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 ITALIA - ITALIA - Italia. Osidea ricorre contro ordinanza Turco sulle staminali cordonali
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Notizia 
19 luglio 2007 15:10
 
L'associazione cagliaritana Osidea onlus ha presentato il 13 luglio ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento dell'ordinanza del ministro della Salute sulle cellule staminali cordonali, che stabilisce anche il divieto di istituire biobanche private.
Secondo l'Osidea l'ordinanza e' del tutto incompatibile con l'art. 10 della legge 219/2005, 'ai sensi del quale il Ministero della Salute era tenuto ad emanare entro il luglio 2006 un decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale, nonche' con la direttiva europea del 2004 che ad oggi nonostante il periodo per il suo recepimento sia scaduto l'anno scorso, non e' stata ancora recepita dallo Stato italiano'.

'Il ricorso presentato dall'associazione sarda Osidea onlus contro l'ordinanza del ministro Livia Turco sulle cellule staminali da cordone ombelicale 'mira alla mercificazione del corpo umano'. Cosi' Luca Marini, presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL e vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB).
'Con l'approvazione, il 13 luglio scorso, della mozione sulle cellule staminali cordonali, il Cnb ha ribadito il principio della non commercializzazione del corpo umano. Spetta ora al Governo fare in modo che l'inevitabile recepimento della direttiva comunitaria sulle biobanche non favorisca la creazione di un mercato di cellule umane'. Secondo Marini, 'il ricorso al Tar mira di fatto a favorire l'apertura alle biobanche private ed anticipa di poche settimane la scadenza del termine per recepire la direttiva comunitaria, che si ispira ad una logica puramente mercantilistica'.
La direttiva sulle biobanche, sottolibnea il vicepresidente del Cnb, 'prevede la possibilita' di indennizzare la donazione di cellule umane, di conservare queste ultime presso strutture private e di utilizzarle a scopo allogenico, cioe' in favore di persone diverse da quelle da cui le cellule sono prelevate: cio' rischia di favorire inaccettabili forme di mercificazione del corpo umano. Occorre invece mantenere ben salda l'applicazione del principio della donazione volontaria e gratuita. Le indennita' ai donatori, qualora introdotte - prosegue - non dovranno andare oltre il rimborso delle spese effettivamente sostenute. Occorre inoltre prevedere forme di efficace controllo pubblico sulle attivita' delle biobanche private eventualmente autorizzate e ribadire che l'utilizzo allogenico deve essere volto a fini puramente solidaristici, come opportunamente stabilito dall'ordinanza del Ministro Turco'.

Dichiarazione di Donatella Poretti (Rnp):
E' stata l'associazione Osidea onlus a presentare ricorso al Tar contro l'ordinanza del ministro della Salute, Livia Turco, che, dando ordine alla raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale, stabilisce anche il divieto di istituire biobanche private per la loro conservazione.
A fronte dell'immobilismo politico sostenuto dal ministero della Salute e dalle lobby di chi vuol mantenere lo status quo, ben venga il ricorso alla magistratura amministrativa!
Come abbiamo piu' volte segnalato, anche con atti parlamentari, l'ordinanza viola la legge n.219/2005 sul sangue. Nell'articolo 10 prevede che sia il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi' mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l'ordinanza del ministro Turco chiede al Parlamento, in evidente violazione della precedente legge, di farne un'altra che gia' c'e' ma che non ha applicato!
Come sostenuto dall'associazione cagliaritana Osidea, ci associamo alla necessita' di richiamare l'attenzione su come oggi istituti privati potrebbero servire a rendere piu' semplice e praticabile la donazione, oltre che permettere la conservazione autologa. L'ordinanza, di fatto, lede un diritto delle madri, che disponibili alla donazione e conservazione del sangue cordonale, non possono concretizzare tale importante gesto per mancanza di strutture adeguate. Come emerso nel corso dell'ultimo convegno del 17 maggio 2007 a Roma sulle Biobanche, nel 2006 su circa 600.000 parti sono state raccolte solo 18.000 unita' di sangue cordonale, di cui oltre il 65% e' ancora inutilizzabile perche' non tipizzato per mancanza di fondi.
E' bene ricordare che -come spiegato dallo stesso ministro Turco- neppure nel 10% dei punti nascita e' possibile donare il cordone e che il numero delle sacche andrebbe triplicato. Visto che i laboratori privati che fanno analisi -convenzionati o meno con il Servizio Sanitario Nazionale- rappresentano un valido supporto per il servizio ai cittadini, cosi' come le cliniche private che eseguono operazioni e terapie, perche' non puo' essere altrettanto per le staminali del cordone ombelicale?
 
