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 USA - USA - Usa. Trachea di agnelli riparata in utero con staminali fetali
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Notizia 
13 ottobre 2005 17:45
 
Con la chirurgia in utero su feti di pecora per la prima volta riparato un difetto di sviluppo della trachea con cellule fetali prelevate dal liquido amniotico. La tecnica pionieristica, eseguita al Children's Hospital Boston, sara' presentata dal chirurgo pediatra Dario Fauza alla conferenza annuale della American Academy of Pediatrics di Washington.
Difetti di sviluppo della trachea sono rari ma gravissimi, spessissimo fatali perche' il neonato non puo' respirare. Finora le soluzioni tentate, per lo piu' con materiali artificiali, non hanno avuto successo, tanto piu' che queste operazioni dopo la nascita sono di difficile esecuzione e dopo l'intervento richiederebbero che il neonato rimanga a lungo intubato finche' la trachea guarisca. Il miglior modo dunque e' di operare in utero, perche' il feto non ha bisogno di trachea per respirare e questa ha tutto il tempo di guarire prima del parto, tanto piu' che la guarigione in utero e piu' rapida. Cosi' i ricercatori hanno testato su pecore (un buon modello umano) una nuova tecnica di trapianto in utero di un tessuto ingegnerizzato ottenuto manipolando le stesse cellule fetali.
L'equipe di Fauza ha prelevato dal liquido amniotico di pecore gravide cellule mesenchimali, staminali che derivano direttamente dalle staminali embrionali e possono trasformarsi in molti tipi di tessuto, tra cui quello cartilagineo di cui e' costituita la trachea. I ricercatori hanno moltiplicato le cellule mesenchimali e le hanno fatte crescere su un'impalcatura biodegradabile a forma di tubo con dimensioni e forma giusta per far loro assumere la morfologia della trachea.
Poi i chirurghi hanno trapiantato la 'nuova trachea' a sette feti di pecore. Di questi, cinque sono nati a termine e senza malattie respiratorie. Due pecore (gemelle) sono nate prematuramente e morte.
"Le cellule fetali sono le migliori cellule di cui disporre per l'ingegneria dei tessuti - ha spiegato Fauza- e da due cucchiai di liquido amniotico se ne possono ottenere a sufficienza per uno di questi interventi da fare sia in utero sia dopo il parto anche a anni dalla nascita".
Un anno fa l'equipe di Fauza aveva ottenuto ottimi successi sempre su pecore. Queste erano nate con l'ernia diaframmatica congenita (una sorta di buco nel diaframma che separa i polmoni dagli organi viscerali, per proteggere i primi dai secondi). Operate con lo stesso metodo ma dopo il parto, le pecore stanno tuttora bene e Fauza sta aspettando che la Food and Drug Administration si pronunci per iniziare un trial clinico su feti umani con diagnosi di questa malattia.
Fauza spera che allo stesso modo si possa curare anche la spina bifida. Le cellule mesenchimali di feto sono di facile approvvigionamento tramite l'amniocentesi, una tecnica di diagnosi prenatale che e' eseguita di routine. Questo liquido amniotico ora e' semplicemente buttato via ma secondo Fauza sarebbe una preziosissima fonte di staminali.
 
 
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Difetti di sviluppo della trachea sono rari ma gravissimi, spessissimo fatali perche' il neonato non puo' respirare. Finora le soluzioni tentate, per lo piu' con materiali artificiali, non hanno avuto successo, tanto piu' che queste operazioni dopo la nascita sono di difficile esecuzione e dopo l'intervento richiederebbero che il neonato rimanga a lungo intubato finche' la trachea guarisca. Il miglior modo dunque e' di operare in utero, perche' il feto non ha bisogno di trachea per respirare e questa ha tutto il tempo di guarire prima del parto, tanto piu' che la guarigione in utero e piu' rapida. Cosi' i ricercatori hanno testato su pecore (un buon modello umano) una nuova tecnica di trapianto in utero di un tessuto ingegnerizzato ottenuto manipolando le stesse cellule fetali.
L'equipe di Fauza ha prelevato dal liquido amniotico di pecore gravide cellule mesenchimali, staminali che derivano direttamente dalle staminali embrionali e possono trasformarsi in molti tipi di tessuto, tra cui quello cartilagineo di cui e' costituita la trachea. I ricercatori hanno moltiplicato le cellule mesenchimali e le hanno fatte crescere su un'impalcatura biodegradabile a forma di tubo con dimensioni e forma giusta per far loro assumere la morfologia della trachea.
Poi i chirurghi hanno trapiantato la 'nuova trachea' a sette feti di pecore. Di questi, cinque sono nati a termine e senza malattie respiratorie. Due pecore (gemelle) sono nate prematuramente e morte.
"Le cellule fetali sono le migliori cellule di cui disporre per l'ingegneria dei tessuti - ha spiegato Fauza- e da due cucchiai di liquido amniotico se ne possono ottenere a sufficienza per uno di questi interventi da fare sia in utero sia dopo il parto anche a anni dalla nascita".
Un anno fa l'equipe di Fauza aveva ottenuto ottimi successi sempre su pecore. Queste erano nate con l'ernia diaframmatica congenita (una sorta di buco nel diaframma che separa i polmoni dagli organi viscerali, per proteggere i primi dai secondi). Operate con lo stesso metodo ma dopo il parto, le pecore stanno tuttora bene e Fauza sta aspettando che la Food and Drug Administration si pronunci per iniziare un trial clinico su feti umani con diagnosi di questa malattia.
Fauza spera che allo stesso modo si possa curare anche la spina bifida. Le cellule mesenchimali di feto sono di facile approvvigionamento tramite l'amniocentesi, una tecnica di diagnosi prenatale che e' eseguita di routine. Questo liquido amniotico ora e' semplicemente buttato via ma secondo Fauza sarebbe una preziosissima fonte di staminali.
 
 
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