testata ADUC
Argentina. La morte dignitosa dei malati terminali, una questione di legge
Scarica e stampa il PDF
Articolo di Rosa a Marca
15 dicembre 2007 0:00
 
Due progetti di legge, suscettibili di aspre polemiche, sono stati presentati nella prima delle sessioni ordinarie allungate del periodo 2007. Ambedue puntano a una vita e a una morte degna delle persone malate, ma affrontano aspetti differenti. In un caso, semplicemente la volonta' di stabilire se si desideri o no un trattamento che possa prolungare artificialmente la vita, ancora prima che sia necessario prendere una decisione. Nell'altro, il diritto di rifiutare trattamenti che possono prolungare la vita o far funzionare per forza gli organi vitali una volta che siano stati adottati, anche se la malattia e' nello stadio terminale. Tutt'e due i progetti sono stati presentati dal senatore Horacio Colombo. Cio' che piu' scatenera' polemiche, e che alcuni equipareranno all'idea d'eutanasia, e' il criterio che una persona con una malattia terminale abbia diritto a rifiutare il trattamento, anche se cio' comporta la sua morte.
Il primo articolo e' estremamente chiaro nelle intenzioni del provvedimento: "La presente legge ha per oggetto il rispetto della qualita' della vita e la dignita' dei malati terminali". Dichiarazione che, sebbene fatta con le migliori intenzioni, probabilmente non stemperera' le polemiche. Nel secondo articolo, il progetto mira a chiarire qual'e' l'obbiettivo e come conseguirlo attraverso la norma. Esso recita: "Ogni persona che soffre di malattia irreversibile, incurabile e si trovi in stato terminale, o abbia patito un incidente che la collochi in una situazione uguale, informata in modo esauriente, ha diritto di manifestare la propria volonta' riguardo al rifiuto di interventi chirurgici, di idratazione e alimentazione e rianimazione artificiale, qualora siano straordinari e sproporzionati rispetto alle prospettive di miglioramento e causino dolore e sofferenze smisurate". Afferma poi che "allo stesso modo, ogni persona e in qualunque momento, sia quando viene ricoverata in un centro d'assistenza o in fase di trattamento, puo' manifestare la volonta' che non s'implementino o che si ritirino i mezzi di supporto vitale che possono condurre a un prolungamento non necessario dell'agonia e che mantengono in modo penoso, gravoso e artificiale la vita", e aggiunge che "e' valida la manifestazione di volonta' di ogni persona capace, realizzata mediante uno strumento pubblico e davanti a un impiegato del Registro con cui si esprime la propria volonta' riguardo al rifiuto di interventi chirurgici, d'idratazione e alimentazione e rianimazione artificiale, qualora siano straordinari o sproporzionati rispetto alle prospettive di miglioramento e producano dolore e sofferenza smisurate, se in futuro dovessero verificarsi le ipotesi descritte avanti". Questo punto in particolare e' quello elaborato nell'altro progetto di Colombo, con cui si prevede anche la creazione di un Registro di Volonta' Anticipata. Inoltre, stabilisce che, qualora non vi sia la volonta' anticipata, e non si possa considerare quella persona legalmente capace, la decisione spetti al rappresentante legale o al coniuge, a discendenti o ascendenti, a consanguinei fino al secondo grado di parentela, e dichiara che "nel caso di persona incapace, interviene il consulente dei Minori e Incapaci, in virtu' della rappresentanza promiscua determinata dall'articolo 59 del Codice Civile".
Il testo viene presentato alcune settimane dopo che la Legislatura de Rio Negro ha approvato un documento analogo, che ha provocato il rifiuto netto della Chiesa, e adesioni altrettanto decise da parte di vari gruppi sociali e dei diritti umani. Il progetto e' stato inoltrato alla commissione cui spetta l'esame, mentre alcuni deputati sostengono che, al di la' dell'approvazione o meno, la discussione sara' salutare.
 
 
 
ADUC - Associazione Utenti e Consumatori APS