunità di vita a pazienti che, fino a qualche anno fa, sarebbero stati considerati senza speranza. Ma se non inserita in un contesto che si fonda sull'autodeterminazione, puo' anche prolungare l'agonia del fine vita, trasformandosi indirettamente in uno strumento di tortura. E' il dilemma che si sono posti i ricercatori della Mayo Clinic a proposito dell'apparecchio LVAD (dispositivo di assistenza ventricolare sinistra), che permette al cuore di continuare a battere. Spegnere il LVAD in un paziente terminale e in sofferenza costituisce eutanasia -visto che produrrebbe un'istantanea morte- oppure è simile allo spegnimento del respiratore polmonare?
In uno studio pubblicato sulla rivista Mayo Clinic Proceedings, gli studiosi si sono schierano unanimemente e con forza con la seconda ipotesi, descrivendo 14 casi in cui i loro pazienti hanno chiesto lo spegnimento dell'apparecchio.
I ricercatori scrivono che negli Stati Uniti "è eticamente e legalmente ammissibile" per i medici soddisfare le richieste da parte dei pazienti (o dei loro tutori) che rifiutano o richiedono "la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale" come l'emodialisi o la nutrizione artificiale. Ma nel caso degli LVAD, alcuni medici sono a disagio in quanto il dispositivo sembra quasi un pezzo di ricambio piuttosto che assistenza medica esterna.
Scrivono pero' i ricercatori che sospendere l'assistenza con gli LVAD non è paragonabile al suicidio assistito o all'eutanasia perché non c'è alcuna "nuova patologia" che causa il decesso. La morte, quando arriva (tutti i 14 pazienti sono deceduti entro 24 ore dallo spegnimento del dispositivo), è dovuta ai problemi cardiaci preesistenti, scrivono. Quindi, prendendo per scontato che i pazienti o loro tutori conoscono le conseguenze della disattivazione del dispositivo, i medici dovrebbero rispettare le loro volontà.
Dal gennaio 2009, i pazienti presso la Mayo che prendono in considerazione un LVAD come soluzione permanente -e non solo come un modo per restare in vita in attesa di un trapianto di cuore- sono invitati ad affrontare e discutere nello specifico cosa vogliono che accada quando si verificano condizioni di sofferenza e irreversibilità. In generale, questa politica della clinica "è stata ben accolta dai pazienti, dai loro cari, e dal team medico", scrivono gli autori.
 
 
 
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