 
 
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L'associazione cagliaritana Osidea onlus ha presentato il 13 luglio ricorso al Tar del Lazio per l'annullamento dell'ordinanza del ministro della Salute sulle cellule staminali cordonali, che stabilisce anche il divieto di istituire biobanche private.
Secondo l'Osidea l'ordinanza e' del tutto incompatibile con l'art. 10 della legge 219/2005, 'ai sensi del quale il Ministero della Salute era tenuto ad emanare entro il luglio 2006 un decreto per l'istituzione di una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale, nonche' con la direttiva europea del 2004 che ad oggi nonostante il periodo per il suo recepimento sia scaduto l'anno scorso, non e' stata ancora recepita dallo Stato italiano'.

'Il ricorso presentato dall'associazione sarda Osidea onlus contro l'ordinanza del ministro Livia Turco sulle cellule staminali da cordone ombelicale 'mira alla mercificazione del corpo umano'. Cosi' Luca Marini, presidente del Centro di studi biogiuridici ECSEL e vice presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica (CNB).
'Con l'approvazione, il 13 luglio scorso, della mozione sulle cellule staminali cordonali, il Cnb ha ribadito il principio della non commercializzazione del corpo umano. Spetta ora al Governo fare in modo che l'inevitabile recepimento della direttiva comunitaria sulle biobanche non favorisca la creazione di un mercato di cellule umane'. Secondo Marini, 'il ricorso al Tar mira di fatto a favorire l'apertura alle biobanche private ed anticipa di poche settimane la scadenza del termine per recepire la direttiva comunitaria, che si ispira ad una logica puramente mercantilistica'.
La direttiva sulle biobanche, sottolibnea il vicepresidente del Cnb, 'prevede la possibilita' di indennizzare la donazione di cellule umane, di conservare queste ultime presso strutture private e di utilizzarle a scopo allogenico, cioe' in favore di persone diverse da quelle da cui le cellule sono prelevate: cio' rischia di favorire inaccettabili forme di mercificazione del corpo umano. Occorre invece mantenere ben salda l'applicazione del principio della donazione volontaria e gratuita. Le indennita' ai donatori, qualora introdotte - prosegue - non dovranno andare oltre il rimborso delle spese effettivamente sostenute. Occorre inoltre prevedere forme di efficace controllo pubblico sulle attivita' delle biobanche private eventualmente autorizzate e ribadire che l'utilizzo allogenico deve essere volto a fini puramente solidaristici, come opportunamente stabilito dall'ordinanza del Ministro Turco'.

Dichiarazione di Donatella Poretti (Rnp):
E' stata l'associazione Osidea onlus a presentare ricorso al Tar contro l'ordinanza del ministro della Salute, Livia Turco, che, dando ordine alla raccolta delle cellule staminali del cordone ombelicale, stabilisce anche il divieto di istituire biobanche private per la loro conservazione.
A fronte dell'immobilismo politico sostenuto dal ministero della Salute e dalle lobby di chi vuol mantenere lo status quo, ben venga il ricorso alla magistratura amministrativa!
Come abbiamo piu' volte segnalato, anche con atti parlamentari, l'ordinanza viola la legge n.219/2005 sul sangue. Nell'articolo 10 prevede che sia il Governo con un decreto a creare una rete nazionale di banche pubbliche e private accreditate per la conservazione ombelicale. Cosi' mentre il Governo non ha ancora emanato il decreto dopo 12 mesi dalla sua scadenza, l'ordinanza del ministro Turco chiede al Parlamento, in evidente violazione della precedente legge, di farne un'altra che gia' c'e' ma che non ha applicato!
Come sostenuto dall'associazione cagliaritana Osidea, ci associamo alla necessita' di richiamare l'attenzione su come oggi istituti privati potrebbero servire a rendere piu' semplice e praticabile la donazione, oltre che permettere la conservazione autologa. L'ordinanza, di fatto, lede un diritto delle madri, che disponibili alla donazione e conservazione del sangue cordonale, non possono concretizzare tale importante gesto per mancanza di strutture adeguate. Come emerso nel corso dell'ultimo convegno del 17 maggio 2007 a Roma sulle Biobanche, nel 2006 su circa 600.000 parti sono state raccolte solo 18.000 unita' di sangue cordonale, di cui oltre il 65% e' ancora inutilizzabile perche' non tipizzato per mancanza di fondi.
E' bene ricordare che -come spiegato dallo stesso ministro Turco- neppure nel 10% dei punti nascita e' possibile donare il cordone e che il numero delle sacche andrebbe triplicato. Visto che i laboratori privati che fanno analisi -convenzionati o meno con il Servizio Sanitario Nazionale- rappresentano un valido supporto per il servizio ai cittadini, cosi' come le cliniche private che eseguono operazioni e terapie, perche' non puo' essere altrettanto per le staminali del cordone ombelicale?
 
 
 
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