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Autodeterminazione, futura generazione di medici più rispettosa dell'individuo
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Articolo di Pym
11 dicembre 2010 11:17
 
L'eutanasia attiva con l'obiettivo di accorciare il processo di morte di un paziente malato terminale in sofferenza, era proibita in tutti i Paesi europei fino al ventesimo secolo. Il concetto legale dietro questa proibizione è l'indisponibilità della vita, da proteggere anche contro la volontà dello stesso paziente. E' una concezione statalistica che considera la vita del cittadino come un bene pubblico, piuttosto che come un interesse individuale nella tipica concezione personalistica delle moderne democrazie liberali.
Uno studio dell'Università di Gratz, pubblicato sulla rivista scientifica Journal of Medical Ethics. ha esaminato il crescente sostegno alla legalizzazione dell'eutanasia e all'autodeterminazione dell'individuo, che si è verificato in tutti i Paesi europei a partire dalla Seconda Guerra Mondiale. In particolare, l'indagine si è focalizzata sugli studenti di medicina, che andranno a costituire la futura generazione di medici. Se infatti è ormai consolidato che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica europea chiede la legalizzazione dell'eutanasia, l'attuale classe medica -a cui dovrebbe necessariamente essere affidato il compito di praticarla- appare ancorata in buona parte alla vecchia concezione legale della vita come interesse pubblico da salvaguardare anche contro la volontà dei pazienti. Ebbene, i risultati dell'indagine mostrano che nel futuro prossimo la maggioranza dei medici, ora in formazione, potrebbe abbandonare il paternalismo che contraddistingue l'attuale generazione, ponendo l'accento sulla volontà e l'autodeterminazione dei pazienti.
L'indagine, svolta su un campione di studenti di medicina all'Università di Gratz dal 2001 al 2009, mostra infatti un enorme cambiamento di opinione: se nel 2001 solo il 16,3% degli studenti era favorevole alla legalizzazione, nel 2003 la percentuale è salita a 29,1%, fino ad arrivare al 49,5% nel 2009.
Scrivono gli autori dello studio: "Durante il periodo dell'indagine, 2001-2009, si assiste ad un cambiamento radicale delle opinioni degli studenti di medicina sull'eutanasia attiva sotto la supervisione di un medico. Questa tendenza conferma la tendenza dell'opinione pubblica di molti Paesi europei. ... Gli studi universitari non offrono corsi specificamente dedicati a questioni etiche come le decisioni sul fine vita. Durante il periodo dell'indagine il curriculum universitario è rimasto inalterato. Quindi, la tendenza osservata non può essere attribuita a modifiche del curriculum educativo dei medici sull'eutanasia.".
Al contrario, scrive l'autore, sono cambiate via via le motivazioni che gli studenti menzionano per giustificare il loro sostegno all'eutanasia. Appare infatti evidente che i futuri medici hanno cominciato a dare maggior rilievo e rispetto all'autonomia del paziente a scapito di codici etici o deontologici orientati dall'alto su un'ideologia che trascura l'individuo. "Negli ultimi decenni", concludono gli studiosi, "si è verificato uno spostamento dell'opinione pubblica verso una maggiore libertà e autonomia individuale basata su una visione piu' liberale del mondo, mentre sono in declino le convinzioni religiose. Gli studi recenti hanno dimostrato che questo cambiamento gioca un ruolo decisivo nell'accettazione dell'eutanasia."
 
 
 
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