In pandemia dilaga il voucher. Ogni operatore economico si sente “autorizzato”, dovendo rimborsare servizi non erogati e di cui ha ricevuto già i pagamenti, a non rimborsare, ma a dare un buono (
voucher) di equivalente valore per nuovi (o gli stessi) servizi da comprare presso di lui entro un anno.
In alcuni casi ciò è consentito dalle norme emergenziali approvate (servizi turistici, eventi tipo concerti, spettacoli, sport),
anche se queste norme approvate sono in aperto contrasto col diritto europeo (che ha valore superiore al diritto italiano).
Per quanto riguarda i viaggi, c’è anche una pronuncia
dell’Antitrust che intima il riallineamento della normativa emergenziale a quella ordinaria e a quella europea, e una i
ntimazione della Commissione Ue a tornare alla legge entro lo scorso 28 maggio pena l’avvio di una procedura d’infrazione.
In questi ultimi giorni, dopo che hanno riaperto, a dare voucher invece che soldi, si sono aggiunte anche palestre e piscine, vantando normativa come per viaggi e spettacoli… ma questa normativa non c’è.
Siamo quindi in piena marmellata italiana. In una sorta di lotta tra disgraziati dove le vittime finali sono i consumatori, mentre le vittime intermedie sono coloro che danno voucher, ché oltre a questi finanziamenti forzati usufruiscono come qualunque altra azienda anche dei vari contributi e incentivi economici previsti da governo e Parlamento.
Qui la situazione in alcuni nostri articoli:
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viaggi
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eventi e spettacoli
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palestre e piscine
Di questo si parla dalle ore 10 di venerdì 5 giugno a Mi Manda Rai Tre. Condotta da Salvo Sottile, in videoconferenza da Firenze per Aduc ci sarà l’avv. Laura Cecchini.
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