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Emilia Romagna. Regione faccia partire indagine su eutanasia clandestina
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Articolo di Andrea Panzini*
10 ottobre 2007 0:00
 
Riceviamo e volentieri pubblichiamoAlla comunità della Regione Emilia Romagna

L'Assemblea dell'Associazione Radicali Bologna per la Rosa nel Pugno, riunitasi a Bologna in via Bentivogli 10/a in data 2 ottobre 2007, anche in occasione della Giornata Mondiale per la nonviolenza, ha stabilito, con voto unanime anche del sottoscritto (anche Presidente della Cellula Coscioni di Bologna), di richiedere una consulenza legale all'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica per offrirla come nuovo apporto nell'udienza conoscitiva di mercoledi 10 ottobre 2007 ore 13.30 ( viale A. Moro, 21 - 6° piano) con la IV Commissione Assembleare (Politiche per la Salute) della Regione Emilia Romagna, il suo Presidente T. Tagliani e l'Assessore alla Salute G. Bissoni, consulenza che approfondirà dal punto di vista giuridico la fattibilità dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dell'eutanasia clandestina anche in Emilia Romagna.
Mi sono rivolto infatti al Difensore Civico dell'Emilia Romagna, come previsto dall'art. 70. 4. dello Statuto Regione ER (Legge regionale 31 marzo 2005, n. 13) (Il Difensore Civico può segnalare alle Commissioni assembleari competenti situazioni di difficoltà e disagio dei cittadini, nell'applicazione di norme regionali, avanzando proposte per rimuoverne le cause. Le Commissioni competenti devono pronunciarsi sulle proposte avanzate entro trenta giorni.), chiedendoGli di fare una segnalazione alle Commissioni assembleari competenti sulla mancata applicazione:
dell'art. 39.1./2. (le Udienze Conoscitive) del suddetto Statuto (1. Le Commissioni assembleari possono consultare le rappresentanze della società civile e acquisire apporti di enti ed associazioni. 2. Per leggi e per atti amministrativi rilevanti le Commissioni indicono Udienze Conoscitive.) da parte del Presidente della IV Commissione T. Tagliani e dell'Assessore G. Bissoni e per il Loro ritardo nel rispondere alla richiesta di un Udienza Conoscitiva da parte della Cellula Coscioni di Bologna e dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica; 4 mesi dopo la tenuta della 1° udienza conoscitiva sullo stesso argomento.
Inoltre, il suddetto art. 70, al punto 2., recita che il Difensore Civico è posto a garanzia dei diritti e degli interessi dei cittadini nonché delle formazioni sociali che esprimono interessi colletivi e diffusi. Lo stesso svolge funzioni di promozione e stimolo della pubblica amministrazione.
Perciò, vorrei ricordare i seguenti diritti dei cittadini: sia l'art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana che così recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica; sia l'art. 32: [.] Nessuno può essere obbligato ad un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. [.]: (vi chiedo, esiste una legge che obbliga i cittadini ad essere sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori eutanasici clandestini? ndr)
Avendo l'Assessore Bissoni giurato sulla Costituzione, prima di adempiere al Suo mandato, Egli dovrebbe rispettarne il dettato: ebbene l'art. 54 della Costituzione prevede che tutti i cittadini hanno il dovere di osservare le leggi della Repubblica, quindi anche e soprattutto Lui dovrebbe cercare di rispettarle.
A questo proposito, vorrei ricordare le seguenti leggi della Repubblica:
art. 1 della L. 23 dicembre 1978 n. 833: [.] La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana [.]: (vi chiedo, la diffusa pratica dell'eutanasia clandestina negli ospedali di tutta Italia rispetta la dignità e la libertà della persona umana? ndr);
artt. 2.2., 8-octies.1., 12 bis.4.(e), 12 bis.6., 12 bis.11., 14.2. del D. Lgs. del 30 dicembre 1992 n. 502:
Spettano in particolare alle regioni la determinazione dei principi sull'organizzazione dei servizi e sull'attività destinata alla tutela della salute [.], promozione e supporto nei confronti delle predette unità sanitarie locali ed aziende, anche in relazione al controllo di gestione e alla valutazione della qualità delle prestazioni sanitarie;
La regione e le aziende unità sanitarie locali attivano un sistema di monitoraggio e controllo [.] sulla qualità della assistenza e sulla appropriatezza delle prestazioni rese; (vi chiedo, un'indagine conoscitiva (anonima) sul fenomeno dell'eutanasia clandestina non è un sistema di monitoraggio e controllo sulla qualità della assistenza e sulla appropriatezza delle prestazioni rese? ndr);
Il programma di ricerca sanitaria: (e) favorisce la ricerca e la sperimentazione volte a migliorare la comunicazione con i cittadini e con gli utilizzatori dei servizi sanitari, a promuovere l'informazione corretta e sistematica degli utenti e la loro partecipazione al miglioramento dei servizi;
questo art. [12 bis. 4. (e)] è stato modificato dal D. Lgs. del 19 giugno 1999 n. 229 , che all'art. 12.bis. (Ricerca sanitaria).4. così recita: Il programma di ricerca sanitaria: b) favorisce la sperimentazione di modalità di funzionamento, gestione e organizzazione dei servizi sanitari nonché di pratiche cliniche e assistenziali e individua gli strumenti di verifica del loro impatto sullo stato di salute della popolazione e degli utilizzatori dei servizi.
