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NORME CIBI TRANSGENICI
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Comunicato 
10 aprile 2000 0:00
 


MA IL COMMISSARIO EUROPEO PER LA SANITA' E I CONSUMATORI, CON CHI STA?
E' QUESTA LA COMMISSIONE DI ROMANO PRODI?
COSA INTENDONO FARE AL NOSTRO MINISTERO DELLA SANITA'?
SE QUESTO E' IL PREZZO DA PAGARE, PREFERIAMO RESTARE DISUNITI E PER CONTO NOSTRO, AMMESSO CHE I NOSTRI GOVERNANTI NON SIANO PRONI ALL'EUROCRAZIA DI BRUXELLES.

Firenze, 10 Aprile 2000. Oggi entrano in vigore le nuove norme europee per l'etichettatura dei cibi transgenici.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
Norme che non tutelano nessuno, ne' imprenditori ne' consumatori. Il fatto che sulle etichette c'e' un margine di tollerabilita' dell'1% di trattamenti transgenici non dichiarati, e la mancanza di controlli simili sul mangime degli animali, non garantisce alcuno dall'assenza di queste manipolazioni nel cibo che viene venduto e mangiato.
Non si tratta di essere estremisti o -come contr'altare- superficiali, come coloro che vogliono il divieto dei trattamenti transgenici o l'accettazione passiva, intravedendo -questi ultimi- lauti guadagni per prodotti che hanno bisogno di meno cura e attenzione per la loro durata. Ma si tratta solo di essere informati: il consumatore che vuole sapere cosa mangia deve essere la necessaria condizione perche' qualcosa possa essere offerta sul mercato.
A questo punto ci viene il dubbio: ma il commissario David Byrne -che dovrebbe tutelare la nostra salute e i diritti dei consumatori- con chi sta?
Dopo la fine dell'embargo alla carne britannica in sospetto di morbo della mucca pazza -proprio quando questo stesso morbo si e' esteso in Francia, con segnalazioni frequenti di nuove infenzioni; dopo la vicenda del cioccolato/non-cioccolato senza etichette che lo segnalino, che, anche se e' meno grave di questo fatto delle etichette transgeniche (e nonostante il trend giornalistico-modaiolo che l'ha fatta sembrare come il passaggio delle colonne d'Ercole dell'alimentazione e della genuinita'), e' comunque significativo di un modo grossolano, ignorante, superficiale, con precisi incoraggiamenti alle imprese del settore che non mettono qualita' e sicurezza al primo posto.
E' evidente che non abbiamo intenzione di aspettare il morto: e non siamo allarmisti, perche' si tratta, per esempio, di pericoli alimentari che possono colpire chi ha un'avversione sanitaria a questo o a quel prodotto che, senza essere indicato nell'etichetta, ingerito potrebbe provocargli danni, anche mortali.
E' questa la Commissione che ha come presidente Romano Prodi? E' questa la politica di Romano Prodi, per l'Europa e per l'Italia? E al ministero della Sanita', digeriscono tutto senza battere ciglio, o hanno intenzione di far valere la supremazia della legge nazionale su quella comunitaria, e quindi impedire che questi prodotti circolino in Italia?
Se questo e' il prezzo da pagare per l'Unione Europea, preferiamo restare disuniti per conto nostro, ammesso che i nostri governanti non siano proni all'eurocrazia di Bruxelles.
 
 
 
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