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 ITALIA - ITALIA - Ru486, Gasparri contro Fini su indagine parlamentare
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10 agosto 2009 0:00
 
Un giorno non basta a far tacere le polemiche sulle sferzanti parole del presidente della Camera, Gianfranco Fini sulla volonta' di parte del centrodestra (e di settori teodem dell'opposizione) di sottoporre a indagine conoscitiva la decisione di consentire l'uso clinico della RU486, la cosiddetta pillola abortiva. 'E' originale - aveva detto ieri - pretendere che il Parlamento si debba pronunciare sull'efficacia di un farmaco'. E ancora: 'Ci sono - ha aggiunto - le linee guida del governo. C'e' l'Agenzia del farmaco che si e' gia' pronunciata, non vedo cosa c'entri il Parlamento'.
E' Francesco Cossiga a squillare la tromba della carica. Di prima mattina arriva il suo dissenso nei confronti del presidente di Montecitorio: Gianfranco Fini 'ancora una volta non ha voluto osservare una antica norma di correttezza costituzionale per la quale, a tutela e garanzia dell'indipendenza dei presidenti della Camere, viete che essi si pronuncino, specie al di fuori della assemblee, su materie che siano all'ordine del giorno o che possano diventarlo'. Nel merito il presidente emerito della Repubblica non ha dubbi: il Parlamento, scandisce, 'puo' intervenire nella materia dell'uso della pillola RU486 sia nell'esercizio dei suoi poteri ispettivi vuoi direttamente in relazione alle decisioni assunte in materia adottate dall'Agenzia Italiana per il Farmaco'.
A ribadire il concetto arriva anche Maurizio Gasparri: 'Siamo stati eletti per adempiere a un mandato non per tacere'. Nessun riferimento a Fini, almeno direttamente. Ma le parole di Cossiga sulla possibilita' del Parlamento di intervenire, dice, 'sono chiare e chiudono la discussione'. Gasparri definisce poi 'uno sconsiderato' il radicale Silvio Viale, reo di aver ironizzato (ma neppure tanto, alla luce dei dati forniti) sulla possibilita' di fare una commissione di indagine parlamentare sull'aspirina e altri farmaci a rischio, visto il maggior indice di mortalita' rispetto alla pillola abortiva.
Non di questo avviso il suo compagno di partito Adolfo Urso: 'E' dettata dal buon senso la posizione del presidente della Camera in merito al dibattito sulla pillola Ru486 e senza buon senso non si fanno passi in avanti in un terreno su cui si sono realizzate gia' troppe lacerazioni'.
Con Fini si schiera anche il segretario del Pri, Francesco Nucara: 'Di tutte le proposte balzane nessuna potrebbe ridicolizzare piu' il Parlamento di quella di avviare un'inchiesta farmacologica'.
Tanto piu' che una indagine la Camera l'ha gia' fatta nella scorsa legislatura, ricordano sia l'allora presidente della commissione Affari sociali, il Pd Mimmo Luca', sia l'attuale presidente, Giuseppe Palumbo (Pdl). 'Furono verificati - racconta Luca' - i risultati della sperimentazione' per determinare 'se tutta l'attivita' era stata portata avanti nel rispetto della legge 194 e se c'erano rischi sulla salute della donna'. 'Il Parlamento e' sovrano - dice Palumbo - ma un dibattito su un farmaco e' giusto che venga lasciato ai tecnici'. Comunque la RU486, sottolinea, 'rappresenta uno strumento sicuro in piu' per chi decide di interrompere una gravidanza o e' costretto a farlo per ragioni terapeutiche. I deputati non devono essere chiamati a dire se un farmaco e' buono o cattivo perche' questa funzione spetta in primo luogo all'agenzia del farmaco'.
Ma Gasparri non si da' per vinto: il Senato indaghera' 'non lasciando a qualche zelante presidente di commissione il compito di decidere cosa possa fare l'altro ramo del Parlamento'.
 
 
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