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 ITALIA - ITALIA - Italia. Tribunale: si' ad analisi preimpianto su embrioni
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3 gennaio 2008 16:18
 
E' possibile la diagnosi preimpianto se c'e' il rischio di trasmettere una grave malattia genetica ed e' lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare puo' compromettere la salute della donna.
Lo ha deciso un giudice di Firenze che ha accolto il ricorso di una coppia stabilendo che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perche' contro la legge stessa e contro la Costituzione.
A sollevare la questione e' stata una coppia trentenne di Milano, lei e' portatrice di una grave malattia genetica, la esostosi, che porta all'accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c'e' una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilita' che sia mortale.
La coppia si e' rivolta al centro Demetra di Firenze chiedendo di poter fare la diagnosi preimpianto, e che la fivet sia adeguata allo stato di salute della donna che non puo' rischiare una gravidanza gemellare. Il centro ha risposto pero' che tutto questo la legge non lo consente. "La coppia deve per forza sottoporsi alla roulette russa con il rischio di avere gli embrioni malati -racconta l'avvocato Gianni Baldini che ha curato il ricorso- Cosi' i coniugi si rivolgono al sito clicca qui per chiedere una consulenza e iniziamo un'azione legale".
Alla base del ricorso, spiega l'avvocato, ci sono diverse considerazioni. "C'e' il fatto che la legge 40 non stabilisce espressamente il divieto di diagnosi preimpianto, sono le linee guida a stabilirlo dicendo che le indagini preventive non possono essere di natura genetica ma solo osservazionale cioe' morfologica". Questo divieto incide su un diritto soggettivo assoluto, dice l'avvocato Baldini, qual e' quello dell'autodeterminazione, incide sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, al consenso informato.
Il giudice Isabella Mariani ha accolto il ricorso, spiega il legale, "dicendo che e' fondata l'illegittimita' delle linee guida che espressamente disapplica, un provvedimento con efficacia vincolante per altri giudizi e per il Tar". Il giudice inoltre ha condannato 'il centro ad eseguire la diagnosi e ha stabilito la crioconservazione degli embrioni malati, che la legge vieta, dicendo che il medico deve seguire le regole della migliore scienza ed esperienza con specifico riguardo alla salute della donna. Questo e' un altro colpo al cuore della legge 40, perche' ristabilisce l'ordine gerarchico previsto dalla Costituzione e dalla legge 194 che antepone la salute della donna a quella del nascituro".
L'ordinanza non e' revocabile, vale quanto una sentenza, se il centro Demetra non ricorre in appello diventa definitiva. E' la seconda sentenza a favore della diagnosi preimpianto nel caso di malattie genetiche: a settembre il tribunale di Cagliari aveva dato ragione ad una donna portatrice di talassemia. "Da quando e' andata in vigore la legge arrivano molte richieste di sostegno legale, e' aumentato il contenzioso giudiziario, la legge 40 e' avvertita contro il bene della coppia", dice Monica Soldano, presidente dell'associazione "Madreprovetta", "la legge viene sempre piu' percepita come ostile a un progetto genitoriale".

La sentenza di Firenze, che di fatto aggiorna le linee guida che ad oggi vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni, 'e' un provvedimento da accogliere con favore e che dimostra quanto la giurisprudenza, spesso, riesca ad aggiornare la volonta' del legislatore applicando un criterio di maggiore rispondenza alle esigenze concrete e reali dei cittadini e della societa''. Lo afferma la capogruppo dei Verdi in Commissione Giustizia alla Camera, Paola Balducci, sottolineando come 'questo provvedimento non rappresenti un caso isolato: va infatti ricordata anche la decisione del Tribunale di Cagliari su una vicenda analoga. I giudici, dunque - conclude - si dimostrano piu' lungimiranti del mondo politico, troppo spesso bloccato dai veti incrociati. La politica dovrebbe imparare da queste sentenze'.

"Mi pare una sentenza assolutamente importante che fa chiarezza e dice che questa legge 40 viola i diritti umani, i diritti alla salute e alla procreazione. Credo che debba indurre finalmente il ministro alla Salute Livia Turco a fare un cambiamento alle linee guida, a fare qualcosa di sinistra". E' il commento del professor Severino Antinori, "padre" della vitrificazione delle cellule umane e presidente dell'associazione mondiale di medicina della procreazione, alla notizia dell'ordinanza emessa dal tribunale di Firenze che scardina la legge sulla fecondazione assistita. "Dal convegno di Oviedo - prosegue il professore - e' venuto, d'altra parte, l'indicazione che una cellula fecondata si puo' eliminare se non e' morfologicamente normale. E anche la linea guida fatta dall'ex ministro della Sanita', Girolamo Sirchia, prevede che si puo' osservare la cellula per riscontrarne malformazioni, ma proibisce, contraddittoriamente, di spingersi fino al cromosoma. Il mio appello - aggiunge il professor Antinori - e' che dopo la sentenza di firenze il minstro Turco faccia qualcosa di sinistra mettendo in atto una linea guida che consenta la diagnosi preimpianto". Sulla possibilita' che una risoluzione del genere possa venire bollata come "eugenetica", il professore dice: "L'eugenetica non c'entra niente in questo.
E' una parola utilizzata da alcuni talebani cattolici: serve una linea guida che consenta cum grano salis di rispettare la Costituzione laddove tutela il diritto alla salute".

