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 ITALIA - ITALIA - Vacanze forzate coronavirus. Computiamole come se fosse agosto. Appello
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Notizia 
10 marzo 2020 14:47
 
Fare come se fosse agosto, smaltire adesso una parte delle ferie estive - nei luoghi di lavoro e nelle azienda dove è possibile - in previsione di una ripartenza del Paese. E' quello che chiede un gruppo di sociologi ed economisti, in un appello. "Abbiamo le scuole chiuse, gli stadi sbarrati, ma gli uffici e le fabbriche aperte. Alcuni lavoratori sono stati messi in condizione di lavorare da casa, ma sono una minoranza. Si sta in sostanza creando una discriminazione tra lavoratori che stanno al front-office e quelli nelle retrovie".

I firmatari sottolineano la gravità della situazione: "Possiamo  sbagliarci ma non crediamo che scuole e Università saranno riaperte dopo il 15 marzo, comunque non tutte e in tutte le regioni, mentre il resto delle attività  continuano, con alcune eccezioni, ad andare avanti. Come se la cultura, la formazione delle nuove generazioni fosse  marginale rispetto alla produzione di merci. Perché gli operai e gli impiegati dovrebbero rischiare la loro salute e gli insegnanti starsene a casa?   Il panico sta montando e bisognerebbe contrastarlo immediatamente senza dividere il mondo del lavoro, e facendo scelte radicali per fermare il contagio.    Insomma, se si vuole veramente porre un freno al diffondersi del virus bisogna prendere una decisione conseguenziale:  andiamo tutti in ferie obbligatoriamente  per 15 giorni, come fossimo nel mese di agosto.

Questi giorni di lavoro “persi” potranno essere recuperati parzialmente in seguito, riducendo vacanze estive e natalizie.  In altri termini, cambiando il calendario annuale dei giorni festivi e delle ferie". "Il governo dia un sostegno economico a chi non può fare a meno di lavorare e dia una seria ricompensa a quei lavoratori che dovranno continuare ad operare nei servizi essenziali, a partire dal comparto sanitario. Per le imprese è ugualmente urgente bloccare mutui, fidi e presti bancari, con una moratoria di almeno un mese, salvo proroghe.  Il governo italiano porti questa istanza a livello della Ue e tutta la popolazione europea gli sarà riconoscente. Manteniamo i servizi essenziali, ma tutto il resto si prenda una pausa. Ferie subito".

I primi firmatari dell'appello sono:  Tonino Perna (sociologo); Piero Bevilacqua  Università La Sapienza Roma (storico); Battista Sangineto Università della Calabria (antropologo- storico del paesaggio); Luigi Pandolfi, (economista); Enzo Paolini, presidente Fondazione Premio Sila;  Alfonso Gambardella , Università Bocconi (economista); Laura Marchetti Università di Foggia (lettere classiche); Vittorio Boarini, storico del cinema; Giuseppe Aragno, Università di Salerno (storico); Alfonso Gianni (già deputato, saggista). Le adesioni vanno indirizzate a [email protected].
Nella stessa direzione va l'intervento del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, intervistato alla trasmissione della 7 "Agorà":  "Mi sento di dire alle imprese che considerino questo marzo come il mese di agosto, quando in italia tutto si chiude. Poi lavoreremo ad agosto quando tutto questo sarà finito".
 
 
 
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