Le attività di ricerca corrente e finalizzata sono svolte dalle regioni [.] Alla realizzazione dei progetti possono concorrere, sulla base di specifici accordi, contratti o convenzioni, le Università [.]; (vi chiedo, come funzionari della Regione, avete raccolto informazioni sul Centro Interdipartimentale di Biostatistica e Bioinformatica dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", come da noi suggerito, o su altri enti affini, a cui poter affidare la realizzazione dell'indagine? ndr);
Le regioni formulano proposte per la predisposizione del programma di ricerca sanitaria di cui al presente articolo, possono assumere la responsabilità della realizzazione di singoli progetti finalizzati, e assicurano il monitoraggio sulla applicazione dei conseguenti risultati nell'ambito del Servizio sanitario regionale; [vi chiedo, per quali motivi (giuridici, amministrativi, politici, ideologici, confessionali), visto che potete, non assumete la responsabilità della realizzazione di questo singolo progetto finalizzato a conoscere le reali dimensioni del fenomeno dell'eutanasia clandestina in Emilia Romagna? ndr];
Le regioni promuovono inoltre consultazioni con i cittadini e le loro organizzazioni anche sindacali ed in particolare con gli organismi di volontariato e di tutela dei diritti al fine di fornire e di raccogliere informazioni sull'organizzazione dei servizi. Tali soggetti dovranno comunque essere sentiti nelle fasi dell'impostazione della programmazione e verifica dei risultati conseguiti e ogni qualvolta siano in discussione provvedimenti su tali materie [.].
Inoltre, gli artt. 11, 12(b) e 12(d). dello Statuto regionale così recitano: 1. La regione conforma la propria azione ai principi e agli obblighi derivanti dall'ordinamento internazionale e comunitario [.]; 12(b). La regione provvede direttamente all'attuazione e all'esecuzione degli atti dell'Unione Europea, nel rispetto delle norme di procedura stabilite dalla legge dello Stato; 12(d). determina con legge il periodico recepimento delle direttive e degli altri atti normativi comunitari che richiedono un intervento legislativo.
A questo proposito, Segnalo che la Dichiarazione/Risoluzione (5 luglio 2007) della Conferenza sulla morte medicalmente assistita e sull'eutanasia del Parlamento Europeo, richiamandosi al diritto alla dignità come un diritto fondamentale che va garantito anche a fine della vita, dichiarando che il t. s. o. è vietato da molte leggi nazionali e Convenzioni internazionali, ricordando che l'eutanasia clandestina è diffusa in quei Paesi che la vietano e che è praticata senza garanzie, procedure e controlli, ceando un rischio di abuso, ricordando quegli Stati membri dell'UE che hanno introdotto legislazioni sull'eutanasia, e che l'applicazione di queste leggi ha portato risultati positivi con un trend costante e decrescente, ha chiesto:
1. alla Commissione, al Consiglio e agli Stati Membri e ai Governi e al Parlamento di collezionare, analizzare e comparare prove empiriche sulle decisioni mediche di porre fine alla vita, di promuovere le migliori pratiche, di assicurare il libero accesso al trattamento;
2. agli Stati Membri (governo e Parlamento) di considerare di rivedere la legislazione per assicurare che l'autonomia del paziente, che include il consenso informato, la dignità alla fine della vita e la volontà della persona coinvolta siano pienamente rispettate, attraverso, ad esempio, il testamento biologico.
Segnalo anche che, in presenza del fenomeno dell'eutanasia clandestina anche nelle strutture sanitarie dell'Emilia Romagna, sono violati gli artt. 3, 4, 5, 9, 10, 11, 14 della Carta Europea dei diritti del malato, in particolare l'art. 3: "[.] Ogni individuo ha il diritto all'accesso diretto alle informazioni sulla ricerca scientifica [.] Questa informazione può venire da fonti pubbliche o private, con la garanzia che essa risponda a criteri di accuratezza, attendibilità e trasparenza". La suddetta Carta si ispira alla Carta di Nizza, alla Dichiarazione OMS sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa (Amsterdam 2004), alla Carta di Lubiana OMS sulla riforma dell'assistenza sanitaria (1996), alla Dichiarazione di Jacarta OMS sulla promozione della salute nel 21° secolo (1997), alla Convenzione sui diritti umani e la biomedicina (1997) del Consiglio d'Europa e alla Raccomandazione Rec (2000)5 del Consiglio d'Europa per lo sviluppo di istituzioni per la partecipazione dei cittadini e dei pazienti nei processi di decisione riguardanti l'assistenza sanitaria.
Per fortuna il Difensore Civico è intervenuto con una segnalazione nei confronti dell'Assesore Bissoni e del Presidente Tagliani.
Spero che a tutte queste domande Essi vogliano dare risposta nel corso dell'udienza conoscitiva di mercoledi prossimo, specialmente a Fabrizio Gambarini, Filippo Macaluso, Andrea Panzini e Mina Welby, che hanno dovuto fare uno sciopero della fame per più di 40 ore per vedere applicato lo Statuto regionale.
In riferimento all'art. 8-octies.1. del D. Lgs. del 30 dicembre 1992 n. 502 e all'art. 12.bis.(Ricerca sanitaria).4. del D. Lgs. del 19 giugno 1999 n. 229, dove si parla di sistema di monitoraggio e controllo sulla qualità dell'assistenza e sulla appropriatezza delle prestazioni rese; e di sperimentazione di modalità di funzionamento, gestione e organizzazione dei servizi sanitari e di strumenti di verifica del loro impatto sullo stato di salute della popolazione e degli utilizzatori dei servizi (il primo deve essere attivato dalla Regione; i secondi devono essere favoriti e individuati dal programma di ricerca sanitaria), Leggi che l'Assessore alle Politiche per la Salute Regione Emilia Romagna Dr. Bissoni dovrebbe osservare, rispettare ed attuare,