"Dopo Cagliari, arriva Firenze: le linee guida della legge 40 sulla fecondazione assistita crollano a colpi di sentenza". Cosi' la parlamentare della Rosa nel pugno, Donatella Poretti, interviene dopo la sentenza di Firenze sostenendo che le linee guida della norma vanno aggiornate "entro la fine dell'anno".
Il divieto della diagnosi preimpianto e l'impianto obbligatorio dei tre embrioni, non presenti nella legge, ma nelle linee guida, infatti, sono nuovamente al centro di un'ordinanza: il giudice del tribunale di Firenze, Isabella Mariani, ha ordinato al centro medico Demetra di eseguire la diagnosi e di crioconservare gli embrioni malati di una coppia che rischia di trasmettere una grave malattia genetica al nascituro. Gia' da luglio, ricorda Poretti, "il consiglio superiore di Sanita', chiamato dal ministero della Salute ad esprimersi sull'aggiornamento delle linee guida, si era dichiarato contro l'impianto obbligatorio di tre embrioni e a favore della diagnosi pre-impianto". Mentre il ministro Livia Turco, audito a ottobre in commissione Affari sociali alla Camera, racconta la deputata, "si era impegnato a presentare a breve l'aggiornamento delle linee guida". Pochi giorni fa l'Istituto di prospettiva tecnologica della commissione europea ha pubblicato un rapporto in materia: nel 2005 nell'Ue sono state effettuate tra 2.000 e 2.900 diagnosi genetiche preimpianto.
Oltre 700 le pazienti venute da altri Paesi per poter fruire di un servizio che nel proprio e' proibito, come in Italia. Circa la meta' di queste pazienti si e' recata in una struttura spagnola.
Ora, forte di questa nuova sentenza, il ministro, chiude Poretti, "ha il dovere politico di intervenire".

"Dopo Cagliari Firenze. Un altro colpo alla Legge 40 e alle linee guida del centrodestra, un`ulteriore conferma dell`insostenibilità di una legge che viola principi fondamentali come il diritto alla salute della donna e del nascituro, alla maternità responsabile, al consenso informato".
E' questo il commento di Vittoria Franco (Pd), presidente della commissione Istruzione del Senato
"Grazie a un giudice coraggioso come Isabella Mariani del Tribunale di Firenze, le incongruenze più eclatanti - sottolinea l'esponente del Pd - vengono a galla e diventa manifesta la necessità di rimediare con sentenze che consentano ai centri per la fecondazione assistita di fare ciò che la legge vieta in violazione di principi costituzionali chiari".
Per Vittoria Franco "� tempo di rivedere le linee guida e la stessa legge 40, anche in questa legislatura. Per quanto mi riguarda, mi appresto a depositare un testo per consentire anche alle coppie portatrici di malattie ereditarie o trasmissibili di ricorrere alla fecondazione assistita. Già questo consentirebbe di eliminare una buona parte delle previsioni più ingiuste e insostenibili della legge. Mi auguro - conclude la senatrice -che dopo sentenze così chiare e severe, anche i suoi più accesi sostenitori si ravvedano e si attengano a una maggiore ragionevolezza contribuendo in Parlamento al consenso più ampio".

La magistratura fa quel che dovrebbe fare la politica ma che i politici non fanno: cosi' un giudice applica il buon senso per modificare una legge stupida.
Cosi' il pioniere della fecondazione assistita, il ginecologo Carlo Flamigni. "Le leggi stupide sono quelle - precisa Flamigni - come la 40 che vanno contro il buon senso, il sentire comune mentre le leggi normalmente sono appunto l'espressione del sentire comune di una societa' civile ed umana: quel giudice ha dato voce a quello che la gente sente e vuole".
E Gilberto Corbellini, membro del Cnb, il Comitato Nazionale di Bioetica, definisce l'ordinanza "fantastica" perche' "con essa si prende atto che c'e' ancora la Costituzione" e perche', "mette a nudo le incongruita' della legge, gia' denunciate dagli esperti nella campagna referendaria". E poi lancia un ammonimento: "la si smetta con la storia dell'eugenetica: con la diagnosi preimpianto non ha nulla a che fare e chi tira in ballo l'eugenetica - nota - fa solo terrorismo e offende la memoria di milioni di persone vittime di una scellerata ideologia", quella nazista.
Insomma, dopo quella di Cagliari, un'altra positiva sentenza? "Qualcuno finalmente non oscurato nel giudizio da una particolare ideologia - risponde Corbellini - mette a nudo le incongruita' di una legge sbagliata, appunto la legge 40".

