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 ITALIA - ITALIA - Italia. Dal 2006 staminali fetali contro le malattie neurodegenerative
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Notizia 
3 febbraio 2005 19:34
 
E' previsto per il 2006 in Italia il primo intervento sull'uomo basato sull'uso di cellule staminali prelevate 10 anni fa da feti naturalmente abortiti per curare due gravi malattia neurodegenerative. Lo ha annunciato a Roma il co-direttore dell'Istituto per la ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano, Angelo Vescovi, a margine del convegno sulla procreazione assistita organizzato all'Accademia dei Lincei dall'Istituto per la documentazione e gli studi legislativi (Isle), lo scorso 31 gennaio.
L'Italia si pone cosi' in pole position nella corsa internazionale alla sperimentazione basata sulle cellule fetali per la cura di malattie del cervello: altri due studi sull'uomo, ha detto Vescovi, sono al nastro di partenza negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
Negli Stati Uniti un'azienda privata, la StemCells di Palo Alto, ha appena presentato all'ente americano per il controllo sui farmaci, la Food and Drug Administration (FDA), la richiesta di autorizzazione per uno studio basato sull'impiego di cellule staminali cerebrali purificate, come terapia compassionevole, su bambini colpiti dalla malattia di Batten, una rara malattia ereditaria che colpisce il sistema nervoso. Sempre a scopo sperimentale, in Gran Bretagna un'altra azienda, la ReNeuron, prevede di utilizzare cellule staminali purificate per la cura dell'ischemia.
In Italia e' prevista nel 2006 la sperimentazione di cellule prelevate da feti abortiti per la cura di due "malattie neurodegenerative dall'esito letale", ha detto Vescovi senza voler precisare il tipo di malattia. Nello studio potrebbero essere arruolati adulti e bambini, per un totale di 15-20 pazienti. L'intenzione, ha aggiunto l'esperto, e' di avviare uno studio multicentrico, promosso dal Consorzio per la ricerca sulle cellule staminali (Constem), nato un anno e mezzo fa dalla collaborazione fra pubblico e privato.
Due al momento i nodi da risolvere: il primo riguarda i costi della sperimentazione, stimati in 2,5 milioni di euro, e l'altro riguarda gli altissimi requisiti di purezza richiesti dall'Unione Europea e indicati come Good Manifacturing Practice.
Nessun problema, invece, per la disponibilita' delle cellule che saranno utilizzate nello studio: sono state raccolte dieci anni fa dallo stesso Vescovi, prelevandole da feti abortiti spontaneamente. Non ci sono quindi, ne' per la legge ne' per la Chiesa, problemi etici che vietino l'uso di cellule di questo tipo. "In dieci anni, abbiamo utilizzato la meta' delle cellule prelevate". Le cinque fiale che oggi ci restano permetteranno di ottenere ancora centinaia di migliaia di cellule nervose.
L'intervento previsto nella sperimentazione e' un trapianto a tutti gli effetti. Anziche' un organo saranno trapiantate cellule da un individuo all'altro, ma ci sono buone speranze che il sistema immunitario dei pazienti possa accettare piu' facilmente le nuove cellule. Queste, ha rilevato Vescovi, derivano infatti da un unico individuo (contrariamente a quanto e' accaduto in altri interventi finora condotti sul cervello utilizzando cellule fetali) e inoltre il cervello ha una tolleranza migliore rispetto ad altri organi. Di conseguenza e' probabile che i pazienti arruolati nella sperimentazione avranno bisogno di una terapia immunosoppressiva lieve e forse temporanea.
La ricerca basata sull'utilizzo di cellule staminali derivate da tessuti adulti "e' un settore nel quale l'Italia e' all'avanguardia" ed e' "un settore promettente da sviluppare nel rispetto dell'etica", ha detto Vescovi. "E' un approccio che cambia il modo di fare medicina: non si interviene semplicemente sui sintomi, ma si ricostruiscono i tessuti, risalendo cosi' alla causa della malattia".
 
