USA - Usa. Fukuyama: la ricerca sulle cellule staminali non va proibita, ma regolata
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13 ottobre 2005 17:49
Gianni Riotta sente il filosofo Francis Fukuyama a 16 anni dall'uscita del suo pamphlet "La fine della storia". Occasione di bilanci e per affrontare le nuove sfide di quella storia che in realta' e' proseguita. Un esempio? Le biotecnologie, le ricerche con le staminali e la genetica. "Io non parto da una posizione religiosa, sono consapevole della tradizione tomistica, non credo che i diritti dell'embrione siano gli stessi diritti di un cittadino. Credo pero' che l'embrione abbia una sua sfera di diritti, diciamo cosi' intermedia, e che vada tutelato. So, al tempo stesso, che gran parte della mia comunita' crede invece che l'embrione sia un cittadino e rispetto dunque questa idea. La ricerca sulle cellule staminali non va proibita, va regolata. E sa qual e' il confine? La differenza tra terapia e cosmetica".
Vuole che dai laboratori escano cure per le malattie, e sa che il futuro della medicina, anche oncologica, e' la genetica. Ma rifiuta l'idea di uomini e donne che migliorino in provetta il loro destino: "Mi oppongo all'ingegneria genetica per la stessa ragione per cui mi oppongo al fascismo e al comunismo. Trovo ripugnante l'idea di considerare malleabile la natura umana, plasmandola al volere delle élites. Abbiamo imparato che l'ingegneria sociale provoca milioni di vittime, e temo che lo stesso possa accadere per l'utopia di modificare il comportamento umano in laboratorio, manipolando per esempio l'aggressivita' di certi individui. Quindi ok curare i malati, no a migliorare la personalita' dei sani".