'Con la sentenza di Firenze sulla diagnosi reimpianto si rischia di arrivare concretamente all'eugenetica'. Lo afferma Wanda Ciaraldi, responsabile bioetica dell'Udeur.
'Va notato -aggiunge- che spesso questi test spesso danno dei falsi positivi. E poi non e' accettabile che la sentenza di un giudice stravolga una legge che nasce da un confronto in Parlamento e che ha visto l'apporto di tanti prestigiosi scienziati. Diciamo no alla diagnosi preimpianto perche' in questo modo si apre la strada a pratiche eugenetiche'.

"Il conto e' semplice e drammatico: meno diagnosi pre-impianto, piu' aborti post-impianto". Lo afferma in una nota Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia.
Per Della Vedova, la sentenza "e' l'ennesima occasione che viene fornita al Governo e al legislatore per fare prevalere il buon senso e il senso della misura su di una materia certo sensibile dal punto di vista morale, ma non 'indipendente' dalle regole che l'ordinamento giuridico pone a presidio della liberta' degli individui", evidenzia.
"Come in molti avemmo modo di segnalare quando la legge 40 venne approvata - continua - il divieto di diagnosi pre-impianto anche in caso di rischi accertati di trasmissione di malattie genetiche accresce semplicemente i rischi di aborto volontario, poiche', a impianto avvenuto, altre analisi pienamente consentite possono confermare ai genitori l'esistenza di gravi malattie nel nascituro".
Da qui il calcolo: meno diagnosi pre-impianto e piu' aborti post, "tranne ovviamente per le coppie in grado di sostenere i costi per effettuare le procedure di fecondazione assistita in altri Paesi europei. Si oppone al buon senso e alla ragionevolezza una norma 'etica' che, contro i principi che vorrebbe difendere, accresce anziche' ridurre i rischi di aborto. Allo stesso modo - prosegue - e' del tutto irragionevole che la fecondazione assistita sia l'unico campo della scienza medica in cui in Italia al paziente e' impedito, per ragioni morali, di conoscere l'esito dei trattamenti a cui e' sottoposto", conclude.

"In Italia, sulle materie eticamente sensibili, c'e' sempre un giudice ordinario pronto a sentenziare. E con il suo giudizio - per usare un argomento caro alla politica - riesce a pesare piu' del legislatore o di milioni di italiani che si sono espressi attraverso un referendum". E' questo il parere di Scienza & Vita, l'Associazione di credenti e non credenti che tutela la vita dal concepimento fino alla morte naturale, sulla sentenza del giudice fiorentino che si e' espresso contro il divieto della diagnosi preimpianto previsto dalla legge 40. Nel dibattito sul caso di Firenze - conclude Scienza & Vita - "gia' va emergendo la caratura ideologica di una sentenza che vorrebbe riportare la lancetta all'indietro e negare i diritti del concepito.
Speriamo che in Italia ci sia ancora un giudice che voglia garantire i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. E soprattutto che i legislatori sappiano difendere adeguatamente la loro legge 40".

'Il si' al test sugli embrioni del giudice Isabella Mariani e' un precedente inquietante contro la volonta' popolare'. E' quanto afferma in una nota diffusa a Firenze il capogruppo della Lega in commissione Sanita' del Senato Massimo Polledri secondo cui 'la diagnosi genetica preimpianto non puo' fornire elementi utili per la terapia di malattie genetiche e non e' utile al concepito'.
Per Polledri - continua la nota - ancora una volta la magistratura si sostituisce al ruolo legislativo. 'C'e' stato un referendum nel 2005 che boccia le modifiche alla legge 40 uscita dal Parlamento nel 2004 quindi - conclude il leghista - questa sentenza e' contro il popolo. Si va diretti all' eugenetica e quindi diciamo ancora una volta no alla diagnosi pre-impianto'.

Si richiama all'autonomia dei giudici, il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini, nel commentare la sentenza del tribunale di Firenze con la quale si rimette in discussione la validita' della legge 40. Soprattutto si richiama al senso di responsabilita' che li obbligherebbe a "scegliere in base alla legge e non alle proprie convinzioni".
"E' difficile esprimere giudizi su una decisione di cui non e' dato conoscere ancora l'esatto contenuto - aggiunge Casini -.
So pero' che la diagnosi genetica preimpianto implica la soppressione deliberata di un rilevante numero di embrioni presunti malati, ma anche sani, pur di avere la incerta garanzia che l'embrione o gli embrioni trasferiti in utero non siano affetti dall'anomalia temuta". "So che la legge 40", aggiunge Carlo Casini, "esige che al concepito sia riconosciuto lo stesso diritto alla vita degli altri soggetti coinvolti e che, di conseguenza, proibisce la distruzione di embrioni e il loro congelamento. So che per regola costituzionale il giudice e' soggetto soltanto alla legge alla quale non puo' sovrapporre i suoi desideri e le sue opinioni. So che dietro le continue aggressioni alla legge 40 vi sono rilevanti interessi economici. So, infine, che gli interessi economici e le passioni ideologiche possono arrivare a costruire artificialmente casi da sottoporre alla giustizia ed organizzare pressioni mediatiche per influenzare l'opinione pubblica ed ottenere cosi' i risultati perseguiti. La Corte Costituzionale e' gia' intervenuta sulla questione della diagnosi genetica preimpianto respingendo il ricorso di chi, in altro ma simile episodio, aveva chiesto l'annullamento della legge 40. Una decisione dal carattere generale che fornisce una valida risposta anche nel caso fiorentino".