dichiaro che, di fronte all'esistenza del fenomeno dell'eutanasia clandestina anche nelle strutture sanitarie dell'Emilia Romagna, attestata da ricerche statistiche qualificate (clicca qui)
e da abituali dichiarazioni di prestigiosi medici, ricercatori e personalità politiche, oltre che dalla Dichiarazione/ Risoluzione 5 luglio 2007 della Conferenza del Parlamento Europeo sulla morte medicalmente assistita e sull'eutanasia,

l'Assessore Bissoni, persistendo nel non voler far partire un'indagine conoscitiva (anonima) sul fenomeno dell'eutanasia clandestina in Emilia Romagna, non ottempera nemmeno alla Delibera di Giunta della Regione Emilia Romagna, n. 2000/1882 del 31.10.2000, (Direttiva alle Aziende Sanitarie per l'adozione dell'atto aziendale, di cui all'art. 3 del D. Lgs. 229/1999), Principi e criteri per il governo clinico-assistenzia le:

"Le scelte gestionali valutano anche l'impatto assistenziale, le scelte professionali nel singolo caso clinico valutano anche l' impatto gestionale [...] Il principio di appropriatezza, sancito dal D. Lgs. 229/1999, rappresenta da un lato un dovere istituzionale e dall'altro un diritto per il paziente e il professionista. I confini di questo diritto e di questo dovere rappresentano il cuore dei temi del governo clinico nelle aziende sanitarie [...]"

Tutti i riferimenti di Legge sono contenuti nella Lettera aperta pubblicata dai siti www.radicalibologna .it
e clicca qui.

Cordiali saluti

Andrea Panzini e' Presidente della Cellula Coscioni Bologna e socio Arcigay 2007
 
 
 
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