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Eutanasia, al via consultazioni pubbliche in Quebec
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Articolo di Pym
11 dicembre 2010 14:34
 
Sono iniziate questa settimana le consultazioni pubbliche in Quebec sulla legalizzazione dell'eutanasia, che già hanno attratto il numero più elevato di reazioni mai registrato sul sito del Parlamento. Questa settimana, la commissione legislativa che dovrà vagliare i pareri provenienti dalla società civile a proposito di eutanasia, ha ascoltato fra gli altri Susan Raphals, 89 anni, il cui marito si è tolto la vita con un'overdose del barbiturico Nembutal. Nel descrivere la morte del marito, Raphals ha spiegato alla commissione il suo punto di vista: "Tutte le vite sfociano in morte. Scegliere come andarsene è un diritto umano elementare e fondamentale". La società offre onori al giovane soldato che è stato addestrato per uccidere, ma poi accusa di autodistruzione e biasima chi si toglie la vita per smettere di soffrire. "E' ipocrita", ha detto Raphals.
E' stata ascoltata anche Helene Buldoc, dirigente di un'associazione che si batte per la legalizzazione dell'eutanasia. Ha spiegato come spesso le persone contattino la sua associazione per avere consigli su come uccidersi perche' affetti da sofferenze tremende. Parlando di eutanasia clandestina, Buldoc ha detto che non ci sono dati certi, ma e' un fenomeno reale e inevitabile. La stessa Raphals aveva detto di essere a conoscenza di almeno cinque casi, oltre a quello del marito.
Dalla parte della proibizione si sono invece schierati alcuni gruppi di medici e infermieri, anch'essi ascoltati dalla commissione. "In tutta la mia vita professionale non ho mai ricevuto una richiesta di eutanasia", ha detto Caroline Girouard, oncologa in servizio presso il Jewesh General Hospital  di Montreal. Per il Mark Basik, la legalizzazione potrebbe portare all'uccisione di pazienti che non hanno richiesto di morire. Le associazioni di medici e infermieri ascoltate sono pero' in contrasto con le posizioni ufficiali dell'Ordine dei medici e dell'ordine degli infermieri del Quebec, che hanno sollecitato il legislatore a rivedere l'attuale divieto.
La prima settimana di audizione ha quindi prodotto testimonianze forti e contrastanti. Un fatto enormemente positivo per Veronique Hivon, dell'associazione Dying with Dignity e membro del parlamento provinciale. "E' quello che vogliamo, sentire la maggioranza silenziosa e le sue esperienze umane". "Le persone ci parlano di cure palliative e di assistenza continuativa nel fine vita", ha detto Hivon. "E' molto importante. E' un vero dibattito sul tema del fine vita".
 
 
 
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