Il quotidiano dei vescovi 'Avvenire' boccia l'ordinanza emessa dal tribunale di Firenze che ha stabilito che Ã? legittimo eseguire una diagnosi preimpianto sull'embrione, per poterlo eliminare nel caso sia affetto da una grave malattia genetica. In un editoriale a firma di Eugenia Roccella, portavoce del Family Day, il quotidiano della Cei sottolinea che "sarebbe meglio che le leggi le facessero i parlamentari, i quali ne rispondono agli elettori; i giudici invece - prosegue l'Avvenire - che non sono eletti da nessuno, le norme dovrebbero limitarsi ad applicarle".
Il pericolo, avverte 'Avvenire', � che "in poco tempo si spalanchi la porta all'eugenetica. Non diteci più, per favore, che la selezione si limiterà ai casi gravi, perch� nei Paesi dove � ammessa - conclude il quotidiano della Cei - si allarga in modo irrefrenabile, e non saperlo vuol dire essere in malafede o non leggere le notizie dall'estero".

"La legge 40 non consente rischi di eugenetica, non c'e' ombra di dubbio. E io non posso non tenere conto delle sentenze dei giudici di Firenze, e prima di Cagliari". Cosi' il ministro della Salute, Livia Turco, in un intervista a "Repubblica". Secondo il ministro, che annuncia per gennaio "le nuove linee guida in materia", se l'applicazione della legge sulla fecondazione assistita "provoca problemi alle coppie, allora questo fatto deve essere preso in considerazione", mettendosi attorno a un tavolo "per ragionare sulle reciproche verita'".
Riguardo infine al rapporto che il partito Democratico dovra' tenere sui temi eticamente sensibili, Livia Turco spiega che il Pd "non deve essere elusivo" ma avere "piu' coraggio sui temi etici. Cittadinanza, responsabilita', senso della vita e ricerca scientifica spesso si mettono da parte perche' sono temi scomodi.
Invece- conclude- vanno affrontati".

"Erano piu' laici i vecchi democristiani".
Questo e' quanto affermano in una nota i due senatori Udc Rocco Buttiglione e Luca Marconi commentando l'ordinanza del giudice di Firenze.
"Assistiamo oggi in Italia- spiegano i due senatori- ad una pericolosa involuzione contraria ai piu' elementari principi dello stato di diritto e dello spirito liberale. Cosa ancor piu' grave e' che simile tradimento venga accolto dagli applausi dei ministri della Repubblica, come la gentile onorevole Giovanna Melandri, che dovrebbero essere invece i garanti costituzionali della legge qualunque essa sia, anche se l'hanno osteggiata e non votata".
Il rispetto della legge, sottolineano ancora Buttiglione e Marconi "c'era di piu' rispetto nella prima Repubblica da parte dei vecchi Dc i quali, nonostante la loro forte avversita', applicarono con correttezza le leggi sul divorzio e sull'aborto".
Necessario quindi porre "immediato rimedio a questo stato di cose perche' non puo' essere tradita la legge 40, le sue indicazioni e le sue linee guida. Al cieco furore laicista opponiamo la capacita' laica e cristiana di ragionare intorno alla verita' delle cose perche' ogni legge, compresa quella sulla fecondazione artificiale, possa essere migliorata".
Certamente nessuna autorita' della stato "e' autorizzata a non applicarla o addirittura disattenderla: la legge 40, confermata con larghissimo consenso popolare, resta un pilastro di civilta' giuridica e scientifica- conclude la nota- nel tormentato campo della bioetica".

La Comunita' Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi si e' detta oggi disponibile 'ad accogliere quegli embrioni umani che dovessero risultare malati' e chiedono di ritirare l'ordinanza di un giudice del tribunale di Firenze che concede la diagnosi preimpianto. In una nota del vice responsabile dell'associazione cattolica, Giovanni Ramonda si parla di 'travalicazione della legge 40 del 2004 confermata proprio in quell'articolo dal referendum' con il risultato di 'mettere in pericolo la vita del piu' piccolo e indifeso fra gli esseri umani: l'embrione appena concepito'.
'Comprendiamo la sofferenza della coppia milanese nel non poter avere un figlio naturalmente e siamo addolorati per la grave patologia di cui sono portatori - si aggiunge - ma li esortiamo a non rendersi padroni della vita con l'uso di tecniche che producono tanti morti e il piu' delle volte senza il risultato del figlio e sollecitiamo il mondo scientifico a cercare nuove e piu' efficaci terapie piuttosto che metodi per sopprimere chi e' malato o disabile'.
 
