I ricercatori del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo hanno riscontrato che i topi da loro clonati hanno una vita piu' breve dei topi nati normalmente o da inseminazione artificiale. Atsuo Ogura ed il suo gruppo hanno esaminato 12 topi clonati a partire da cellule prelevate dal testicolo. Dieci dei 12 topi sono morti prima di 800 giorni, mentre solo 1 su 7 topi concepiti naturalmente ha avuto una vita altrettanto breve (in media i topi di laboratorio vivono piu' di 900 giorni). Sei dei dieci topi morti avevano la polmonite o problemi di fegato. Secondo i ricercatori giapponesi il sistema immunitario dei topi clonati ha una capacita' di combattere le infezioni minore del normale e questo ne spiegherebbe il piu' alto tasso di mortalita'.
Il dottor Harry Griffin, "padre" della pecora Dolly, ha tuttavia invitato a non generalizzare i risultati dello studio giapponese.
In un commento pubblicato su Nature Biotechnolgy Jose Cibelli della ACT, ha documentato che il 71% degli animali clonati fino ad ora non ha dato segni di problemi di salute. Molti dei problemi riscontrati nel restante 29% sono, secondo Cibelli, da attribuire ad un malfunzionamento delle strutture placentari.

I ricercatori del National Institute of Infectious Diseases di Tokyo hanno riscontrato che i topi da loro clonati hanno una vita piu' breve dei topi nati normalmente o da inseminazione artificiale. Atsuo Ogura ed il suo gruppo hanno esaminato 12 topi clonati a partire da cellule prelevate dal testicolo. Dieci dei 12 topi sono morti prima di 800 giorni, mentre solo 1 su 7 topi concepiti naturalmente ha avuto una vita altrettanto breve (in media i topi di laboratorio vivono piu' di 900 giorni). Sei dei dieci topi morti avevano la polmonite o problemi di fegato. Secondo i ricercatori giapponesi il sistema immunitario dei topi clonati ha una capacita' di combattere le infezioni minore del normale e questo ne spiegherebbe il piu' alto tasso di mortalita'.
Il dottor Harry Griffin, "padre" della pecora Dolly, ha tuttavia invitato a non generalizzare i risultati dello studio giapponese.
In un commento pubblicato su Nature Biotechnolgy Jose Cibelli della ACT, ha documentato che il 71% degli animali clonati fino ad ora non ha dato segni di problemi di salute. Molti dei problemi riscontrati nel restante 29% sono, secondo Cibelli, da attribuire ad un malfunzionamento delle strutture placentari.