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 SPAGNA - SPAGNA - Spagna. Nato il primo bambino dall'adozione di un embrione congelato
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15 settembre 2005 17:49
 
Una donna catalana di 41 anni ha dato alla luce il 2 settembre a Barcellona, in Spagna, il primo bambino al mondo frutto di un embrione congelato "adottato". Si chiama Gerard, pesa 3,340 kg ed e' alto 50 centimetri. Sua madre, Eva, ha detto che il parto si e' svolto in modo assolutamente normale e senza alcun problema. Altre 33 donne sottopostesi al trattamento sono incinte -hanno detto all'Ansa fonti dell'Istituto- e di queste, sette sono italiane.
Gerard, nato nella Clinica Quiron del capoluogo catalano, e' il primo frutto del Programma di adozione di embrioni lanciato nei mesi scorsi dall'Istituto Marques e diretto dalla dottoressa Olga Serra. Il programma e' un'iniziativa pilota volta ad utilizzare "embrioni provenienti da pazienti sani che hanno realizzato un trattamento di fecondazione in vitro ed hanno gia' completato il proprio desiderio riproduttivo", ha spiegato l'Istituto. Fra gli obiettivi del programma c'e' quello di salvare gli embrioni da un possibile impiego nella ricerca scientifica sulle cellule staminali dopo che nei mesi scorsi il governo spagnolo aveva autorizzato l'uso di embrioni congelati in soprannumero per la ricerca scientifica, ed e' stato dato il via ai primi progetti.
La mamma di Gerard aveva deciso nove mesi fa di adottare un embrione congelato di fronte alla difficolta' di concepire un figlio con il suo attuale compagno, sottoposto a chemioterapia in seguito ad un cancro, ha indicato l'Istituto.
Gerard e' nato da un embrione congelato sette anni fa. I suoi "genitori" si erano sottoposti ad un trattamento di fecondazione in vitro dalla quale erano nati due gemelli, dopo di che tre embrioni in soprannumero erano rimasti congelati nel laboratorio di riproduzione assistita del Marques. Nove mesi fa questi embrioni vennero scongelati: due di essi furono trasferiti ad Eva e di questi due, uno, il piccolo Gerard ha avuto "un'evoluzione favorevole".
Gerard ha quindi due "fratelli" gemelli di sangue che hanno oggi sette anni ma che non arrivera' verosimilmente mai a conoscere, informa l'Istituto catalano.
Fino ad oggi oltre 200 donne o coppie provenienti dalla Spagna e dall'estero si sono interessate all'adozione di embrioni. Di queste, precisa il Marques, 91 hanno completato il trattamento e 33 sono rimaste incinte, mentre altre 56 sono sul punto di cominciare il trattamento. Delle 33 incinte sette sono italiane.
Per due donne, non italiane, e' previsto che partoriscano gia' nel mese di settembre. L'incidenza di coppie straniere, soprattutto provenienti da Francia, Italia e Portogallo, e' assai alta nel programma e supera il 30%.
La dottoressa Serra ha spiegato che fra le donne, che debbono essere sane e maggiorenni, le quali decidono l'impianto di un embrione congelato, vi sono quelle che fanno parte di una coppia con problemi di sterilita', altre che vogliono avere un nuovo figlio dopo averne perso uno oppure si tratta di donne single o omosessuali le quali ritengono che l'adozione di un embrione sarebbe piu' accettata della inseminazione artificiale. Ma, spiega Serra, non mancano coppie che hanno gia' figli e "per ragioni etiche si propongono questa nuova forma di paternita'", allo scopo di "evitare la strumentalizzazione a fini scientifici" degli embrioni in soprannumero.
La dottoressa Marisa Lopez-Teijon, responsabile del dipartimento di riproduzione assistita dell'Istituto Marques ha spiegato che il trattamento "e' semplice e indolore" e "le probabilita' di esito positivo per ogni ciclo di trasferimento di donazione di embrioni nel nostro centro superano il 35%".
 
 
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Gerard, nato nella Clinica Quiron del capoluogo catalano, e' il primo frutto del Programma di adozione di embrioni lanciato nei mesi scorsi dall'Istituto Marques e diretto dalla dottoressa Olga Serra. Il programma e' un'iniziativa pilota volta ad utilizzare "embrioni provenienti da pazienti sani che hanno realizzato un trattamento di fecondazione in vitro ed hanno gia' completato il proprio desiderio riproduttivo", ha spiegato l'Istituto. Fra gli obiettivi del programma c'e' quello di salvare gli embrioni da un possibile impiego nella ricerca scientifica sulle cellule staminali dopo che nei mesi scorsi il governo spagnolo aveva autorizzato l'uso di embrioni congelati in soprannumero per la ricerca scientifica, ed e' stato dato il via ai primi progetti.
La mamma di Gerard aveva deciso nove mesi fa di adottare un embrione congelato di fronte alla difficolta' di concepire un figlio con il suo attuale compagno, sottoposto a chemioterapia in seguito ad un cancro, ha indicato l'Istituto.
Gerard e' nato da un embrione congelato sette anni fa. I suoi "genitori" si erano sottoposti ad un trattamento di fecondazione in vitro dalla quale erano nati due gemelli, dopo di che tre embrioni in soprannumero erano rimasti congelati nel laboratorio di riproduzione assistita del Marques. Nove mesi fa questi embrioni vennero scongelati: due di essi furono trasferiti ad Eva e di questi due, uno, il piccolo Gerard ha avuto "un'evoluzione favorevole".
Gerard ha quindi due "fratelli" gemelli di sangue che hanno oggi sette anni ma che non arrivera' verosimilmente mai a conoscere, informa l'Istituto catalano.
Fino ad oggi oltre 200 donne o coppie provenienti dalla Spagna e dall'estero si sono interessate all'adozione di embrioni. Di queste, precisa il Marques, 91 hanno completato il trattamento e 33 sono rimaste incinte, mentre altre 56 sono sul punto di cominciare il trattamento. Delle 33 incinte sette sono italiane.
Per due donne, non italiane, e' previsto che partoriscano gia' nel mese di settembre. L'incidenza di coppie straniere, soprattutto provenienti da Francia, Italia e Portogallo, e' assai alta nel programma e supera il 30%.
La dottoressa Serra ha spiegato che fra le donne, che debbono essere sane e maggiorenni, le quali decidono l'impianto di un embrione congelato, vi sono quelle che fanno parte di una coppia con problemi di sterilita', altre che vogliono avere un nuovo figlio dopo averne perso uno oppure si tratta di donne single o omosessuali le quali ritengono che l'adozione di un embrione sarebbe piu' accettata della inseminazione artificiale. Ma, spiega Serra, non mancano coppie che hanno gia' figli e "per ragioni etiche si propongono questa nuova forma di paternita'", allo scopo di "evitare la strumentalizzazione a fini scientifici" degli embrioni in soprannumero.
La dottoressa Marisa Lopez-Teijon, responsabile del dipartimento di riproduzione assistita dell'Istituto Marques ha spiegato che il trattamento "e' semplice e indolore" e "le probabilita' di esito positivo per ogni ciclo di trasferimento di donazione di embrioni nel nostro centro superano il 35%".
 
 
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