 
 
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E' possibile la diagnosi preimpianto se c'e' il rischio di trasmettere una grave malattia genetica ed e' lecito rifiutare il numero obbligatorio di tre embrioni se una gravidanza gemellare puo' compromettere la salute della donna.
Lo ha deciso un giudice di Firenze che ha accolto il ricorso di una coppia stabilendo che le linee guida che vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni sono inapplicabili perche' contro la legge stessa e contro la Costituzione.
A sollevare la questione e' stata una coppia trentenne di Milano, lei e' portatrice di una grave malattia genetica, la esostosi, che porta all'accrescimento esagerato della cartilagine delle ossa: c'e' una percentuale molto elevata che venga trasmessa al figlio, esiste la possibilita' che sia mortale.
La coppia si e' rivolta al centro Demetra di Firenze chiedendo di poter fare la diagnosi preimpianto, e che la fivet sia adeguata allo stato di salute della donna che non puo' rischiare una gravidanza gemellare. Il centro ha risposto pero' che tutto questo la legge non lo consente. "La coppia deve per forza sottoporsi alla roulette russa con il rischio di avere gli embrioni malati -racconta l'avvocato Gianni Baldini che ha curato il ricorso- Cosi' i coniugi si rivolgono al sito clicca qui per chiedere una consulenza e iniziamo un'azione legale".
Alla base del ricorso, spiega l'avvocato, ci sono diverse considerazioni. "C'e' il fatto che la legge 40 non stabilisce espressamente il divieto di diagnosi preimpianto, sono le linee guida a stabilirlo dicendo che le indagini preventive non possono essere di natura genetica ma solo osservazionale cioe' morfologica". Questo divieto incide su un diritto soggettivo assoluto, dice l'avvocato Baldini, qual e' quello dell'autodeterminazione, incide sul diritto alla procreazione cosciente e responsabile, al consenso informato.
Il giudice Isabella Mariani ha accolto il ricorso, spiega il legale, "dicendo che e' fondata l'illegittimita' delle linee guida che espressamente disapplica, un provvedimento con efficacia vincolante per altri giudizi e per il Tar". Il giudice inoltre ha condannato 'il centro ad eseguire la diagnosi e ha stabilito la crioconservazione degli embrioni malati, che la legge vieta, dicendo che il medico deve seguire le regole della migliore scienza ed esperienza con specifico riguardo alla salute della donna. Questo e' un altro colpo al cuore della legge 40, perche' ristabilisce l'ordine gerarchico previsto dalla Costituzione e dalla legge 194 che antepone la salute della donna a quella del nascituro".
L'ordinanza non e' revocabile, vale quanto una sentenza, se il centro Demetra non ricorre in appello diventa definitiva. E' la seconda sentenza a favore della diagnosi preimpianto nel caso di malattie genetiche: a settembre il tribunale di Cagliari aveva dato ragione ad una donna portatrice di talassemia. "Da quando e' andata in vigore la legge arrivano molte richieste di sostegno legale, e' aumentato il contenzioso giudiziario, la legge 40 e' avvertita contro il bene della coppia", dice Monica Soldano, presidente dell'associazione "Madreprovetta", "la legge viene sempre piu' percepita come ostile a un progetto genitoriale".

La sentenza di Firenze, che di fatto aggiorna le linee guida che ad oggi vietano la diagnosi preimpianto degli embrioni, 'e' un provvedimento da accogliere con favore e che dimostra quanto la giurisprudenza, spesso, riesca ad aggiornare la volonta' del legislatore applicando un criterio di maggiore rispondenza alle esigenze concrete e reali dei cittadini e della societa''. Lo afferma la capogruppo dei Verdi in Commissione Giustizia alla Camera, Paola Balducci, sottolineando come 'questo provvedimento non rappresenti un caso isolato: va infatti ricordata anche la decisione del Tribunale di Cagliari su una vicenda analoga. I giudici, dunque - conclude - si dimostrano piu' lungimiranti del mondo politico, troppo spesso bloccato dai veti incrociati. La politica dovrebbe imparare da queste sentenze'.

"Mi pare una sentenza assolutamente importante che fa chiarezza e dice che questa legge 40 viola i diritti umani, i diritti alla salute e alla procreazione. Credo che debba indurre finalmente il ministro alla Salute Livia Turco a fare un cambiamento alle linee guida, a fare qualcosa di sinistra". E' il commento del professor Severino Antinori, "padre" della vitrificazione delle cellule umane e presidente dell'associazione mondiale di medicina della procreazione, alla notizia dell'ordinanza emessa dal tribunale di Firenze che scardina la legge sulla fecondazione assistita. "Dal convegno di Oviedo - prosegue il professore - e' venuto, d'altra parte, l'indicazione che una cellula fecondata si puo' eliminare se non e' morfologicamente normale. E anche la linea guida fatta dall'ex ministro della Sanita', Girolamo Sirchia, prevede che si puo' osservare la cellula per riscontrarne malformazioni, ma proibisce, contraddittoriamente, di spingersi fino al cromosoma. Il mio appello - aggiunge il professor Antinori - e' che dopo la sentenza di firenze il minstro Turco faccia qualcosa di sinistra mettendo in atto una linea guida che consenta la diagnosi preimpianto". Sulla possibilita' che una risoluzione del genere possa venire bollata come "eugenetica", il professore dice: "L'eugenetica non c'entra niente in questo.
E' una parola utilizzata da alcuni talebani cattolici: serve una linea guida che consenta cum grano salis di rispettare la Costituzione laddove tutela il diritto alla salute".

