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 USA - USA - La riforma sanitaria
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11 settembre 2009 18:55
 
In un discorso al Congresso ad alto contenuto emotivo -dove ha citato una lettera postuma di Ted Kennedy ed è stato insultato da un parlamentare repubblicano- il presidente Barack Obama, ammonendo che è giunto il momento di "passare all'azione", ha presentato il suo piano di riforma sanitaria, per dare "più sicurezza e stabilità" a chi ha già un'assicurazione medica e la copertura sanitaria a tutti gli americani che ne sono ancora privi. Obama ha elencato per la prima volta i principi di base della sua proposta, sottolineando i numerosi benefici anche per coloro che sono già assicurati: le compagnie non potranno più negare la copertura per chi ha problemi di salute preesistenti e non potranno imporre 'limiti arbitrari' alle somme da rimborsare. "Nessuno in America dovrebbe finire in bancarotta perché si è ammalato", ha affermato raccogliendo grandi applausi. Il presidente ha affermato che la meta è vicina: "Esiste già un accordo sull'80 per cento" della riforma. "Non siamo mai stati così vicini al traguardo", ha aggiunto. Obama ha cercato di superare le obiezioni dei repubblicani e dei democratici moderati, assicurando che la riforma "non aggiungerà un centesimo al deficit". I costi saranno compensati eliminando gli sprechi esistenti nel settore. Il presidente ha accusato gli avversari della riforma di avere fatto ricorso a tattiche terroristiche, diffondendo una serie di falsità, come la eutanasia per gli anziani o la copertura sanitaria anche per gli immigrati illegali. I parlamentari repubblicani hanno risposto agitando le copie della loro proposta di legge e uno di loro ha urlato ad un certo punto "sei un bugiardo" al presidente (provocando la reazione dei democratici). Obama, che aveva invitato in tribuna d'onore Vicki Kennedy, la vedova del senatore Ted, paladino della causa della riforma sanitaria, ha citato nella parte più emotiva del suo discorso una lettera scritta da Ted "a maggio, poco dopo avere appreso che la sua malattia era terminale, con la richiesta che venisse consegnata dopo la sua morte".
Nella lettera Ted definiva la riforma sanitaria non solo "la grande causa da completare della nostra società", ma anche "una questione morale" che prescinde dalle divisioni di partito.
Il presidente ha elencato le diverse "buone idee" repubblicane inglobate nel suo piano (compresa una proposta del suo ex-rivale elettorale John McCain), ma non ha risparmiato gli strali ai repubblicani, sottolineando che il costo della riforma sanitaria "sarà inferiore a quanto speso nelle guerre in Iraq e in Afghanistan" e "inferiore ai tagli fiscali per i ricchi fatti approvare dalla precedente amministrazione". Obama si è detto favorevole alla 'opzione pubblica', con la creazione di una entità federale che può competere con le compagnie private nel fornire coperture sanitarie, ma ha aggiunto di essere disposto ad esaminare proposte alternative. Compresa la riforma (cara ai repubblicani) delle leggi sulla responsabilità dei medici che subiscono azioni legali (e richieste di risarcimento) da parte dei pazienti. Ma la cosa più importante "é fare presto: è finito il tempo delle polemiche e dei giochi politici - ha detto Obama -. Adesso bisogna passare all'azione concreta. Nonsono il primo presidente americano che si batte per la riforma sanitaria. Sono determinato ad essere l'ultimo".
Due americani su tre, che hanno visto il discorso al Congresso del presidente Obama, sono favorevoli al suo piano di riforma sanitaria. A renderlo noto un sondaggio della CNN/Opinion Research, secondo la quale il 67% degli spettatori intervistati hanno dichiarato di sostenere le parole di Barack Obama.
Contrario il 29%, secondo la Cnn. Tali cifre, sono piu' o meno identiche a quelle emerse immediatamente dopo il discorso sulla sanita' fatto da Bill Clinton al Congresso nel '93.
L'audience di chi ha ascoltato lo storico discorso sembra esser stato formato da una maggioranza di democratici. Per questo, il risultato potrebbe essere favorevole ad Obama semplicemente perche' piu' democratici, che repubblicani, hanno seguito l'evento. Quindi il sondaggio non rispecchia l'opinione complessiva di tutti gli americani.
Nel sondaggio pero' emerge che un telespettatore su sette ha cambiato la propria opinione riguardo ai progetti di Obama. Ora si dovra' vedere se questi risultati saranno confermati nei prossimi sondaggi realizzati anche sui consensi di Obama.
Nell'ultimo sondaggio Gallup i consensi a favore del presidente sono leggermente saliti (dal 50 al 51%) rispetto alle precedenti rivelazioni, ma certo sono molto lontani dall'euforia di febbraio, nei primi giorni della sua presidenza, quando raggiungevano il 69%.

 
 
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