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 USA - USA - Usa. California. Emendamenti e freni sulle staminali
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9 giugno 2005 20:01
 
E' atteso per i prossimi giorni un voto al Senato per emendare e rivedere alcune parti della legge che ha dato vita all'Istituto di Medicina Rigenerativa della California, prima che riceva una parte di quei finanziamenti che, complessivamente, raggiungeranno 3 miliardi di Usd in 10 anni. In particolare l'emendamento di revisione e' stato proposto dalla senatrice democratica di Sacramento Deborah Ortiz, sostenitrice della ricerca con le staminali e di Proposition 71, il referendum che grazie al 59% dei votanti ha dato il via libera al programma di finanziamenti statali e all'Istituto stesso.
La senatrice si e' detta preoccupata perche' cosi' come e' stato approvato il referendum, non e' stato assicurato che la California nel contempo condivida i potenziali profitti, e che questi possano anche divenire benefici per i residenti poveri. Si e' anche detta preoccupata del fatto che i comitati di controllo possano fare la maggior parte del loro lavoro a porte chiuse. Per rimediare almeno in parte a queste "anomalie", la proposta della Ortiz prevede che i responsabili dell'Istituto vendano o facciano un fidecommesso (vincolo ereditario, per cui l'erede e' obbligato a conservare l'eredita' e a trasmetterla in seguito per intero alla persona indicata, ndr) in merito a qualsiasi investimento collegato alla ricerca con le cellule staminali, evitando cosi' un conflitto di interessi. Inoltre richiede che qualsiasi cura o farmaco sviluppata con i soldi pubblici sia messa a disposizione dei residenti poveri della California, senza alcun costo, e che qualsiasi profitto sia altresi' condiviso dallo Stato.
Se questi emendamenti verranno approvati da almeno 27 senatori dei 40 che compongono il Senato dello Stato, questa legge avra' tempo fino al 30 giugno per raggiungere i due terzi ed essere sottoposta ad un nuovo voto referendario a novembre.
La senatrice Ortiz ammette la drammaticita' di ricorrere nuovamente al voto popolare, ma e' necessario dato che Proposition 71 proibisce al Parlamento statale di fare emendamenti e modifiche per tre anni.
Per Bob Klein, presidente dell'Istituto, l'iniziativa della senatrice non solo non e' necessaria, ma e' ostruzionista, e bloccherebbe di fatto il lavoro.
 
 
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