 
 
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E' previsto per il 2006 in Italia il primo intervento sull'uomo basato sull'uso di cellule staminali prelevate 10 anni fa da feti naturalmente abortiti per curare due gravi malattia neurodegenerative. Lo ha annunciato a Roma il co-direttore dell'Istituto per la ricerca sulle cellule staminali del San Raffaele di Milano, Angelo Vescovi, a margine del convegno sulla procreazione assistita organizzato all'Accademia dei Lincei dall'Istituto per la documentazione e gli studi legislativi (Isle), lo scorso 31 gennaio.
L'Italia si pone cosi' in pole position nella corsa internazionale alla sperimentazione basata sulle cellule fetali per la cura di malattie del cervello: altri due studi sull'uomo, ha detto Vescovi, sono al nastro di partenza negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
Negli Stati Uniti un'azienda privata, la StemCells di Palo Alto, ha appena presentato all'ente americano per il controllo sui farmaci, la Food and Drug Administration (FDA), la richiesta di autorizzazione per uno studio basato sull'impiego di cellule staminali cerebrali purificate, come terapia compassionevole, su bambini colpiti dalla malattia di Batten, una rara malattia ereditaria che colpisce il sistema nervoso. Sempre a scopo sperimentale, in Gran Bretagna un'altra azienda, la ReNeuron, prevede di utilizzare cellule staminali purificate per la cura dell'ischemia.
In Italia e' prevista nel 2006 la sperimentazione di cellule prelevate da feti abortiti per la cura di due "malattie neurodegenerative dall'esito letale", ha detto Vescovi senza voler precisare il tipo di malattia. Nello studio potrebbero essere arruolati adulti e bambini, per un totale di 15-20 pazienti. L'intenzione, ha aggiunto l'esperto, e' di avviare uno studio multicentrico, promosso dal Consorzio per la ricerca sulle cellule staminali (Constem), nato un anno e mezzo fa dalla collaborazione fra pubblico e privato.
Due al momento i nodi da risolvere: il primo riguarda i costi della sperimentazione, stimati in 2,5 milioni di euro, e l'altro riguarda gli altissimi requisiti di purezza richiesti dall'Unione Europea e indicati come Good Manifacturing Practice.
Nessun problema, invece, per la disponibilita' delle cellule che saranno utilizzate nello studio: sono state raccolte dieci anni fa dallo stesso Vescovi, prelevandole da feti abortiti spontaneamente. Non ci sono quindi, ne' per la legge ne' per la Chiesa, problemi etici che vietino l'uso di cellule di questo tipo. "In dieci anni, abbiamo utilizzato la meta' delle cellule prelevate". Le cinque fiale che oggi ci restano permetteranno di ottenere ancora centinaia di migliaia di cellule nervose.
L'intervento previsto nella sperimentazione e' un trapianto a tutti gli effetti. Anziche' un organo saranno trapiantate cellule da un individuo all'altro, ma ci sono buone speranze che il sistema immunitario dei pazienti possa accettare piu' facilmente le nuove cellule. Queste, ha rilevato Vescovi, derivano infatti da un unico individuo (contrariamente a quanto e' accaduto in altri interventi finora condotti sul cervello utilizzando cellule fetali) e inoltre il cervello ha una tolleranza migliore rispetto ad altri organi. Di conseguenza e' probabile che i pazienti arruolati nella sperimentazione avranno bisogno di una terapia immunosoppressiva lieve e forse temporanea.
La ricerca basata sull'utilizzo di cellule staminali derivate da tessuti adulti "e' un settore nel quale l'Italia e' all'avanguardia" ed e' "un settore promettente da sviluppare nel rispetto dell'etica", ha detto Vescovi. "E' un approccio che cambia il modo di fare medicina: non si interviene semplicemente sui sintomi, ma si ricostruiscono i tessuti, risalendo cosi' alla causa della malattia".
 
 
 
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