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 ITALIA - ITALIA - Troppi parti cesarei. Non bastano i Nas. Sigo
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14 febbraio 2012 12:25
 
"Ben vengano i carabinieri nei reparti ma non saranno sufficienti a risolvere l'abuso di ricorso al taglio cesareo. La soluzione e' gia' stata definita e si trova nel piano di riordino dei punti nascita varato nel dicembre 2010. Il problema e' farlo applicare". Il presidente della Societa' Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), Nicola Surico, approva la decisione del Ministro della Salute di inviare i NAS nei centri in cui si registrino troppi parti chirurgici ma mette l'accento sulla questione organizzativa.
"Manca l'intervento della politica a sostegno di misure di razionalizzazione. Alcune Regioni hanno recepito il piano solo nel dicembre 2011 - ad un anno di distanza - ed ancora non hanno nominato la commissione prevista. Analizzando i dati si scopre che le percentuali piu' elevate si registrano nelle strutture con meno di 500 parti l'anno e nel privato accreditato. Le prime vanno chiuse, come gia' da tempo stabilito. Le seconde ricevono troppe risorse a fronte dell'attuale sofferenza del pubblico e non si puo' non considerare l'aspetto economico in questa "anomalia italiana".
Oggi nella maggior parte del Paese non si e' ancora avviata la riconversione dei piccoli centri e la tariffa di rimborso per un cesareo e' superiore a quella per un parto naturale. Solo la Sicilia ha avviato - tra mille difficolta' - la chiusura dei punti nascita con meno di 500 parti ed equiparato le due procedure. La SIGO - conclude Surico - chiede con forza che la revisione delle tariffe DRG venga applicata a livello nazionale".
 
 
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