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MUCCA PAZZA
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Comunicato 
29 ottobre 1999 0:00
 
MUCCA PAZZA ED EMBARGO UE SULLA CARNE BRITANNICA
LA COMMISSIONE AD HOC, PER ORA, SE NE LAVA LE MANI E TUTTO TORNA NELLA MANI DELLA TRATTATIVA POLITICA.
UN APPELLO AL PRESIDENTE PRODI E AL COMMISSARIO BYRNE PERCHE' FACCIANO PREVALERE LE RAGIONI DEI CONSUMATORI SU QUELLE DELLO STATO

Firenze, 29 ottobre 1999.Il comitato scientifico nominato dalla Commissione Europea per valutare le conclusioni dell'Agenzia francese sulla sicurezza sanitaria degli alimenti (Afssa) sul perdurare della pericolosita' delle carni britanniche contaminate dal morbo della mucca pazza -e sull'opportunita' di rivedere la fine dell'embargo alle esportazioni che era stato decretato per lo scorso 1 agosto-, per il momento, se n'e' lavato le mani: i dieci componenti su sedici che erano presenti all'incontro di oggi, hanno votato in 5 per levare l'embargo, 3 per mantenerlo e 2 si sono astenuti. Il prossimo incontro e' previsto per mercoledi' 3 novembre, ed entro quella data, le diplomazie della Commissione europea, della Gran Bretagna e della Francia, cercheranno di trovare un accordo.
Interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito.
E' come se si cercasse di mettere d'accordo l'acqua con il fuoco, al secolo britannici e francesi, che -indipendentemente dalla salute dei rispettivi consumatori- sembrano piu' interessati alla secolare contesa di essere uno piu' dell'altro guida spirituale e civile dell'Europa e del mondo intero.
Le ragioni dei francesi sono decisamente forti: da una parte il fatto che la Commissione europea stabilendo la fine dell'embargo, non abbia considerato gli ultimi bilanci epidemiologici britannici che, nel periodo 1/31 luglio di quest'anno, hanno registrato ben 1.180 casi di contaminazione del morbo; dall'altra i dubbi sull'efficacia dei test, per cui alcuni animali ritenuti sani potrebbero, invece, essere malati.
I britannici, per ora, sembra che reagiscano solo con manifestazioni in cui stigmatizzano le iniziative francesi solo come espressione della storica rivalita' (noiosa e pericolosa, aggiungiamo noi, perche' il problema riguarda tutti i Paesi Ue e non solo le due coste del Canale della Manica, e non stiamo parlando di vincere una gara tipo "giochi senza frontiere" …..).
Per fortuna il presidente della Commissione e' italiano e il commissario alla sanita' e alle politiche dei consumatori e' irlandese. Quindi, sulla carta, dovrebbero essere estranei a queste manifestazioni di sciovinismo francese e britannico. Ma riusciranno ad essere estranei anche alla necessita' di trovare per forza un compromesso politico? Ce lo chiediamo perche' in gioco c'e' la salute di tutti i consumatori dell'Ue, e non solo (le carni britanniche sono molto esportate, e l'embargo di questi anni ha fiaccato moltissimo gli operatori che, anche senza scrupoli, sono piu' interessati a risanare i loro bilanci che a pensare alla salute dei consumatori).
Per questo inviamo un appello a Romano Prodi e David Byrne perche' mettano al primo posto delle loro trattative le ragioni dei consumatori e non quelle di Stato. Di fronte a pericoli sanitari e alla sicurezza alimentare, lo Stato, per noi, puo' anche attendere: crediamo che, nel dubbio, e' meglio non farsi montare certezze che perdano di vista l'obiettivo primario: siamo convinti che si legiferi meglio avendo di fronte un allevatore
 
 
 
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