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 U.E. - U.E. - Ue. Il finanziamento alle staminali embrionali, una questione aperta
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Notizia 
8 dicembre 2005 17:12
 
Sei Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia, si sono opposti con forza a eventuali finanziamenti Ue di progetti di ricerca che prevedano la distruzione di embrioni umani.
In una dichiarazione congiunta diffusa al termine del Consiglio Competitivita' tenutosi a Bruxelles il 28 novembre, i sei Paesi (gli altri sono Austria, Germania, Malta, Polonia e Slovacchia) hanno quindi invitato la Commissione Ue ad "abbandonare i piani relativi ai requisiti per i finanziamenti di attivita' di ricerca che includono la distruzione di embrioni umani".
La posizione dell'Italia, "che era gia' una posizione di mediazione che noi avevamo portato avanti sotto la presidenza italiana, e' quella di approvare la ricerca sulle cellule staminali embrionali purche' non ci sia una ulteriore distruzione di embrioni", ha commentato al termine del Consiglio il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Quindi, ha proseguito, bisogna "lavorare sulle linee di cellule staminali embrionali esistenti. Questa e' la posizione nota dell'Italia". Su queste linee "c'e' la possibilita' di lavorare innanzitutto per verificare i risultati che si ottengono attraverso la ricerca sulle cellule staminali adulte, perche' non e' ancora scientificamente provato che ci sia una differenza tra le une e le altre".
Nella dichiarazione congiunta, le delegazioni dei sei Paesi sottolineano poi che "l'approccio previsto dal Settimo Programma Quadro (7PQ) sulla Ricerca e dai Programmi Specifici, non prende in sufficiente considerazione il potenziale terapeutico delle cellule staminali umane adulte". Per questo, si legge nel documento, le delegazioni chiedono "un conseguente impegno a livello comunitario in modo da rafforzare la ricerca sulle cellule staminali umane adulte.
In questo contesto, prosegue la dichiarazione, le delegazioni "ritengono che le decisioni se appoggiare o meno la ricerca che include la distruzione di embrioni umani dovrebbero essere lasciate ai singoli stati membri". L'Europa, afferma la dichiarazione, dovrebbe "astenersi dal finanziare progetti su questioni di principi etici fondamentali che divergono tra gli Stati membri". Le delegazioni, conclude la dichiarazione, si riservano il diritto di fornire "linee guida dettagliate sui principi bio-etici, prendendo in dovuta considerazione l'opinione del Parlamento europeo e il lavoro in corso sui programmi specifici".

Il 28 novembre i ministri della Ricerca degli Stati membri hanno approvato ad ampia maggioranza un cosiddetto "orientamento generale parziale". Il Consiglio descrive l'orientamento come un "metodo per fissare le discussioni del Consiglio su elementi non di bilancio che sono collegati ai negoziati in corso sulle prospettive finanziarie".
Il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik, che ha partecipato alla riunione, ha accolto l'accordo con favore. "La giornata odierna rappresenta un importante passo in avanti nel processo di trasformazione in realta' del 7PQ. E' vero, il percorso e' ancora lungo e ci sono molte caselle vuote da riempire. Ritengo tuttavia importante dimostrare che stiamo facendo quanto e' nei poteri di questo Consiglio per garantire che [il 7PQ] sia pronto in tempo". Nel corso della riunione del Consiglio Potocnik ha inoltre comunicato ai ministri che, in risposta alla richiesta di elaborare un'analisi sulle modalita' volte ad incoraggiare attivita' di ricerca migliori e piu' numerose, formulata nel corso del vertice europeo informale nei confronti della Commissione, per questo sta istituendo un gruppo di eminenti personalita' per individuare quali siano le azioni prioritarie che l'Ue deve intraprendere per incrementare i propri investimenti nella ricerca.
Il gruppo sara' presieduto dall'ex primo ministro finlandese Esko Aho, uno degli artefici della trasformazione del suo paese in un'economia della conoscenza e vedra' la presenza di Antoni Subira', ministro dell'Industria della Catalogna, Jo Cornu, ex numero due di Alcatel e del professor Luke Georghiou della Manchester Business School. "Il loro obiettivo e' individuare le azioni e gli aspetti da presentare come prioritari ai capi di Stato e di governo nel corso del loro vertice di primavera nel marzo 2006", ha confermato il commissario.
 
