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 ITALIA - ITALIA - Italia. Veronica Lario Berlusconi: andro' a votare, doveroso formarsi un'opinione
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14 aprile 2005 19:58
 
Veronica Lario, tirata in ballo dal premier Silvio Berlusconi al momento di decidere la data per il voto sui 4 referendum sulla legge sulla procreazione medicalmente assistita e' stata intervistata da Maria Latella sul quotidiano Corriere della Sera. "Sulla data, non fatemi litigare con mia moglie", aveva detto il premier. Poi la scelta era caduta sull'ipotesi peggiore, quella del 12 e 13 giugno.
[...] Andra' a votare il 12 giugno? "Andro' a votare. Questo referendum affronta questioni su cui e' doveroso formarsi un'opinione. Mi sembra quasi di essere tornata agli anni Settanta, quando il diritto all'aborto divento' un argomento di discussione quotidiana. In questo caso, la quantita' e qualita' dei temi da affrontare e' ancora piu' impegnativa, non c'e' solo la negazione della vita, ma anche la vita e la malattia. Come allora, ci sentiamo tutti un po' impreparati. Negli anni Settanta, ricordo, la discussione sull'aborto ruppe quel muro di silenzio e di vergogna che opprimeva l'animo di una donna costretta a quella scelta. Nell'aborto non c'era soltanto il rischio di morire e la morte che dolorosamente si infliggeva, ma anche il silenzio, tremendo, che accompagnava la scelta e che veniva mantenuto: non si ama parlare di qualcosa che si e' perduto".
Percio', in che modo si sta formando un'opinione?
"Se si chiede a un cittadino di esprimersi su questi argomenti, credo che la prima, istintiva, reazione, sia di guardare alle proprie personali esperienze o di immedesimarsi in quelle degli altri. Per quanto mi riguarda, c'e' un'esperienza personale che mi fa riflettere. Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i due mesi successivi ho cercato di capire, con l'aiuto dei medici, che cosa potevo fare, che cosa fosse piu' giusto fare. Al settimo mese di gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover abortire. E' stato un parto prematuro e una ferita che non si e' rimarginata. Ancora oggi e' doloroso condividere pubblicamente quell'esperienza, ma in un momento in cui tanti di noi si sentono immaturi, impreparati, rispetto alla conoscenza della legge 40, ai contenuti del referendum, ecco, sapere come andavano le cose venti o trenta anni fa, quando la scienza non era cosi' avanti come oggi, potrebbe essere utile".
Come sa, la Chiesa suggerisce di astenersi dal voto nel giorno del referendum.
"Se da noi, in Italia, certe tecniche fossero proibite, si andrebbe all'estero e mi spaventa l'idea che altri Paesi, meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa. Non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone di informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L'importante e' non fingere che il problema non esista. Penso che in certe circostanze l'umanita' debba sforzarsi".
Come guarda alle biotecnologie?
"Con speranza. Questo e' fuori discussione. Ma siamo chiamati a rispondere a domande che riguardano la vita e la morte, la scienza corre veloce e per stare al passo occorre lavorare su noi stessi, darsi delle risposte".
[...]
 
 
 
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