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 ITALIA - ITALIA - Italia. Turco: ordinanza su cordone e' solo ponte verso nuova legge
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Notizia 
2 luglio 2007 18:46
 
L'ordinanza del 4 maggio scorso sulla donazione, la conservazione e l'esportazione delle cellule del sangue del cordone ombelicale e' un 'provvedimento ponte' verso una legge per la conservazione ad uso autologo. Lo ha detto il ministro Livia Turco nel corso di una audizione in commissione Affari Sociali della Camera lo scorso 27 giugno. "Il mio orientamento e' quello di consentire tale possibilita' solamente a condizione che la donatrice accetti di renderne disponibile una quota (pari all 80%) per una eventuale richiesta di trapianto. Nel caso in cui il cordone autologo sia effettivamente utilizzato a scopo di trapianto andrebbe previsto che la donatrice sia rimborsata integralmente dei costi per la conservazione ad uso autologo".

Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno:
Il ministro Turco ha oggi confermato la scelta politica dell'ordinanza sul cordone ombelicale che vieta la conservazione autologa in Italia e la possibilita' che strutture private anche accreditate possano farlo; ha confermato altresi' che nell'ordinanza si sollecita l'intervento del legislatore chiedendo un raccordo tra Camera e Senato, volendo far da ponte tra l'ordinanza precedente e una nuova legge. Un ponte che pero' decide gia' la direzione! Ha infatti chiesto al Parlamento di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l'80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe piu' di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull'utilizzo di quel cordone. Se c'e' infatti un dato scientifico acquisito e' che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due. Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo.
La legge 219/2005 nell'articolo 10 prevedeva che fosse il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi' mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l'ordinanza del ministro chiede al Parlamento di fare una legge che gia' c'e' ma che non ha applicato! Mentre il ministro oggi riferisce che di fatto in Italia e' impossibile donare, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto, chiede di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. L'informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e' vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati! Il ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali fissava un principio nell'articolo 15: alla donna deve essere garantita la possibilita' di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro avrebbe potuto utilizzare il ponte che avevamo predisposto rinnovando l'ordinanza, ma non i divieti che ogni giorno che passa sono sempre piu' incomprensibili!

"Sulla donazione del cordone ombelicale gia' Forza Italia aveva dato un chiaro segnale". Ad affermarlo e' Domenico Di Virgilio, capogruppo Forza Italia in commissione Affari sociali della Camera e Responsabile Sanita' del partito, al termine dell'audizione in commissione del ministro della Salute- "Avevo presentato una proposta di legge che prevedeva, fin da allora, quello che il ministro propone oggi. La mia iniziativa puntava al possibile utilizzo anche da parte di uno dei familiari della donna che donava il proprio cordone. Una donazione cosiddetta 'autologa". Un problema rimane pero' aperto. E il ministro Turco non puo' fare finta di ignorarlo: si tratta di garantire una informazione capillare per le donne e anche per la raccolta del cordone ovunque la donna partorisca".
"Solo in questo modo potremmo raggiungere l'obiettivo di un aumento delle donazioni e, quindi, si potra' fare fronte alla richiesta di una maggiore disponibilita' per il bisogno crescente delle cellule staminali cordonali che oggi permettono gia' la guarigione di alcune malattie del sangue come linfomi e leucemie, una volta a destino infausto nella maggior parte dei casi".

LOMBARDIA PRIMA REGIONE AD ADEGUARSI A ORDINANZA - La prima Regione ad adeguarsi all'ordinanza del Ministero della Salute sulla donazione, la conservazione e l'esportazione delle cellule del sangue del cordone ombelicale e' la Lombardia, che con una circolare di alcuni giorni fa ha permesso la conservazione delle cellule da parte dei privati, seppure solo nei casi previsti dal provvedimento nazionale.
Secondo quanto ha anticipato stamani il Corriere della Sera, i genitori possono decidere di conservare gratis le cellule del cordone ombelicale nelle due banche gia' esistenti in Regione (al Policlinico di Milano e al San Matteo di Pavia) solo se ci sono malattie genetiche in famiglia o se e' gia' accertata una patologia del nascituro.
'Abbiamo recepito l'ordinanza", spiegano in Regione, "solo con una disciplina piu' precisa'. I genitori dovranno fare richiesta della conservazione almeno trenta giorni prima del parto (a meno che non ci siano particolare urgenza) e saranno gli ospedali ad occuparsi di mandare il materiale alla banca regionale. Proprio il fatto che dal 2004 in Regione ci siano due banche di questo tipo rende l'applicazione dell'ordinanza nazionale 'piu' semplice' che altrove.
 
 
 
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L'ordinanza del 4 maggio scorso sulla donazione, la conservazione e l'esportazione delle cellule del sangue del cordone ombelicale e' un 'provvedimento ponte' verso una legge per la conservazione ad uso autologo. Lo ha detto il ministro Livia Turco nel corso di una audizione in commissione Affari Sociali della Camera lo scorso 27 giugno. "Il mio orientamento e' quello di consentire tale possibilita' solamente a condizione che la donatrice accetti di renderne disponibile una quota (pari all 80%) per una eventuale richiesta di trapianto. Nel caso in cui il cordone autologo sia effettivamente utilizzato a scopo di trapianto andrebbe previsto che la donatrice sia rimborsata integralmente dei costi per la conservazione ad uso autologo".