 
 
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Sei Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia, si sono opposti con forza a eventuali finanziamenti Ue di progetti di ricerca che prevedano la distruzione di embrioni umani.
In una dichiarazione congiunta diffusa al termine del Consiglio Competitivita' tenutosi a Bruxelles il 28 novembre, i sei Paesi (gli altri sono Austria, Germania, Malta, Polonia e Slovacchia) hanno quindi invitato la Commissione Ue ad "abbandonare i piani relativi ai requisiti per i finanziamenti di attivita' di ricerca che includono la distruzione di embrioni umani".
La posizione dell'Italia, "che era gia' una posizione di mediazione che noi avevamo portato avanti sotto la presidenza italiana, e' quella di approvare la ricerca sulle cellule staminali embrionali purche' non ci sia una ulteriore distruzione di embrioni", ha commentato al termine del Consiglio il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti. Quindi, ha proseguito, bisogna "lavorare sulle linee di cellule staminali embrionali esistenti. Questa e' la posizione nota dell'Italia". Su queste linee "c'e' la possibilita' di lavorare innanzitutto per verificare i risultati che si ottengono attraverso la ricerca sulle cellule staminali adulte, perche' non e' ancora scientificamente provato che ci sia una differenza tra le une e le altre".
Nella dichiarazione congiunta, le delegazioni dei sei Paesi sottolineano poi che "l'approccio previsto dal Settimo Programma Quadro (7PQ) sulla Ricerca e dai Programmi Specifici, non prende in sufficiente considerazione il potenziale terapeutico delle cellule staminali umane adulte". Per questo, si legge nel documento, le delegazioni chiedono "un conseguente impegno a livello comunitario in modo da rafforzare la ricerca sulle cellule staminali umane adulte.
In questo contesto, prosegue la dichiarazione, le delegazioni "ritengono che le decisioni se appoggiare o meno la ricerca che include la distruzione di embrioni umani dovrebbero essere lasciate ai singoli stati membri". L'Europa, afferma la dichiarazione, dovrebbe "astenersi dal finanziare progetti su questioni di principi etici fondamentali che divergono tra gli Stati membri". Le delegazioni, conclude la dichiarazione, si riservano il diritto di fornire "linee guida dettagliate sui principi bio-etici, prendendo in dovuta considerazione l'opinione del Parlamento europeo e il lavoro in corso sui programmi specifici".

Il 28 novembre i ministri della Ricerca degli Stati membri hanno approvato ad ampia maggioranza un cosiddetto "orientamento generale parziale". Il Consiglio descrive l'orientamento come un "metodo per fissare le discussioni del Consiglio su elementi non di bilancio che sono collegati ai negoziati in corso sulle prospettive finanziarie".
Il commissario per la Scienza e la ricerca Janez Potocnik, che ha partecipato alla riunione, ha accolto l'accordo con favore. "La giornata odierna rappresenta un importante passo in avanti nel processo di trasformazione in realta' del 7PQ. E' vero, il percorso e' ancora lungo e ci sono molte caselle vuote da riempire. Ritengo tuttavia importante dimostrare che stiamo facendo quanto e' nei poteri di questo Consiglio per garantire che [il 7PQ] sia pronto in tempo". Nel corso della riunione del Consiglio Potocnik ha inoltre comunicato ai ministri che, in risposta alla richiesta di elaborare un'analisi sulle modalita' volte ad incoraggiare attivita' di ricerca migliori e piu' numerose, formulata nel corso del vertice europeo informale nei confronti della Commissione, per questo sta istituendo un gruppo di eminenti personalita' per individuare quali siano le azioni prioritarie che l'Ue deve intraprendere per incrementare i propri investimenti nella ricerca.
Il gruppo sara' presieduto dall'ex primo ministro finlandese Esko Aho, uno degli artefici della trasformazione del suo paese in un'economia della conoscenza e vedra' la presenza di Antoni Subira', ministro dell'Industria della Catalogna, Jo Cornu, ex numero due di Alcatel e del professor Luke Georghiou della Manchester Business School. "Il loro obiettivo e' individuare le azioni e gli aspetti da presentare come prioritari ai capi di Stato e di governo nel corso del loro vertice di primavera nel marzo 2006", ha confermato il commissario.
 
 
 
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