"Dopo Cagliari, arriva Firenze: le linee guida della legge 40 sulla fecondazione assistita crollano a colpi di sentenza". Cosi' la parlamentare della Rosa nel pugno, Donatella Poretti, interviene dopo la sentenza di Firenze sostenendo che le linee guida della norma vanno aggiornate "entro la fine dell'anno".
Il divieto della diagnosi preimpianto e l'impianto obbligatorio dei tre embrioni, non presenti nella legge, ma nelle linee guida, infatti, sono nuovamente al centro di un'ordinanza: il giudice del tribunale di Firenze, Isabella Mariani, ha ordinato al centro medico Demetra di eseguire la diagnosi e di crioconservare gli embrioni malati di una coppia che rischia di trasmettere una grave malattia genetica al nascituro. Gia' da luglio, ricorda Poretti, "il consiglio superiore di Sanita', chiamato dal ministero della Salute ad esprimersi sull'aggiornamento delle linee guida, si era dichiarato contro l'impianto obbligatorio di tre embrioni e a favore della diagnosi pre-impianto". Mentre il ministro Livia Turco, audito a ottobre in commissione Affari sociali alla Camera, racconta la deputata, "si era impegnato a presentare a breve l'aggiornamento delle linee guida". Pochi giorni fa l'Istituto di prospettiva tecnologica della commissione europea ha pubblicato un rapporto in materia: nel 2005 nell'Ue sono state effettuate tra 2.000 e 2.900 diagnosi genetiche preimpianto.
Oltre 700 le pazienti venute da altri Paesi per poter fruire di un servizio che nel proprio e' proibito, come in Italia. Circa la meta' di queste pazienti si e' recata in una struttura spagnola.
Ora, forte di questa nuova sentenza, il ministro, chiude Poretti, "ha il dovere politico di intervenire".

"Dopo Cagliari Firenze. Un altro colpo alla Legge 40 e alle linee guida del centrodestra, un`ulteriore conferma dell`insostenibilità di una legge che viola principi fondamentali come il diritto alla salute della donna e del nascituro, alla maternità responsabile, al consenso informato".
E' questo il commento di Vittoria Franco (Pd), presidente della commissione Istruzione del Senato
"Grazie a un giudice coraggioso come Isabella Mariani del Tribunale di Firenze, le incongruenze più eclatanti - sottolinea l'esponente del Pd - vengono a galla e diventa manifesta la necessità di rimediare con sentenze che consentano ai centri per la fecondazione assistita di fare ciò che la legge vieta in violazione di principi costituzionali chiari".
Per Vittoria Franco "� tempo di rivedere le linee guida e la stessa legge 40, anche in questa legislatura. Per quanto mi riguarda, mi appresto a depositare un testo per consentire anche alle coppie portatrici di malattie ereditarie o trasmissibili di ricorrere alla fecondazione assistita. Già questo consentirebbe di eliminare una buona parte delle previsioni più ingiuste e insostenibili della legge. Mi auguro - conclude la senatrice -che dopo sentenze così chiare e severe, anche i suoi più accesi sostenitori si ravvedano e si attengano a una maggiore ragionevolezza contribuendo in Parlamento al consenso più ampio".

La magistratura fa quel che dovrebbe fare la politica ma che i politici non fanno: cosi' un giudice applica il buon senso per modificare una legge stupida.
Cosi' il pioniere della fecondazione assistita, il ginecologo Carlo Flamigni. "Le leggi stupide sono quelle - precisa Flamigni - come la 40 che vanno contro il buon senso, il sentire comune mentre le leggi normalmente sono appunto l'espressione del sentire comune di una societa' civile ed umana: quel giudice ha dato voce a quello che la gente sente e vuole".
E Gilberto Corbellini, membro del Cnb, il Comitato Nazionale di Bioetica, definisce l'ordinanza "fantastica" perche' "con essa si prende atto che c'e' ancora la Costituzione" e perche', "mette a nudo le incongruita' della legge, gia' denunciate dagli esperti nella campagna referendaria". E poi lancia un ammonimento: "la si smetta con la storia dell'eugenetica: con la diagnosi preimpianto non ha nulla a che fare e chi tira in ballo l'eugenetica - nota - fa solo terrorismo e offende la memoria di milioni di persone vittime di una scellerata ideologia", quella nazista.
Insomma, dopo quella di Cagliari, un'altra positiva sentenza? "Qualcuno finalmente non oscurato nel giudizio da una particolare ideologia - risponde Corbellini - mette a nudo le incongruita' di una legge sbagliata, appunto la legge 40".