Dichiarazione di Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno:
Il ministro Turco ha oggi confermato la scelta politica dell'ordinanza sul cordone ombelicale che vieta la conservazione autologa in Italia e la possibilita' che strutture private anche accreditate possano farlo; ha confermato altresi' che nell'ordinanza si sollecita l'intervento del legislatore chiedendo un raccordo tra Camera e Senato, volendo far da ponte tra l'ordinanza precedente e una nuova legge. Un ponte che pero' decide gia' la direzione! Ha infatti chiesto al Parlamento di fare una legge che consenta la conservazione autologa solo a patto che venga donato contestualmente l'80% del cordone! Non solo si stravolge il senso delle parole, visto che non si tratterebbe piu' di donazione, ma di obbligo, o esproprio, ma si mette una pesante ipoteca sull'utilizzo di quel cordone. Se c'e' infatti un dato scientifico acquisito e' che un cordone ombelicale contiene poche cellule staminali, tanto che solitamente vengono utilizzate solo sui bambini, oppure se ne utilizzano due. Prevederne la divisione equivale a rendere inutilizzabile sia la parte donata che quella conservata per uso autologo.
La legge 219/2005 nell'articolo 10 prevedeva che fosse il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi' mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l'ordinanza del ministro chiede al Parlamento di fare una legge che gia' c'e' ma che non ha applicato! Mentre il ministro oggi riferisce che di fatto in Italia e' impossibile donare, essendo fattibile in meno del 10% dei punti parto, chiede di fare una campagna per fornire una giusta informazione alle donne e impedire la speculazione mediatica. L'informazione dovrebbe essere utile per fare scelte consapevoli, cosa che oggi e' vietata per ordinanza obbligando le donne alla donazione senza neppure garantirla, visto che 9 cordoni su dieci vengono gettati! Il ddl sul parto approvato dalla commissione Affari Sociali fissava un principio nell'articolo 15: alla donna deve essere garantita la possibilita' di donare e di conservare il cordone ombelicale, in strutture pubbliche e in quelle private. Il ministro avrebbe potuto utilizzare il ponte che avevamo predisposto rinnovando l'ordinanza, ma non i divieti che ogni giorno che passa sono sempre piu' incomprensibili!

"Sulla donazione del cordone ombelicale gia' Forza Italia aveva dato un chiaro segnale". Ad affermarlo e' Domenico Di Virgilio, capogruppo Forza Italia in commissione Affari sociali della Camera e Responsabile Sanita' del partito, al termine dell'audizione in commissione del ministro della Salute- "Avevo presentato una proposta di legge che prevedeva, fin da allora, quello che il ministro propone oggi. La mia iniziativa puntava al possibile utilizzo anche da parte di uno dei familiari della donna che donava il proprio cordone. Una donazione cosiddetta 'autologa". Un problema rimane pero' aperto. E il ministro Turco non puo' fare finta di ignorarlo: si tratta di garantire una informazione capillare per le donne e anche per la raccolta del cordone ovunque la donna partorisca".
"Solo in questo modo potremmo raggiungere l'obiettivo di un aumento delle donazioni e, quindi, si potra' fare fronte alla richiesta di una maggiore disponibilita' per il bisogno crescente delle cellule staminali cordonali che oggi permettono gia' la guarigione di alcune malattie del sangue come linfomi e leucemie, una volta a destino infausto nella maggior parte dei casi".

LOMBARDIA PRIMA REGIONE AD ADEGUARSI A ORDINANZA - La prima Regione ad adeguarsi all'ordinanza del Ministero della Salute sulla donazione, la conservazione e l'esportazione delle cellule del sangue del cordone ombelicale e' la Lombardia, che con una circolare di alcuni giorni fa ha permesso la conservazione delle cellule da parte dei privati, seppure solo nei casi previsti dal provvedimento nazionale.
Secondo quanto ha anticipato stamani il Corriere della Sera, i genitori possono decidere di conservare gratis le cellule del cordone ombelicale nelle due banche gia' esistenti in Regione (al Policlinico di Milano e al San Matteo di Pavia) solo se ci sono malattie genetiche in famiglia o se e' gia' accertata una patologia del nascituro.
'Abbiamo recepito l'ordinanza", spiegano in Regione, "solo con una disciplina piu' precisa'. I genitori dovranno fare richiesta della conservazione almeno trenta giorni prima del parto (a meno che non ci siano particolare urgenza) e saranno gli ospedali ad occuparsi di mandare il materiale alla banca regionale. Proprio il fatto che dal 2004 in Regione ci siano due banche di questo tipo rende l'applicazione dell'ordinanza nazionale 'piu' semplice' che altrove.
 
 
 
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