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Canada. Caso Latimer continua a scuotere le coscienze
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Articolo di Redazione
5 gennaio 2008 0:00
 
Un membro della giuria che ha condannato Robert Latimer per il "mercy killing" della figlia gravemente malata, ha detto di averci ripensato. Latimer dovrebbe essere scarcerato ed il Governo dovrebbe cambiare la legge che prevede sempre il carcere per questo tipo di reato.
"Penso che abbia gia' passato tempo a sufficienza in carcere -troppo, troppo carcere- e vorrei che lo lasciassero uscire", ha detto Kelly Keyko all'agenzia di stampa Canadian Press. "Non e' una minaccia per la societa'".
Ma anche se Keyko condanna il fatto che Latimer sia in prigione da piu' di sette anni, non ha sensi di colpa per aver partecipato al verdetto insieme agli altri 11 membri della giuria.
"Era colpevole. Ha commesso il fatto, e la legge dice che non si puo' uccidere", afferma Keyko. "Non potevo farci niente, e penso che dovrebbero forse rivedere le leggi e cambiarne alcune. Non tutte sono giuste. In questo caso la legge non e' giusta per niente".
Latimer, 54 anni, e' stato condannato all'ergastolo per l'omicidio di secondo grado della figlia di dodici anni, Tracy, nel 1993. Affetta da paralisi cerebrale, aveva le capacita' mentali e motorie di un neonato di tre mesi. Il padre aveva definito il suo gesto un atto di compassione per evitare a Tracy la sofferenza di nuove operazioni ed una vita di sofferenze.
E proprio questa giustificazione ha spinto la Commissione per la liberta' vigilata a respingere la richiesta di scarcerazione dei legali di Latimer lo scorso mese. La Commissione ha detto che Latimer ha mostrato di non comprendere ancora con "sufficiente profondita'" la portata delle sue azioni e lo spirito della legge che esiste "per proteggere i piu' deboli".
La decisione della Commissione ha riacceso il dibattito sul caso Latimer, che aveva visto l'opinione pubblica divisa.
Keyko, ora 31enne, aveva poco piu' di vent'anni all'epoca del secondo processo che ha portato alla condanna definitiva di Latimer nel 1997. L'uomo era stato condannato gia' nel 1994, ma la Corte d'Appello aveva cassato la sentenza. La legge canadese proibisce ai giurati di rivelare tutto cio' che riguarda il processo decisionale della giuria, ma possono parlare di tutto cio' che non faceva prettamente parte del processo.
Prima di decidere, la giuria popolare aveva chiesto al giudice quanti anni l'uomo avrebbe dovuto passare in carcere se dichiarato colpevole. Ma il giudice si rifiuto' di rispondere, dicendogli che loro dovevano solo decidere se era o meno colpevole.
Dopo aver dichiarato Latimer colpevole, il giudice ha pronunciato una condanna all'ergastolo, cosa che aveva spinto quattro giurati a coprirsi la faccia con le mani dallo sconcerto. Due giurati avevano cominciato visibilmente a piangere per il rimorso.
Da allora, e specialmente in occasione della richiesta di scarcerazione per buona condotta, la societa' canadese si e' divisa sulla questione. Molti gruppi di disabili hanno applaudito la decisione della Commissione evidenziando il fatto che Latimer non sembra essersi pentito. Dall'altra parte, la Canadian Civil Liberties Association chiede l'intervento del Ministro della Giustizia per la concessione della grazia oppure l'apertura di una indagine sul comportamento della Commissione.
Ma il ministro della Giustizia, Gerry Ritz, ha respinto ogni richiesta di commento.
Da parte sua, il leader del partito di opposizione dei Liberali, Stephane Dion, non prende posizione: "Non penso che esista il pericolo che ripeta questo delitto, e da questo punto di vista penso che non costituisca un pericolo per la societa'. Ma molte persone -tra cui diversi miei elettori- la pensano diversamente, ovvero che dobbiamo pensare alle persone disabili".
Keyko pensa che la Commissione abbia sbagliato.
"Non dovrebbe essere in quella prigione per cosi' tanto tempo, non e' una minaccia. Ci sono molte persone che dovrebbero rimanere dentro, ma lui no". Un altro membro della giuria, contattato dalla Canadian Press, ha detto di non voler piu' parlare di quella decisione, gia' causa di stress e problemi psicologici.
 
 
 
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