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Eutanasia, intervista a Debbie Purdy
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Articolo di Redazione
4 settembre 2010 18:53
 
Pubblichiamo questa intervista a Debbie Purdy, malata di sclerosi multipla e attivista per la legalizzazione della dolce morte. Purdy ha vinto una epocale battaglia legale, arrivata fino alla massima istanza giudiziaria britannica, per ottenere linee guida sulla perseguibilità penale dei cari e parenti che aiutano un malato terminale a togliersi la vita. In particolare, la donna chiedeva chiarimenti su cosa sarebbe accaduto al marito, il musicista cubano Omar Puente, se l'avesse accompagnata in Svizzera presso la clinica di assistenza al suicidio Dignitas. A seguito di quella sentenza, il direttore dei procuratori britannici ha emanato linee che di fatto depenalizzano l'aiuto al suicidio a certe condizioni. Grazie alle nuove linee guida, Purdy potrà attendere fino all'ultimo prima di togliersi la vita perche' non sarà piu' costretta a recarsi in Svizzera da sola, cosa che avrebbe dovuto fare prima che la malattia le impedisse di viaggiare autonomamente.

In quale modo la sclerosi multipla le condiziona la vita?

Varia. Mi brucio con monotonia regolare se cerco di tirare qualcosa fuori dal forno. Ma un paio di settimane fa ho fatto un salto col paracadute indoor. Il mondo ha cambiato forma, ma non è diventato più piccolo.

Perché la campagna per il diritto a morire?
Dovrei essere in grado di scegliere di finire la mia vita se la mia sofferenza diventa insopportabile. Ma per evitare che mio marito, Omar, possa essere perseguito penalmente per avermi assistito nel suicidio, mi sarei dovuta recare da Dignitas [la clinica di assistenza al suicidio in Svizzera] da sola, cosa che avrei dovuto fare quando ancora fisicamente in grado di viaggiare. Invece voglio vivere finché posso.

Come ci si sente nel vincere il suo ricorso per ottenere che le linee guida delle procure britanniche fossero chiarite?
Mi stavo preparando a perdere e mi stavo organizzando per andare da Dignitas. Vincere è stato come ricevere un'autorizzazione ad essere viva.

Cosa pensa della nuova disciplina?
Penso che sia abbastanza positiva nel mio caso, ma non credo che sia adeguata per tutte le altre circostanze.

Come ha cambiato la situazione?
La necessità di prendere una decisione non è più cosi' impellente. Inoltre -so che questo suonerà male- amo mio marito, ma sento di non dover essere cosi' acquiescente come ho fatto fino a oggi.

Perché?
Mi appoggiavo sul fatto che qualcuno mi amasse cosi' tanto da rischiare la propria libertà per sostenere le mie scelte. Ora sento di non essere piu' cosi' dipendente da lui, e questo ha fatto a sua volta sentire Omar piu' indipendente: sente che aiutarmi è davvero una scelta sua.

Che cosa pensa Omar della sua scelta?
Non e' sempre d'accordo con me, ma lui sosterra' sempre il mio diritto di prendere le mie decisioni. E questo è tutto quello che si può chiedere ad un altro essere umano.

Ora la campagna per conto di altri. Perché?
Sarebbe disgustoso dire: "Beh, la mia vita va bene adesso, sono convinta che mio marito non finisca in tribunale, quindi non ho intenzione di aiutare nessun altro", quando gli altri mi hanno aiutato tantissimo.

Che cosa vi ispira ad andare avanti?
Ho incontrato tante persone che dicono: "Ho il cancro, ho difficoltà ad andare avanti e sono contento che tu stia facendo questo perché io non ho potuto." Io sono una persona rumorosa e testarda, quindi posso farcela.

Che cosa deve ancora succedere?
Abbiamo bisogno di cambiare le leggi. Il Suicide Act del 1961 è più vecchio di me. Tutte le nostre leggi dovrebbero avere una data di scadenza.

Cosa dovrebbero fare i politici per essere utili?
Dovrebbero tirare fuori la testa dal loro sedere. Devono dirci che sono pronti a discutere di ciò che migliorerà la qualità della nostra vita e della morte.

Come vede il suo futuro?
Ora abbiamo la possibilità di non andare da Dignitas, ma il problema è che non abbiamo accesso ai tipi di farmaci in grado di garantire il successo del suicidio. Molte persone tentano di suicidarsi e falliscono, alcune persone finiscono in una situazione peggiore di prima.

* Intervista di Sophie Elmhirst, tratta e tradotta dal quotidiano New Statesman.
 
 
 
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