'Con la sentenza di Firenze sulla diagnosi reimpianto si rischia di arrivare concretamente all'eugenetica'. Lo afferma Wanda Ciaraldi, responsabile bioetica dell'Udeur.
'Va notato -aggiunge- che spesso questi test spesso danno dei falsi positivi. E poi non e' accettabile che la sentenza di un giudice stravolga una legge che nasce da un confronto in Parlamento e che ha visto l'apporto di tanti prestigiosi scienziati. Diciamo no alla diagnosi preimpianto perche' in questo modo si apre la strada a pratiche eugenetiche'.

"Il conto e' semplice e drammatico: meno diagnosi pre-impianto, piu' aborti post-impianto". Lo afferma in una nota Benedetto Della Vedova, presidente dei Riformatori Liberali e deputato di Forza Italia.
Per Della Vedova, la sentenza "e' l'ennesima occasione che viene fornita al Governo e al legislatore per fare prevalere il buon senso e il senso della misura su di una materia certo sensibile dal punto di vista morale, ma non 'indipendente' dalle regole che l'ordinamento giuridico pone a presidio della liberta' degli individui", evidenzia.
"Come in molti avemmo modo di segnalare quando la legge 40 venne approvata - continua - il divieto di diagnosi pre-impianto anche in caso di rischi accertati di trasmissione di malattie genetiche accresce semplicemente i rischi di aborto volontario, poiche', a impianto avvenuto, altre analisi pienamente consentite possono confermare ai genitori l'esistenza di gravi malattie nel nascituro".
Da qui il calcolo: meno diagnosi pre-impianto e piu' aborti post, "tranne ovviamente per le coppie in grado di sostenere i costi per effettuare le procedure di fecondazione assistita in altri Paesi europei. Si oppone al buon senso e alla ragionevolezza una norma 'etica' che, contro i principi che vorrebbe difendere, accresce anziche' ridurre i rischi di aborto. Allo stesso modo - prosegue - e' del tutto irragionevole che la fecondazione assistita sia l'unico campo della scienza medica in cui in Italia al paziente e' impedito, per ragioni morali, di conoscere l'esito dei trattamenti a cui e' sottoposto", conclude.

"In Italia, sulle materie eticamente sensibili, c'e' sempre un giudice ordinario pronto a sentenziare. E con il suo giudizio - per usare un argomento caro alla politica - riesce a pesare piu' del legislatore o di milioni di italiani che si sono espressi attraverso un referendum". E' questo il parere di Scienza & Vita, l'Associazione di credenti e non credenti che tutela la vita dal concepimento fino alla morte naturale, sulla sentenza del giudice fiorentino che si e' espresso contro il divieto della diagnosi preimpianto previsto dalla legge 40. Nel dibattito sul caso di Firenze - conclude Scienza & Vita - "gia' va emergendo la caratura ideologica di una sentenza che vorrebbe riportare la lancetta all'indietro e negare i diritti del concepito.
Speriamo che in Italia ci sia ancora un giudice che voglia garantire i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. E soprattutto che i legislatori sappiano difendere adeguatamente la loro legge 40".

'Il si' al test sugli embrioni del giudice Isabella Mariani e' un precedente inquietante contro la volonta' popolare'. E' quanto afferma in una nota diffusa a Firenze il capogruppo della Lega in commissione Sanita' del Senato Massimo Polledri secondo cui 'la diagnosi genetica preimpianto non puo' fornire elementi utili per la terapia di malattie genetiche e non e' utile al concepito'.
Per Polledri - continua la nota - ancora una volta la magistratura si sostituisce al ruolo legislativo. 'C'e' stato un referendum nel 2005 che boccia le modifiche alla legge 40 uscita dal Parlamento nel 2004 quindi - conclude il leghista - questa sentenza e' contro il popolo. Si va diretti all' eugenetica e quindi diciamo ancora una volta no alla diagnosi pre-impianto'.

Si richiama all'autonomia dei giudici, il presidente del Movimento per la Vita Carlo Casini, nel commentare la sentenza del tribunale di Firenze con la quale si rimette in discussione la validita' della legge 40. Soprattutto si richiama al senso di responsabilita' che li obbligherebbe a "scegliere in base alla legge e non alle proprie convinzioni".
"E' difficile esprimere giudizi su una decisione di cui non e' dato conoscere ancora l'esatto contenuto - aggiunge Casini -.
So pero' che la diagnosi genetica preimpianto implica la soppressione deliberata di un rilevante numero di embrioni presunti malati, ma anche sani, pur di avere la incerta garanzia che l'embrione o gli embrioni trasferiti in utero non siano affetti dall'anomalia temuta". "So che la legge 40", aggiunge Carlo Casini, "esige che al concepito sia riconosciuto lo stesso diritto alla vita degli altri soggetti coinvolti e che, di conseguenza, proibisce la distruzione di embrioni e il loro congelamento. So che per regola costituzionale il giudice e' soggetto soltanto alla legge alla quale non puo' sovrapporre i suoi desideri e le sue opinioni. So che dietro le continue aggressioni alla legge 40 vi sono rilevanti interessi economici. So, infine, che gli interessi economici e le passioni ideologiche possono arrivare a costruire artificialmente casi da sottoporre alla giustizia ed organizzare pressioni mediatiche per influenzare l'opinione pubblica ed ottenere cosi' i risultati perseguiti. La Corte Costituzionale e' gia' intervenuta sulla questione della diagnosi genetica preimpianto respingendo il ricorso di chi, in altro ma simile episodio, aveva chiesto l'annullamento della legge 40. Una decisione dal carattere generale che fornisce una valida risposta anche nel caso fiorentino".

