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 ITALIA - ITALIA - Italia. Parte raccolta firme contro blocchi alla ricerca
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24 dicembre 2002 16:55
 
Una raccolta di firme a livello nazionale chiedera' di rimuovere gli ostacoli alla ricerca e alla sperimentazione insiti nel progetto di legge, gia' passato alla Camera, sulle tecniche di procreazione assistita. L'iniziativa e' stata annunciata a Torino in un convegno organizzato dal Rotary Club sulla riproduzione assistita e sull'utilizzo delle cellule staminali.
"La raccolta di firme ci e' stata chiesta direttamente dai pazienti -ha spiegato il ginecologo Alessandro Di Gregorio, direttore del Centro Artes di Torino e tra i pionieri in Italia della fecondazione assistita- e verra' portata in tutti i centri italiani. E dal momento che in Italia sono 500.000 le coppie che ogni anno accedono alle tecniche di riproduzione assistita, penso che sara' semplice raccogliere un milione di firme in un paio di mesi, in favore della fecondazione in vitro e della ricerca che si sta conducendo su questo terreno".
La legge, in arrivo al Senato, ha provocato lo sdegno degli operatori. "Verra' inibita totalmente la fecondazione in vitro alle pazienti -ha affermato Di Gregorio- in piu' verra' completamente bloccata la ricerca medica in questo campo: che ha delle potenzialita' tali da lasciare veramente senza fiato. Si pensi che con le cellule staminali possiamo arrivare a curare tutti i tipi di malattie, sia nel campo dei tumori che in quello delle malattie genetiche. E non si potranno certo usare le cellule staminali degli individui adulti, che sono poche, difficili da recuperare e che in ogni caso, per poter dare origine a tessuti e organi, devono essere clonate".
Secondo gli addetti ai lavori, "la nuova legislazione bloccherebbe questo tipo di attivita' in Italia per un certo numero di anni: e questo succedera' solo in Italia nell'ambito di un'Europa unita e in un mondo in cui ci sono ormai almeno tre o quattro centri, come quello di Melbourne, giunti ad avere la disponibilita' di organi per qualsiasi paziente".
Di fatto, prosegue il ginecologo, "permettendo solo l'utilizzo di tre ovociti la legge blocca qualsiasi possibilita' terapeutica e soprattutto l'utilizzo a scopo di ricerca di eventuale materiale genetico. Se inoltre oggi, nelle metodiche di procreazione assistita, abbiamo una possibilita' di successo tra il 25 e il 30%, con una restrizione a soli tre ovociti le percentuali di successo non andranno oltre il 5-6%. Tutto diventera' talmente insoddisfacente che qualsiasi centro di rispetto mandera' le sue pazienti all'estero".
Il dottor Luca Gianaroli, del Centro Sismer di Bologna, ha rilevato che "tutti i Paesi che ci circondano hanno normative assolutamente contrastanti con la nostra, hanno leggi generali e non tecniche, che non obbligano il medico a fare della malasanita'. Soprattutto lasciano la possibilita' della crioconservazione degli embrioni. Lo scenario che si prospetta non e' solo la possibilita' del turismo procreativo, perche' le coppie che potranno farlo si rivolgeranno ai Paesi circostanti, ma quella che, avendo l'Italia appena firmato un protocollo d'intensa con gli altri Paesi dell'Ue, il nostro servizio sanitario nazionale dovra' pagare per i trattamenti fatti all'estero in centri privati stranieri. Avremo oltre al danno anche la beffa".
La conclusione e' del professor Giuseppe Benagiano, segretario generale della federazione mondiale di Ginecologia e Ostetricia: "La legge non puo' mai imporre qualcosa che dal punto di vista medico non e' accettabile. C'e' un limite che non si puo' superare, ed e' quello della buona medicina. Ci possono dire di non farla, ma non di farla male. Il testo di legge oggi impone di farla male".
 
 
 
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