Il quotidiano dei vescovi 'Avvenire' boccia l'ordinanza emessa dal tribunale di Firenze che ha stabilito che Ã? legittimo eseguire una diagnosi preimpianto sull'embrione, per poterlo eliminare nel caso sia affetto da una grave malattia genetica. In un editoriale a firma di Eugenia Roccella, portavoce del Family Day, il quotidiano della Cei sottolinea che "sarebbe meglio che le leggi le facessero i parlamentari, i quali ne rispondono agli elettori; i giudici invece - prosegue l'Avvenire - che non sono eletti da nessuno, le norme dovrebbero limitarsi ad applicarle".
Il pericolo, avverte 'Avvenire', � che "in poco tempo si spalanchi la porta all'eugenetica. Non diteci più, per favore, che la selezione si limiterà ai casi gravi, perch� nei Paesi dove � ammessa - conclude il quotidiano della Cei - si allarga in modo irrefrenabile, e non saperlo vuol dire essere in malafede o non leggere le notizie dall'estero".

"La legge 40 non consente rischi di eugenetica, non c'e' ombra di dubbio. E io non posso non tenere conto delle sentenze dei giudici di Firenze, e prima di Cagliari". Cosi' il ministro della Salute, Livia Turco, in un intervista a "Repubblica". Secondo il ministro, che annuncia per gennaio "le nuove linee guida in materia", se l'applicazione della legge sulla fecondazione assistita "provoca problemi alle coppie, allora questo fatto deve essere preso in considerazione", mettendosi attorno a un tavolo "per ragionare sulle reciproche verita'".
Riguardo infine al rapporto che il partito Democratico dovra' tenere sui temi eticamente sensibili, Livia Turco spiega che il Pd "non deve essere elusivo" ma avere "piu' coraggio sui temi etici. Cittadinanza, responsabilita', senso della vita e ricerca scientifica spesso si mettono da parte perche' sono temi scomodi.
Invece- conclude- vanno affrontati".

"Erano piu' laici i vecchi democristiani".
Questo e' quanto affermano in una nota i due senatori Udc Rocco Buttiglione e Luca Marconi commentando l'ordinanza del giudice di Firenze.
"Assistiamo oggi in Italia- spiegano i due senatori- ad una pericolosa involuzione contraria ai piu' elementari principi dello stato di diritto e dello spirito liberale. Cosa ancor piu' grave e' che simile tradimento venga accolto dagli applausi dei ministri della Repubblica, come la gentile onorevole Giovanna Melandri, che dovrebbero essere invece i garanti costituzionali della legge qualunque essa sia, anche se l'hanno osteggiata e non votata".
Il rispetto della legge, sottolineano ancora Buttiglione e Marconi "c'era di piu' rispetto nella prima Repubblica da parte dei vecchi Dc i quali, nonostante la loro forte avversita', applicarono con correttezza le leggi sul divorzio e sull'aborto".
Necessario quindi porre "immediato rimedio a questo stato di cose perche' non puo' essere tradita la legge 40, le sue indicazioni e le sue linee guida. Al cieco furore laicista opponiamo la capacita' laica e cristiana di ragionare intorno alla verita' delle cose perche' ogni legge, compresa quella sulla fecondazione artificiale, possa essere migliorata".
Certamente nessuna autorita' della stato "e' autorizzata a non applicarla o addirittura disattenderla: la legge 40, confermata con larghissimo consenso popolare, resta un pilastro di civilta' giuridica e scientifica- conclude la nota- nel tormentato campo della bioetica".

La Comunita' Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi si e' detta oggi disponibile 'ad accogliere quegli embrioni umani che dovessero risultare malati' e chiedono di ritirare l'ordinanza di un giudice del tribunale di Firenze che concede la diagnosi preimpianto. In una nota del vice responsabile dell'associazione cattolica, Giovanni Ramonda si parla di 'travalicazione della legge 40 del 2004 confermata proprio in quell'articolo dal referendum' con il risultato di 'mettere in pericolo la vita del piu' piccolo e indifeso fra gli esseri umani: l'embrione appena concepito'.
'Comprendiamo la sofferenza della coppia milanese nel non poter avere un figlio naturalmente e siamo addolorati per la grave patologia di cui sono portatori - si aggiunge - ma li esortiamo a non rendersi padroni della vita con l'uso di tecniche che producono tanti morti e il piu' delle volte senza il risultato del figlio e sollecitiamo il mondo scientifico a cercare nuove e piu' efficaci terapie piuttosto che metodi per sopprimere chi e' malato o disabile'.
 
 
 
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